martedì 4 agosto 2009

Voglia d'Africa,dopo gli schiavi e ogni sorta di sfruttamento,da domani vanno di moda anche le terre fertili



CLICK INSERTO SATIRICO

Ogni crisi ha i suoi vincitori. Alcuni di loro sono seduti nella sala Stuyvesant dell’Hotel Marriott a New York. Gli uomini sono agricoltori di mais, proprietari terrieri, manager di fondi provenienti dall’Iowa, da San Paolo, da Sydney. Ognuno di loro ha pagato 1995 dollari per partecipare alla prima conferenza sul commercio mondiale di terreni coltivabili: la Global AgInvesting 2009. Il primo a intervenire è un rappresentante dell’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico. Sui suoi grafici in Powerpoint ci sono delle curve che schizzano su e giù. Alcune si piegano tanto più verso il basso quanto più si avvicinano all’anno 2050: si tratta dei terreni agricoli che andranno persi a causa dei cambiamenti climatici, del degrado del suolo, dell’urbanizzazione e della carenza d’acqua. Le altre linee, invece, puntano decisamente verso l’alto: rappresentano la domanda di carne e biocarburanti, il prezzo del cibo e l’incremento demografico. Tra le curve si apre un divario che diventa sempre più grande. Quel divario è la fame.

Ma per gli uomini e le poche donne raccolti nella sala Stuyvesant si tratta di buone notizie, l’atmosfera è allegra. La combinazione «più uomini-meno terra» rende il cibo un investimento sicuro, con rendite annuali del 20 o 30%. Susan Payne, una inglese dai capelli rossi, è direttrice del più grande fondo terriero dell’Africa meridionale, che si estende per 150.000 ettari, principalmente in Sud Africa, Zambia e Mozambico. Payne, che vuole raccogliere dagli investitori mezzo miliardo di euro, parla di lotta alla fame, ma le slide della sua presentazione in Powerpoint, abbellite da foto di campi di soia al tramonto, hanno dei titoli come «Africa - the last frontier for finding alpha». Alpha è un investimento il cui ritorno supera i rischi. L’Africa è la terra-Alpha: su quel continente impoverito la terra costa poco. Il fondo della Payne paga tra 350 e 500 dollari per ettaro nello Zambia; in Argentina o negli Usa per la stessa superficie dovrebbe sborsare dieci volte tanto.

[ da La stampa ]

Potrebbe essere una notizia sensazionale,finalmente l'occidente investe massicciamente nel continente africano,ovviamente ci saranno le ricadute occupazionali per gli indigeni,buona parte della manodopera sarà sfruttata tramite le loro maestranze,a parte i cinesi che da qualche tempo hanno fiutato il business,oltre acquistare le terre per un pezzo di pane direttamente dalle autorità del posto,beffardamente ma non sarebbero cinesi,si portano i contadini dal loro paese.

Questo tipo d'investimento,lo dicono loro stessi,i "santi finanziatori" garantisce il 20-30% di guadagno netto,chiaramente con questi dati d'investimento,si può capire a priori dove andranno a finire i prodotti delle terre africane,solo a chi se li potrà permettere!!

Destino dell'uomo nero,quando appare l'uomo bianco sono sempre guai,da molti secoli è stato capito il concetto,dovrebbero diventare razzisti perniciosi,loro nei nostri confronti,invece pare che sia tutta un'altra storia,la solita....




Dopo il viso pallido ora è apparso l'uomo giallo con un non so che di mandorla,tanto per indorare la pillola

@@ post inserito da Dalida @@

3 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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