venerdì 5 marzo 2010

Caos elettorale,quando la destra disse il contrario di ciò che afferma ora



[ dall'inserto satirico ]

Forza Mussolini
di Marco Travaglio

Le firme sono macroscopicamente false!”, tuonava il Giovanardi, “procure e uffici preposti escludano le liste presentate in modo irregolare!”. “Le autorità competenti facciano controlli a campione sull’autenticità delle firme!”, strillava il Tajani. “E’ una truffa agli elettori!”, fremeva il Landolfi. Era il marzo 2005, vigilia delle Regionali, e s’era appena scoperto che Alternativa Sociale, la lista di Alessandra Mussolini allora in guerra con la Cdl, aveva presentato centinaia di firme false, per giunta autenticate da uomini del centrosinistra. Tutta la Cdl, temendo l’emorragia di voti verso la transfuga che nel Lazio avrebbe favorito Marrazzo contro Storace, si trasformò in un sinedrio di giureconsulti ultralegalitari che, legge elettorale alla mano, ne invocavano il rispetto fino all’ultimo codicillo. “E’ una partita a carte truccate”, si stracciava le vesti Storace, “qui si gioca sporco, la campagna elettorale va combattuta ad armi pari”. Ciccio Epurator denunciò la Duciona alla magistratura per farla escludere dalle Regionali. E il 12 marzo As fu cancellata dal Tar. La Nipote gridò al golpe e avviò lo sciopero della fame, mentre la Cdl intonava esultante il De Profundis. Storace: “Ha raccolto firme false, è finita”. Martusciello: “Quando ci sono le elezioni bisogna rispettare le regole”. Gasparri: “Diamo un premio ai pochi che han messo la firma vera”. La Russa: “Possono capitare 2,3,10 firme contestabili, ma qui si parla di centinaia! Pecioni! Dicono di aver dietro falangi, poi non mettono insieme 4 firme regolari”. Gasparri nei panni di pm: “E’ un reato associativo, un attentato alla democrazia. Cosa c’è di più antidemocratico che falsare la competizione elettorale con firme false? Il capo dello Stato non ha nulla da dire?”. Calderoli: “Predicano bene e razzolano male, parlano di moralità e poi ricorrono a mezzucci”. Formigoni (ma sì, lui): “Le regole vanno sempre rispettate. E’ giusto che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti coloro che ne hanno commessi. Gli organi preposti verifichino se le firme sono corrette o false”. Ri-Gasparri: “Non è una vicenda politica, ma giudiziaria. La democrazia è in pericolo, ci sono profili penali. Vanno cancellate le liste con firme false e vanno perseguiti quelli che le han facilitate. Il capo dell’associazione si chiama Prodi”. Maroni: “Voglio sanzioni ancor più gravi della semplice esclusione delle liste: chi raccoglie firme false fa una truffa elettorale”. Alemanno: “Decidano i giudici. Moltiplichiamo i controlli: sono regole fondamentali per la democrazia”. Capezzone (periodo rosa) stava per chiamare i Caschi blu: “S’impongono controlli a tappeto anche con l’ausilio di osservatori internazionali (chiedendo un intervento immediato dell’Ocse), su tutte le liste presentate in tutt’Italia”. Matteoli: “Falsari”. Bondi: “Comportamento disgustoso e immorale della sinistra che non condanna chi viola le leggi”. La Russa: “Bastava che la Mussolini raccogliesse qualche migliaio di firme in più”. Castelli: “Le firme van raccolte onestamente secondo la legge”. Poi si scoprì che le firme false le aveva infilate qualcuno dello staff Storace con accessi abusivi all’anagrafe della regione. E il Consiglio di Stato riammise As. Apriti cielo: botte da orbi alle toghe rosso-nere. Landolfi: “Sconcertante”. Bartolini: “I giudici stabiliscono il principio di illegalità, gli elettori puniranno i truffatori”. Cicchitto: “Forzatura gravissima”. La Russa: “Abnorme”. Gasparri: “Pagare gli stipendi ai consiglieri di Stato solo il 31 febbraio”. Giovanardi: “Pagina vergognosa della storia italiana”. Berlusconi: “Sentenza paradossale: riammette una lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false, e non di un cavillo”. Per tutti questi motivi, ieri sera il governo Berlusconi ha riammesso per legge le liste fuorilegge di Polverini e Formigoni.

Scene di una vergogna
di Antonio Padellaro

Atto primo. Lui e loro fanno qualcosa di chiaramente illegale come la violazione del Codice penale o delle norme elettorali. Ma non se ne preoccupano troppo perché si ritengono superiori a qualsiasi legge. Tutt’al più, dicono , si tratta di cavilli. Figuriamoci se degli inutili formalismi possono fermare gli uomini del fare. Atto secondo. Una toga li prende in castagna. Lui e loro subito negano l’evidenza. Gridano la più totale innocenza. Poi cercano di ribaltare le accuse. Denunciano. Querelano. Sostengono di essere stati aggrediti (da toghe rosse) o malmenati (da un radicale mingherlino). Hanno giornali e tv (quasi tutti) che parlano di attacco alla democrazia. Lui e loro ipotizzano un golpe contro il governo. Mobilitano la piazza. Temo la reazione della mia gente, dice lui. Potrebbero esserci delle violenze, fanno sapere loro. Chiamano in causa il capo dello Stato e in qualche modo lo minacciano: ci trovi una soluzione gradita prima che qualcuno si faccia male. Nell’opposizione crescono i timori: è vero, essi hanno torto marcio, deridono le leggi, le calpestano ma forse un compromesso si può trovare. Atto terzo. Nella notte il governo partorisce una leggina prepotente che sana il loro abuso e riscrive le regole così come pare e piace a loro. Uno scudo elettorale che premia i furbi e i mascalzoni facendosi beffe di chi ha invece rispettato le norme . Un segnale preciso al paese che suona come il detto del marchese del Grillo: noi siamo noi e voi non siete un ca... L’opposizione protesta ma tira un sospiro di sollievo. P.S. Un quotidiano non certo estremista come La Stampa ha scritto che un intervento governativo per ovviare agli errori grossolani del partito del premier sarebbe “abominevole”. E che si passerebbe a un “regime vero e proprio”. Chiamiamolo fascismo e facciamo prima.


Un consiglio per le prossime presentazione delle liste al Pdl,sempre dall'inserto satirico

Ci sarà sicuramente la pezza nel far votare a fine marzo tutti gli italiani con tutte le liste,la dabbenaggine s'è dimostrata alla grande con la destra incapace di presentare liste nel tempo disponibile in un caso e nel raccogliere più firme nell'altra grottesca situazione.

Quello che è mancato e continua a mancare è un atto di umiltà,anziché l'arroganza di gridare al colpo di stato,all'esercito se necessario,vedi La Russa e i movimenti di piazza incazzati con i giudici che hanno contestato le liste,invece di prendersela con gli incapaci della loro stessa coalizione.

Ma è un paese dei pulcinella inaciditi tendenti al rincoglionimento,dovuto al massiccio sporco lavoro mediatico a cui non tutti hanno potuto usare l'antidoto per eccellenza,ovvero il libero pensiero non condizionabile da ovvietà.volgarità e giullari al servizio del padrone.

&& S.I. &&

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