mercoledì 12 agosto 2009

Aung San Suu Kyi,l'ingiustizia del potere birmano continua



La corte birmana ha giudicato la dissidente Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, colpevole di aver violato la legge sulla sicurezza con una sentenza che la condanna a tre anni di reclusione, condanna che è stata però commutata dalla giunta militare al potere a 18 mesi di arresti domiciliari.

È stato condannato a sette anni di lavori forzati dalla corte birmana il pacifista americano, John Yettaw, che lo scorso maggio aveva raggiunto a nuoto l'abitazione di Aung San Suu Kyi, dove la dissidente era agli arresti domiciliari, e vi era rimasto due giorni.

La sentenza dei giudici, e poi l'intervento generale Than Shwe che ha commutato in arresti domiciliari anche le condanne delle due domestiche della Suu Kyi, ha portato ad una condanna molto più lieve dei cinque anni di prigione che il premio Nobel rischiava. Ma sufficiente ad impedirle di partecipare alle elezioni che la giunta ha promesso per il prossimo anno, e di cui non è stata ancora fissata la data. Gli avvocati del leader dell'opposizione - che ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni agli arresti domiciliari - ora hanno 60 giorni di tempo per presentare ricorso contro la sentenza di condanna.

[ da L'unità ]

Nonostante le condanne di tutto il mondo,Onu,Comunità europea e Stati Uniti,il potere birmano continua la linea dura e di segregazione verso il premio nobel Aung San Suu Kyi,altri 18 mesi di arresti domiciliari e sette anni di lavori forzati al cronista americano che è stato a colloquio da lei.

La recente intervista a Carmen Lasorella



Il rispetto e l'amore del popolo birmano nei suoi confronti



&& S.I. &&

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