Il servizio televisivo del Tg3
"Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata". Di cosa? E la risposta è la solita: «Mancanza di meritocrazia e di fondi, meccanismi di promozione di carriera legati all’albero genealogico o alla simpatia». All’università di Pavia le sue parole non sono state prese bene. «Qualcuno si è lamentato. Dice che ho denigrato l'ateneo, ma ho detto solo la verità». Su Corriere.it oltre 400 messaggi: tanta solidarietà, tanti auguri e qualche sparuta critica. Ma un blog è arrivato a pubblicare i verbali dei due concorsi nei quali la dottoressa è stata "bocciata": «Avete confrontato i curriculum dei candidati? E sono limpidi i concorsi in Italia?» risponde Rita senza scomporsi. «Il sistema antimeritocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa nazione». Lei è stata danneggiata? «Non posso rispondere a questa domanda». Ha paura di ritorsioni? «Assolutamente sì». Incredibile, eppure stiano discutendo di università non di mafia. «I concorsi universitari erano dunque celebrati, discussi e decisi molto prima di quanto la loro effettuazione facesse pensare, a cura di commissari che sembravano simili a pochi "associati" a una “cosca” di sapore mafioso». Così scriveva il giudice Giuseppe De Benedictis in una sentenza sui concorsi truccati all’università. A questo punto buona fortuna. A lei e anche chi resta, s'intende.
[ da Corsera ]
Un'altra testimonianza,l'ennesima,di come sia organizzato questo paese,dove leccapiedi,ruffiani e saltatori di professione nel carro del vincitore,riescano ad ottenere le migliori possibilità lavorative.
Non sarà una denuncia a cambiare il trend d'un paese malato,rimarrà la testimonianza ed una prova ulteriore d'una nazione destinata ad una decadenza preoccupante e irreversibile.
[ post inserito da Kenzo ]
1 commento:
la mafia dei baroni gestisce l'università. e i cervelli scappano
Il caso Rita Clementi. La fuga dei cervelli causata dalla mafia accademica italiana
Posta un commento