
A proposito di treni amici miei fece epoca,ma ai buontemponi di quel periodo,nel loro ricordo,gli scherzi sono perdonati,oltretutto il montaggio di chi subisce gli schiaffi è divertente.
Il treno sta arrivando in stazione. Un giovanotto con la mascella da manager abbassa il finestrino e guarda fuori, alla ricerca di qualche faccia conosciuta. Soddisfatto, recupera la sua ventiquattrore dal bagagliaio e si accinge a scendere. «Scusi, ma conviene chiuderlo, quel finestrino, altrimenti chi salirà dopo di noi morirà di freddo», suggerisce con linguaggio felpato e volutamente impersonale un signore dall'aria serafica. Il giovanotto gli rivolge uno sguardo strafottente: «A me non conviene». E se ne va. Nessun passeggero sembra fare caso a questo episodio di ordinaria solidarietà fra le genti, tranne una ragazza energica che aiuta il signore dall'aria serafica a richiudere il finestrino e intanto commenta: «Lei è troppo buono. Al suo posto, io gli avrei tirato un calcio in mezzo ai calzoni» (non dice proprio calzoni, ma ci siamo capiti).
Da questo aneddoto, raccontatomi da un lettore, un pessimista trarrebbe lo spunto per celebrare i funerali dell'umanità. Se persino in tempi di crisi il menefreghismo prevale sulle forme più elementari di educazione civica, le speranze di veder sopravvivere la convivenza sociale sono ridotte al lumicino. Ma chi è condannato dal titolo della rubrica a concedere sempre un'ultima chance all'ottimismo, non può non guardare con simpatia alla ragazza energica. Che diventi mamma al più presto per educare la prossima generazione di calzoni, ricorrendo ai metodi che riterrà più appropriati all'immane compito. A noi conviene.
[ da La stampa ]
Non mi piace fare retorica,ma buona parte dei comportamenti di cui siamo testimoni quotidianamente arrivano da lontano e in modo intensivo,quando fin da piccoli la televisione educa alla competizione e al successo,con un mix di spietato consumismo,da ragazzi il gioco diventa più elementare,al gusto del personalismo esasperato è sufficiente impartire trash ed isterismi,i quadretti quotidiani non potrebbero essere diversi.
Per non puntare il dito unicamente ai milioni di monitor,sicuramente altamente responsabili da chi li gestisce,certamente la famiglia è il perno centrale per almeno tamponare e riuscire a correggere alcune deviazioni,ma lavorando in due,il posteggio dai nonni è quasi scontato,visto e considerato la mancanza di strutture che si dedichino ai propri figli,la stanchezza e l'esser stati assorbiti da certa educazione,un pò meno da piccolini,ma coinvolti full immersion nei palinsesti televisivi,anche i neo genitori tendono più che a discutere ed educare,ad accontentare con il protezionismo assoluto i pargoli e nel riempirli d'ogni gadget per continuare l'intontimento egocentrico.
La scuola in ultima analisi,senza che vi siano santi da una parte e diavoletti dall'altra,non sono personalmente invidioso del compito che attende tutte le mattine i professionisti dell'educazione,tenere a bada più di una ventina di determinati soggetti,l'unica riflessione e sentimento che provo per loro,è tenerezza.
&& S.I. &&
Nessun commento:
Posta un commento