mercoledì 19 agosto 2009

L'eredità Agnelli e le "belle figure" di Moggi,a cura di Oliviero Beha




Sono passati alcuni anni da quando l’ultimo sovrano sostanziale di questo Paese, Gianni Agnelli, diceva a proposito del calcio e del suo Moggi: ”Lo stalliere del re deve conoscere i ladri di cavalli”. C’era cinismo, ironia e presa di distanza, il meglio o almeno il classico dell’Avvocato, qualche anno prima che scoppiasse Calciopoli. Ed è passato molto più tempo da quando, in pubblico o in privato, nella forma prudente della scrittura o in quella satirica della conversazione radiofonica (Radiozorro) o prima ancora televisiva (Va’ pensiero), sostenevo questa banale tesi: bravi, formidabili gli Agnelli, cui si permette di imbertare all’estero i guadagni quando le vacche sono grasse e di richiamare la cassa integrazione a spese nostre quando le vacche sono magre.

Mi si è sempre guardato con sospetto. Il Folle, l’Autolesionista, l’Improvvido ecc.
Adesso torno da fuori Italia e mi rileggo meglio la vicenda del miliardo e 400 e rotti milioni di euro spariti all’estero ed evidenziati dal conflitto di eredità di casa Agnelli, vicenda lanciata come spesso dal libero pensiero in libero sito di Roberto D’Agostino, ripresa per forza dalla stampa, e poi tenuta bassa per forza dalla stampa mentre scrivo. E non parliamo di telegiornali e radiogiornali. Se si può si tace, se proprio è impossibile tacere si fa dimenticare in fretta mai contestualizzando fatti e spiegazioni.

L’ideale poi è buttarla in caciara con gli elenchi vari di italiani evasori, specifici e non. Non basterebbe da solo il caso Agnelli per scoperchiare il nostro puzzolente pentolone, dal quale non a caso di recente ma non di recentissimo è uscito il fantino di Troia? Pensare che lui, Silvio, non vedeva l’ora di “evadere dall’ombra di Agnelli” (cfr. I nuovi mostri e prima Crescete & prostituitevi). Forse sapeva tutto, forse sono del ramo entrambi ma quello che al Caimano non andava giù era che lui fosse sputtanato e l’altro adulato.

In realtà tra i due chi esce alla grande dalla situazione è lo stalliere Moggi. Con simili esempi, forse avrebbe potuto far ben peggio. Ma a proposito, esattamente che ha fatto? Chi vuole sapere la vera storia di Calciopoli (cfr. Indagine sul calcio)? Forse verrà da qualche indagine all’estero o dobbiamo aspettare Dagospia? Ma no, che presto ci sarà Il Fatto Quotidiano e allora qualche cosuccia invece di dirla tra amici al bar verrà scritta su quel foglio. Pazientate, pazientate, qualcosa resterà.



da L'antefatto


Chi ne esce alla grande è Moggi,è una bestemmia indescrivibile,condivido il gioco al nascondino dei media a riguardo dell'eredità Agnelli,spero faccia chiarezza la giustizia nel più breve tempo possibile,sublime si fa per dire,l'affermazione dei guadagni sempre degli Agnelli sugli utili e dando in pasto alla collettività le difficoltà occupazionali e produttive.

Santificare,sempre si fa per dire,chi ha condizionato per anni pesantemente il sistema calcio,non era l'unico,ma il re senza dubbio,assolvendolo perchè ne avrebbe dovute combinare di peggio,avendo come datore di lavoro il re d'Italia per vari decenni.

Non posso che considerare questo post così,così,sempre si fa per dire,da un non professionista che però non scambia lucciole per lanterne.

Auguri per la prossima caro Beha


&& S.I. &&

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