martedì 30 marzo 2010

La misoginia di Massimo Fini



di Massimo Fini

Le donne sono una razza nemica. Bisognerebbe capirlo subito. Invece ci si mette una vita, quando non serve più. Mascherate da “sesso debole” sono quello forte. Attrezzate per partorire sono molto più robuste dell’uomo e vivono sette anni di più, anche se vanno in pensione prima. Hanno la lingua biforcuta. L’uomo è diretto, la donna trasversale. L’uomo è lineare, la donna serpentina. Per l’uomo la linea più breve per congiungere due punti è la retta, per la donna l’arabesco. Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Al suo confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole. E se, nonostante tutto, si trova in difficoltà, allora ci sono le lacrime, eterno e impareggiabile strumento di seduzione, d’inganno e di ricatto femminile. Al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola, invece ci si arrende senza condizioni. Sul sesso hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della domanda, anche se la cosa, a ben vedere, interessa e piace molto più a lei che a lui. Il suo godimento – quando le cose funzionano – è totale, il nostro solo settoriale, al limite mentale (“Hanno sempre da guadagnarci con quella loro bocca pelosa” scrive Sartre). La donna è baccante, orgiastica, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale. E quindi totalmente inaffidabile. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile. Ma adesso che si sono finalmente “liberate” sono diventate davvero insopportabili. Sono micragnose, burocratiche, causidiche su ogni loro preteso diritto. Han perso, per qualche carrieruccia da segretaria, ogni femminilità, ogni dolcezza, ogni istinto materno nei confronti del marito o compagno che sia, e spesso anche dei figli quando si degnano ancora di farli. Stan lì a “chiagne” ogni momento sulla loro condizione di inferiorità e sono piene zeppe di privilegi, a cominciare dal diritto di famiglia dove, nel 95% dei casi di separazione, si tengono figli e casa, mentre il marito è l’unico soggetto che può essere sbattuto da un giorno all’altro sulla strada. E pretendono da costui, ridotto a un bilocale al Pilastro, alla Garbatella, a Sesto San Giovanni, lo stesso tenore di vita di prima. Non fan che provocare, sculando in bikini, in tanga, in mini (“si vede tutto e di più” cantano gli 883), ma se in ufficio le fai un’innocente carezza sui capelli è già molestia sessuale, se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più siamo già ai limiti dello stupro. Basta. Meglio soddisfarsi da soli dietro una siepe.



L'ho sempre reputato un giornalista idealista,molto contorto nei suoi ragionamenti,assolutamente acculturato,un uomo libero senza peli sulla lingua,magari incomprensibile per certi versi.
L'articolo comparso lo scorso sabato sul Fatto quotidiano mi ha davvero sorpreso,ma in negativo s'intende,non si può scrivere d'un mondo donna come fosse uno standard,e se foss'anche avesse descritto un certo target presente nella società occidentale,cosa vorrebbe dire ugualmente.Se dovessimo esprimere il medesimo giudizio sull'uomo anch'esso presente con altri tipi di target,chissà quante ce ne sarebbero da dire.
Un brutto scivolone di cattivo gusto,in ogni caso è la sua idea di donna sculettante costantemente alle prese del puro opportunismo,dove personalmente non mi ritrovo in questo pensiero.
Ad esempio senza toccare la condizione femminile su 3/4 del pianeta,come del resto lo era all'inizio del secolo scorso anche da noi,nonostante le donne abbiano acquisito dei diritti,dove a volte paiono esagerati,e mi riferisco tra le coppie separate con o senza figli,a parte questa condizione privilegiata,rimangono moltissimi altri aspetti dove costantemente la donna viene penalizzata,sul lavoro e in famiglia,dove viviamo tutti e non mi pare siano rose e fiori,stipendi e carriere assai penalizzanti e in famiglia botte,violenze e molte ci lasciano la vita,le cronache parlano chiaro.

Fortunantamente non tutti la pensano come Massimo Fini,al di là delle siepi o meno...

&& S.I. &&

5 commenti:

Anonimo ha detto...

anche se mi sembra uno che parla da "uomo ferito" come dice la canzone di Ferradini, sono abbastanza d'accordo,specialmente quando descrive la donna come l'essere che non vuole più dare importanza al maschio, è vero anche che esso non è più l'uomo di una volta, "L'omo de casa" oggi l'uomo si perde nel calcetto e nella playstation, nel calcio parlato e nella politica, però,è sempre lei che non ha saputo farlo diventare serio, plasmarlo; ricordo che al tempo dei miei, la mamma sapeva come dosare il suo buon senso, sapeva come fargli credere che una certa decisione presa da lei fosse invece di lui.
La mamma (quindi una donna)anche se non aveva voglia di fare all'amore, lo faceva lo stesso, anche perchè sapeva che poi "l'appetito sarebbe venuto
mangiando" e tutti e due sarebbero stati appagati,le mamme di una volta, la davano l'importanza all'omo de casa, anche nelle piccole cose di ogni giorno.
Insomma la donna nel tempo è stata sempre capace di mandare avanti il mondo intero, ora la donna di oggi se ne frega, è egoista come lo è sempre stato l'omo, fà caso solo se le sue amiche hanno o no il capo firmato, la borsa di gucci da mille euro, fanno a gara a chi spende di più per riempire la propria parte di armadio, che diventa sempre più ampia a scapito della parte che era di lui oramai ridotta ad un cantuccio con 5 crucce di geans e 4 di camice, che tra l'altro non mette mai perchè lei difficilmente le stirerà con amorevole piglio. con affetto Claudio ex "OMO DE CASA"

Ivo Serenthà ha detto...

Esistono molte esperienze,anche se i rapporti tra uomo e donna sono diventati più difficili per certi versi,non si può additare verso il gentil sesso l'attuale crisi,i comportamenti possono essere diversi e comprendono l'egoismo di entrambi,era troppo comodo l'universo familiare del quale racconta.
In quel contesto l'essere egoisti era determinato da alcuni padre-marito padrone,i quali avevano il cosiddetto potere tutto per se,fortunatamente non è più così,l'esempio dell'appetito vien mangiando va interpretato da entrambi.

La cosiddetta stronzeria è presente ovunque,a prescindere dai confini degli armadi e dei vestiti appesi.

Se esistono molte separazioni e conseguenti divorzi e perchè gli stessi non erano possibili a quel tempo,dove la donna in certi contesti era più che altro considerata una schiava in cucina e in camera da letto,la vergogna e le possibilità economiche impedivano qualsiasi reazione.

Il sapore dei bei tempi antichi,a volte celavano situazioni molto brutte,senza fare generalizzazioni chiaramente,consiglio per qualsiasi coppia del nostro tempo la collaborazione,su tutti i livelli,dai tegami ai figli,senza se e senza ma.

Saluti

Anonimo ha detto...

Massimo Fini ha raccontato il mondo femminile senza la solita remora che di consuetudine si portano dietro i giornalisti. Ecco perchè fa cosi scalpore. Tutti gli uomini dovrebbero leggere questo articolo in modo da scrollare via quella mentalità repressa che i media cercano di inculcare.
Finalmente un Uomo tra tanti pecoroni che per convenienza o per paura si celano dietro dei perbenismi pur di sopravvivere degnamente.

Ivo Serenthà ha detto...

E' un suo parere,non sono d'accordo,troppo facile raccontare un mondo femminile così standardizzato,come se gli uomini non fossero dei lacchè alla rincorsa della carriera e del potere,ad analizzarli bene,e ne faccio parte c'è da mettersi le mani tra i capelli,questo vuol dire far d'un filo d'erba un fascio,e i dovuti distinguo esistono,eccome che esistono.

&& S.I. &&

Anonimo ha detto...

Mi sembra la bocca della verità, il mondo cambia non per il verso giusto .. La donna ha spodestato il maschio...