venerdì 23 ottobre 2009
Alcune risposte dei precari a Tremonti,da Il fatto quotidiano
Dopo l’elogio del posto fisso centinaia di lettori hanno scritto al Fatto Quotidiano per raccontare le loro vite
di Silvia D’Onghia
CARO MINISTRO, abbiamo appreso con stupore l’elogio che Lei ha fatto lunedì scorso del posto fisso. In un momento di gravissima crisi per il Paese (crisi che il Suo governo un giorno smentisce, il giorno dopo giudica superata), abbiamo nutrito la speranza che la frase da Lei pronunciata potesse costituire l’avvio di una profonda revisione del mercato del lavoro. Purtroppo, in breve tempo, ci siamo resi conto che tutto ciò non sarebbe avvenuto. La sua dichiarazione ha scatenato le inevitabili polemiche politiche (che si trascinano anche in queste ore), tra chi sostiene che il posto fisso è anacronistico e chi è convinto che occorra tornare indietro. Parole inutili, perchè si scontrano con una realtà che la grande maggioranza delle forze politiche probabilmente ignora. È la realtà di quasi quattro milioni di persone, che vivono senza sapere se domani potranno ancora recarsi al lavoro. Parliamo di donne e uomini cui non vengono rinnovati i contratti e si ritrovano senza lavoro, senza soldi e, spesso, con una famiglia sulle spalle. Sono donne e uomini (come leggerà nelle lettere giunte in questi giorni a Il Fatto Quotidiano), che si accontenterebbero persino di lavori precari ma continuativi. Perchè vede, signor Ministro, tutti vorrebbero iniziare a lavorare a 20 anni e finire a 65. Il punto non è questo. Il punto è che servirebbero politiche mirate a incentivare le aziende nella promozione della stabilità occupazionale, servizi per l’impiego efficienti, (che garantiscano ai lavoratori una formazione adeguata alla continuità lavorativa), e il sostegno al reddito, quando l’impiego viene a mancare. Senza tutto questo, ogni parola si trasforma in uno spot elettorale. Che a queste persone, in questo momento, non interessa.
Ecco alcune delle lettere pervenute a postofisso@ilfattoquotidiano.it . Continuate a scriverci.
DOV’ERA QUANDO CANCELLAVANO LA LEGGE PRODI?
Egregio Signor Ministro, la presente per ricordarLe che uno dei primi provvedimenti dell’ultimo governo Berlusconi è stato la cancellazione della legge Prodi che fissava il tetto di 3 anni al lavoro precario. Lei dov’era?
A.D. INVALIDO CIVILE
MA NESSUNO SE NE ACCORGE
Salve, scrivo dalla provincia di Bari, sono invalido civile con regolare iscrizione alle liste delle categorie protette (e qui mi verrebbe da ridere se la cosa non fosse tragica) e a 44 anni non ho avuto il piacere di essere stato mai chiamato dall’ufficio preposto per un solo giorno di lavoro, in questi anni sono andato avanti o lavorando a nero (Oops! Cosa ho detto mai) e quando ho trovato lavoro ho dovuto svolgere mansioni di cui non avevo i requisiti fisici andando ad aggravare la mia situazione fisica. La mia ultima occupazione è stata con una cooperativa locale che mi ha dato la possibilità di lavorare in fabbrica, ovviamente con contratto a termine. Purtroppo con la crisi scoppiata tutti a casa, ho usufruito della disoccupazione, la quale è finita già da un bel po’, mi chiedo: “Avrò mai il famoso “posto fisso”? Ora come oramibasterebbeancheunposticino.GrazieperlaSua attenzione, ministro, attendo fiducioso di avere quel posto che mi dovrebbe spettare di diritto.
N.P.
PERCHÈ NON MI CEDE IL SUO POSTO ALL’UNIVERSITÀ?
Caro(sifaperdire)Compagno(sifaperdire)Ministro Tremonti, sono un precario da ormai quasi 10 anni. Non potendo fare a meno di notare il suo elogio all’agognato posto fisso, mi chiedevo se gentilmente me ne concederebbe uno, magari quello che Lei lascia inoccupabile presso l'Università di Pavia dove ha una cattedra che non utilizza e dove insegna anche sua moglie, ovviamente senza nessuna insinuazione dinepotismo.Immaginoavràdelleremoreafrontedi questa informazioni, ma la voglio rassicurare, io ai ministri Gelmini e e Brunetta non dirò mai nulla. Ringraziandola per la gentile attenzione, la saluto a pugno chiuso.
M.B.
UNA FIGLIA EMIGRATA CHE NON RIESCO A MANTENERE
Gentile ministro, la sua recente presa di posizione sul “postofisso”mihafavorevolmenteimpressionato,lasciandomi, al tempo stesso, interdetto: questo per il semplice fatto che, a mio avviso, il governo di cui lei fa parte non mi pare abbia mai messo in campo (nè oggi, nè in passato) delle politiche finalizzate al raggiungimento di questo scopo. Due parole sulla mia storia personale. Sono un ragazzo palermitano di 27 anni, laureato da tre, che dal febbraio 2009 è entrato nel mondo del lavoro, ovviamente precario. Percepisco un netto mensile di 600 euro (e devo ritenermi fortunato). All'età di 24 anni sono diventato padre. Una gravidanza non programmata, ma portata avanti dalla mia compagna, e dal sottoscritto, con grande amore,dignitàeimpegno,l’impegnodichicredenella vita. Oggi questo mio posto di lavoro non mi permette di mantenere la famiglia, così mia figlia, la madreelanonnamaternasonostatecostretteaemigrare in Irlanda, un paese che, seppur divorato dalla crisi, mantiene ancora oggi delle qualità da vero Stato sociale. Io resto invece qui, nel profondo Sud, perchè voglio fare di tutto per creare le condizioni per un ritorno della mia famiglia. Fino a quando non sarò costretto a mollare pure io e a fare le valigie. E intanto vedo crescere mia figlia su Skype. Ministro, il suo appello sul “posto fisso” non può che trovarmi d'accordo. Spero soltanto che non si tratti di uno spot elettorale in vista delle prossime Regionali.
R.R.
UN FRUTTIVENDOLO FORTUNATO CON DUE LAUREE
Spettabile Ministro del Tesoro, pur condividendo la sua oramai celeberrima affermazione sul posto fisso, io penso che in cuor vostro abbiate capito di averla fatta davvero grossa, vero? Sì, perchè non si spiega come sia possibile il vostro cambio di posizione, o meglio, si spiega solo per un motivo: avetecapitodiaverdistruttoisognielesperanzedipiù generazioni nel nome della flessibilità più tremenda e nauseabonda, abbandonando sin dall’inizio la strada della cosiddetta “flexicurity” che a voi piaceva così tanto... Di sicurity per coloro che son “flessibili” oggi non veneètraccia,madiflexityce n’è molta, troppa rispetto ad una flessibilità che in molti casi sarebbe giusta e pure utile; perchè tutto questo? Anche un bambino capirebbe che un’aziendapostafrailprendere una persona a tempo indeterminato ad un costo maggiore e un’altra a tempo determinato e a costo minore, avrebbe scelto la seconda, specie in un sistema come l’attuale che nonostante tutto vede nel profitto l’unico dio senza altri dei all'orizzonte... Almenopotevaterendereillavoro flessibile più costoso, così da disincentivarlo, o quellostabilepiùeconomico, così da incentivarlo... e invece, niente di tutto questo, ma solo una babele di contrattini usaegettaperlavorianch’essi usaegetta(altrocheseguirela strategia di Lisbona sulla qualit del lavoro e la formazione continua).(...)Siparlatanto,e a sproposito, di riforma - intesa come prolungamento dell’attività lavorativa - delle pensioni, che porterà ad un ulteriore blocco del turnover per le professioni pi appetibili, mentre prolungherà l’agonia sul lavoro per quelle più dure, tipo catena di montaggio, dove dovrebbero andare a farvi un bello stage i cari - inteso come costi per noi contribuenti-Draghi,Dini,Brunetta,Sacconietutticoloro che predicano bene perchè tanto razzolano male, molto male! (...) Vabbè, fortunato chi ha il posto fisso, vuoi perchè onesto, pochissimi, vuoi perchè capace, pochi, vuoi perchè “consigliato”, molti, vuoi perchè raccomandato, i più... Saluti da un trentaduenne che, bene o male, ha due stracci di laurea magistrale/specialistica e - “fortunatamente” - fa il fruttivendolo part-time in un supermercato.
M.M.
A 53 ANNI NEANCHE IL SUSSIDIO INPS
Gentilissimo Signor ministro, sono un ex impiegato della Pfizer, sono stato ceduto, insieme ad altri 450 lavoratori, ad una azienda contenitore che dopo alcuni mesi ci ha collocati in cassa integrazione straordinaria a zero ore. Ho 53 anni, monoreddito e con un figlio di 12 anni. La cosa grave che da tre mesi non percepiamo neanche il lauto sussidio INPS di 600 euro (seicento). Ho iniziato a lavorare 25 anni fa, nell’industria farmaceutica, con il classico posto fisso, mi ritrovo a 53 anni, praticamente disoccupato con figlio e moglie a carico e senza alcun ammortizzatore sociale. Sopravvivo, grazie all’aiuto economico della mia famiglia d’origine. Grazie per la cortese attenzione, colgo l’occasione per porgere i miei pi distinti saluti.
Carmine
CARRIERA: DA PRECARIA A DISOCCUPATA
Egregio Signor Ministro, sono 0288, si ricorda di me? Come no?! Sono quella precaria della scuola che a causadellaSuapoliticaditaglidaquest’annononpuò più vantare neanche il titolo di precaria! Si chiama avanzamento di carriera: da precaria a disoccupata. Non vorrei tediarla molto, ma siccome noi due lo sappiamo che la riforma della scuola non è una riforma pedagogica ma prettamente economica (...) e visto che adesso siamo pure d’accordo sul fatto che il “postofisso”èmegliodelprecariato(...),nonècheavrebbe un posticino fisso anche per me?
L.P.
Ecco alcune situazioni lavorative di alcuni giovani e meno giovani,dando atto della crisi economica mondiale,la più grave dal dopo guerra,è inutile però fare del populismo inutile,con il marketing fine a se stesso non si va da nessuna parte,gli imbonitori sono disoccupati anch'essi,quando non si arriva a fine mese l'elenco degli sprovveduti finisce,e solo questione di tempo.
&& S.I. &&
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