domenica 11 gennaio 2009

Beppino Englaro,il nostro paese non è civile

"In un Paese come l'Italia arrivo a pensare che non ci sia un minimo di civiltà, poichè non lasciare attuare sentenze passate in giudicato è veramente preoccupante per una nazione". Lo ha affermato Beppino Englaro, tutore e padre di Eluana, alla trasmissione di Fabio Fazio su Raitre Che tempo che fa.



Un verso di Ceronetti parla di Eluana Englaro come «priva di morte e orfana di vita». China la testa papà Beppino Englaro: sì anche lui la vede così, questa sua figlia assente e presente, per cui sta combattendo come un leone, anche se gli costa sempre più fatica. E ieri lo si è visto, a «Chetempochefa. Ci sarebbe dovuto andare lo scorso ottobre, ma le condizioni cliniche di sua figlia peggiorarono improvvisamente e altrettanto improvvisamente migliorarono. Ha riaccettato l´invito di presentarsi davanti alle telecamere perché «per Eluana hanno deciso gli altri e ci creano continuamente delle cose paradossali». Non ci sta, questo genitore: «Viene da pensare - così dice davanti al pubblico attento - che in un paese come l´Italia non ci sia un minimo di civiltà. Perché non lasciare attuare le sentenze passate in giudicato è preoccupante per la nazione, è un fatto che ci riguarda tutti e chiamarsi fuori da situazioni del genere è pericoloso».

È stata un´intervista in cui Fabio Fazio tentava di avere qualche racconto sentimentale, ma Englaro se n´è ben guardato. Ha risposto citando sentenze e leggi, non emozioni e persone. Sul tema della vita e della morte «noi - sono le sue parole - abbiamo fatto un approfondimento nella famiglia. Nella società lo stiamo facendo ora. In futuro nessuno potrà dire di non conoscere a che cosa si va incontro». E cioè che la rianimazione forzata può avere come conseguenza lo stato vegetativo a vita: mentre Eluana, anche se giovane, non era leggera, ci aveva pensato bene, ed era per «la libertà di vivere, non per la condanna a vivere». Ma «a 6.203 giorni dall´incidente» eccola sempre come al primo giorno, scollegata dal mondo esterno e nutrita attraverso il sondino, una terapia inevitabile, che «non ha nulla a che vedere con la naturalità... Sono deliri», si limita a dire questo padre sulle invenzioni sanitarie comparse in queste settimane, secondo cui «Eluana deglutisce».


Non un medico serio, al mondo, ritiene si possa imboccare chi è in stato vegetativo da quasi diciassette anni, questo papà Beppino lo sa bene. Di stare ancora a spiegare questa storia però non se l´immaginava: «C´è stata la sentenza, ci siamo attivati da subito per dare attuazione al decreto del 9 luglio, nei vari aspetti, poi un atto del ministro Sacconi che ha convinto la Casa di cura di Udine a una serie di approfondimenti giuridici su aspetti tecnici e amministrativi. Siamo qua, aspettiamo». Ma, spiega, «se quando sono vivo posso rifiutare le cure, come mai non posso rifiutarle quando non sono capace di intendere e volere?».

[ da La repubblica ]

Dopo l'ennesimo sfogo del padre di Eluana,personalmente mi vergogno d'essere cittadino italiano,anche se in questo spazio abbiamo pubblicato i passi salienti dell'iter burocratico a riguardo della povera Eluana,un vero sfinimento e un continuo dolore per la famiglia,siamo arrivati anche al grottesco,con i vari poteri nel cercare d'impedire lo svolgimento della sentenza,che mette fine al calvario della donna.

&& S.I. &&

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