
Al cellulare senza barriere:
Google pensa al traduttore
Allo studio un software speech-to-speech in grado di capire e tradurre simultaneamente
«CI VORRANNO POCHI ANNI» - «Siamo convinti di poter arrivare a questo software speech-to-speech nel giro di pochi anni – ha detto al Sunday Times Franz Och, responsabile dei servizi di traduzione di Google – anche se, per farlo funzionare correttamente, bisognerà arrivare alla perfetta combinazione fra un accurato traduttore automatico e un sistema di riconoscimento vocale ad alta precisione ed è proprio in questa direzione che ci stiamo muovendo». Per stessa ammissione dell’esperto, mentre i traduttori automatici di testo hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, i sistemi di riconoscimento vocale sembrano, invece, dare maggiori grattacapi. «Ognuno di noi ha la sua voce e il suo accento – ha continuato Och – ma la natura personale dei cellulari dovrebbe permettere di aggirare questo problema. Naturalmente, questo software diventerà tanto più accurato quanto più verrà usato e, quindi, più dati inseriremo, migliore sarà la qualità di traduzione».
GLI SCETTICI - Ma non tutti gli esperti di linguaggio e comunicazione sembrano essere entusiasti della possibilità che potrebbe presto offrire Google. «Il maggiore problema di un sistema di riconoscimento vocale è la complessa variabilità degli accenti – ha spiegato al domenicale del Times David Crystal, professore di linguistica della Bangor University – e nessuno pare funzionare correttamente al momento. Forse Google sarà in grado di arrivare ad una soluzione più velocemente degli altri, ma io credo ch e sia altamente improbabile che si riesca ad ottenere in pochi anni un dispositivo in grado ad esempio di tradurre lo slang stretto di Glasgow. Comunque sia, il futuro si propone davvero molto interessante, anche se ormai chiunque abbia Babel Fish (il traduttore istantaneo online) non ha più la necessità di imparare le lingue straniere».
[ da Corsera ]
Non potrà avere la perfezione rispetto ad un valido traduttore umano,come del resto non lo è nel tradurre testi come possibile già da tempo,ma se il colosso americano riuscirà a perfezionare la traduzione vocale a prescindere dalle inflessioni dialettali o slang,si aprirà la possibilità della traduzione anche per le trasmissioni televisive straniere.
Da domani chi studia lingue estere acquisirà comunque una certa importanza culturale,ma con la tecnologia che si profila,forse un pò meno.
@ Dalida @
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