mercoledì 12 novembre 2008

Far Oer,la strage di balene.la denuncia di Greenpeace









La caccia alle "balene pilota", nelle isole Fær Øer , arcipelago danese a sud dell'Islanda, ha modalità tutte sue. Non si inseguono i cetacei in mare aperto: li si aspettano a terra, quando si avvicinano alle coste in cerca di cibo, li si circondano, e inizia così una vera e propria mattanza a colpi di ascia e uncini. E' una tradizione che va avanti, ogni anno, sicuramente dal 1709 anche se le prime testimonianze documentate risalgono alla fine del '500. L'uccisione di questi cetacei avviene in un territorio che si trova sotto la giurisdizione della Danimarca, ma queste isole di fatto godono di ampia autonomia, soprattutto se tratta di questioni legate all'ambiente e alla pesca.

LE BALENE PILOTA - Le balene-pilota, note anche come globicefali o deflini-balena, raggiungono la lunghezza di 5-7 metri e possono raggiungere un peso di oltre due tonnellate. Si muovono in branchi numerosi, composti per lo più da femmine adulte con i propri piccoli, e vivono mediamente 50 anni e sono animali molto socievoli. Questi pacifici delfini abitano tutti i mari del mondo, eccetto che nelle acque troppo fredde dei poli.


LA DENUNCIA - «L'orribile macellazione annuale di migliaia di balene pilota indifese ogni anno nelle isole Fær Øer - ha denunciato la Sea Shepherd Conservation Society - è altrettanto crudele come la macellazione del delfino effettuata dai giapponesi nelle Taiji. Si vedono le baie tinte di rosso del sangue e si sentono le urla delle balene pilota ferite mortalmente. E' uno spettacolo mostruoso ed è una oscenità abbracciata completamente dal governo danese e da molta gente danese». Secondo Alessandro Giannì, responsabile della campagna mare di Greenpeace, «questo tipo di caccia non rientra certo nelle dimensioni di attività finalizzata al sostentamento della popolazione locale. Spesso si usa questa motivazione, come è già accaduto nell'arcipelago Norvegese delle isole Lofoten, ma quando poi si va a controllare si verifica che i numeri e il giro d'affari smentiscono totalmente questa versione».

[ articolo tratto da corsera ]

Le immagini e la storia di questa barbara tradizione sono sconvolgenti,come l'ingordigia dell'uomo non sia mai sazia,sta bene cacciare o pescare,ma compiere una mattanza del genere è mostruoso.

Vergogna,in questo caso è rivolto alle autorità danesi e le popolazioni che si macchiano di tale scempio.

[ post inserito da Kenzo ]

3 commenti:

Pierprandi ha detto...

Che posso dire.... La mostruosità dell'essere umano non ha limiti... un saluto

Yuri ha detto...

È la loro cultura. Sono un popolo che ammiro tantissimo: vivono in mezzo al niente, al centro dell'oceano e non hanno niente. A loro non cresce niente e si arrangiano da vivere con quello che trovano. Loro non hanno capitan findus che gli porta i bastonicni surgelati in casa e non oso immaginare cosa gli costi un chilo di mele o qualche banana.
Quindi non facciamo i moralisti.

Ivo Serenthà ha detto...

Le tradizioni barbare possono essere modificate,una mattanza del genere è un orrore per l'umanità,la pesca si può organizzare in modo assai diverso e le coltivazioni per l'alimentazione possono essere studiate per quel clima.

Altrimenti si inneggia alla sopravvivenza celando la crudeltà.