domenica 25 ottobre 2009
Cinque ragioni per essere ottimisti sul futuro dell'umanità
di Moises Naim
I pessimisti sono seri, realistici e meno suscettibili a essere delusi dalla vita. Gli ottimisti invece sono ingenui e quindi più propensi a essere colti di sorpresa dalle notizie negative. I pessimisti sono pensatori profondi e ben informati mentre gli ottimisti sono superficiali e non capiscono bene ciò che accade. Partendo da queste percezioni stereotipate - e sommerso come sono dall'incessante valanga di brutte notizie che ci travolge quotidianamente - la cosa più facile e sicura sarebbe scrivere un articolo spiegando per quale motivo il mondo va molto male e perché ciò che deve ancora arrivare sarà persino peggio.
Tuttavia, forse per spirito di contraddizione e perché la lista dei problemi la conosciamo già, ho deciso di scrivere su alcune ragioni per essere ottimisti.
1. Gli infarti aiutano a cambiare abitudini. Niente di meglio di un bell'infarto per smettere di fumare - soprattutto se si sopravvive. L'economia mondiale ha subito un doloroso infarto. Soffrirà ancora molto, ma nell'uscire dalla crisi sarà obbligata ad adottare abitudini più sane e sostenibili. Si ribilancerà l'equilibrio tra Stato e mercato; si metteranno sotto controllo alcuni eccessi e si correggeranno le distorsioni macroeconomiche. La dieta imposta sarà molto rigida e il paziente resterà debole per un certo tempo. Cadrà nuovamente nella tentazione di riprendere a fumare e a mangiare male, ma il ricordo dell'infarto limiterà il rischio che riprenda le cattive abitudini che lo hanno quasi ucciso.
2. Rinnovamento politico. Se il 2009 è stato l'anno del collasso economico, nel 2010 assisteremo alle conseguenze politiche del malessere economico. Le economie si stanno riprendendo, ma la disoccupazione continuerà a essere alta e l'impatto sociale della crisi è stato serio. Qualche governo cadrà, altri ne usciranno indeboliti e quasi tutti dovranno cambiare il modo di fare le cose per rispondere alla immensa insoddisfazione sociale provocata dalla crisi economica. Qualcuno risponderà rifugiandosi nell'autoritarismo e nel populismo, mentre in altri paesi si apriranno delle opportunità per cambiamenti politici positivi che non sarebbero stati possibili senza la crisi.
3. Nuovi leader. Non penso solo a Barack Obama, anche se egli è evidentemente il primo esempio che viene in mente e il suo caso e la sua storia continueranno a motivare altri in tutto il mondo. In generale, la crisi renderà la vita più difficile a chi è stato a capo di paesi, partiti politici, aziende private, università, mezzi di comunicazione o altre istituzioni e aprirà le porte e faciliterà l'ascesa a successori con idee nuove.
4. Più innovazione che mai. "Mai nella storia ci sono stati tanti innovatori come in questo momento. La quantità di persone che sta cercando nuovi modi di risolvere i nostri problemi è senza precedenti", mi ha fatto notare Edmund Phelps, premio Nobel per l'economia, sollecitato da me a fornirmi una ragione per essere ottimista. Secondo Paul Laudicina, presidente di una delle società di consulenza più grandi del mondo, "siamo all'inizio di una ondata di profondi cambiamenti tecnologici che porteranno a una nuova rivoluzione della produttività e miglioreranno la qualità della vita di tutti. Conteremo su possibilità ora inimmaginabili".
5. Più generosità che mai. Il mondo vive un'esplosione di solidarietà verso i più bisognosi. In tutti i paesi proliferano le organizzazioni la cui missione è aiutare gli altri. Grazie a Internet, la filantropia si è democratizzata e globalizzata. Questa tendenza è rafforzata da una crescente intolleranza, specie tra i giovani, verso la disuguaglianza, l'ingiustizia e la discriminazione. La crisi aumenterà le necessità e le emergenze sociali e per molti sarà uno stimolo a fare qualcosa per gli altri.
Per i pessimisti sarà molto facile spiegare perché ciascuna di queste ragioni presuppone degli effetti negativi. La crisi ucciderà molti e il paziente non modificherà le sue cattive abitudini; i vecchi leader non permetteranno che gli si strappi il potere; le nuove tecnologie avranno anch'esse degli effetti negativi; la filantropia non è mai riuscita a risolvere i problemi del mondo. Questi argomenti, ripeto, sono facili da difendere e non pongono una particolare sfida intellettuale. Difficile è invece trovare ragioni valide per essere ottimisti. Sarà pure difficile ma è indispensabile.
[ da L'Espresso ]
Per provocazione abbiamo aggiunto il grottesco filmato sul profumo della vita,anche se le cinque tesi del giornalista sono effettivamente probabili,dopo una grande crisi con un tempo ragionevole,certamente la situazione diventerà migliore,forse leggermente meno come auspica l'articolo,ma ce ne faremo una ragione.
Chiaramente per i rigidi pessimisti tutto ciò,prima di vedere la luce che ci porterà fuori dal tunnel,potranno sparare le ultime cartucce,tipo il proliferare così diffuso delle organizzazioni umanitarie ed i loro effettivi successi,nonostante la buona volontà,ma le piccole gocce nel deserto a volte creano delle oasi.
Tonino Guerra,l'impareggiabile ottimista!!
[@#& blog Freedom &#@]
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2 commenti:
cioè, peggio di così non potrebbe andare!
;-)
Van bene tutte le tesi,oggi siamo discretamente dentro il tunnel,almeno per la maggioranza,domani chissà,la lettura delle ipotesi del giornalista non sono campate in aria,magari un tantinello positive,ma probabili
Ciao Saamaya
&& S.I. &&
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