giovedì 23 ottobre 2008

Terra madre e salone del gusto,le gastronomie ecosostenibili del mondo,all'insegna dello Slow Food

PRENDE OGGI IL VIA ASSIEME AL SALONE DEL GUSTO IL MEETING INTERNAZIONALE DELLE COMUNITÀ DEL CIBO. OLTRE SEIMILA DELEGATI DA 153 PAESI CHE SARANNO ACCOLTI DA ASSOCIAZIONI E FAMIGLIE DEL PIEMONTE



Sale la febbre per la Terra Madre
Lingotto, la faccia festosa del movimento no global

Nei quattro anni passati dalla prima edizione è nata una rete
Per pagare il viaggio ai delegati si è raccolto un milione di euro
La kermesse è diventata un appuntamento imperdibile per tanti che attendono l´incontro con altre culture in un momento difficile
Una babele di lingue, e pochissimo inglese, dove alla fine si capiscono tutti
Burdese, presidente di Slow Food Italia: "Non è un controsalone, sono due facce della medesima medaglia"

È la faccia festosa del movimento no-global, il luogo dove anche un bambino che non è mai stato in una vigna delle Langhe e non ha la fortuna di un albero di mele nel giardino della nonna può vedere da vicino chi la terra la coltiva ogni giorno. E poi annusare, assaggiare e da quest´anno anche ascoltare, nei cinque diversi spazi dedicati alla musica della terra, canti e strumenti collegati a semina e raccolto da tutti gli angoli del pianeta. Terra Madre è ormai diventato un Salone nel Salone, verrebbe quasi da dire un controsalone, benché i guru di Slow Food si affannino a dire che non c´è differenza tra degustare un vino da 60 euro a bottiglia o partecipare a un forum sui biocarburanti. E nei quattro anni passati dalla prima edizione a quella che si aprirà domani, l´incontro periodico dei produttori di cibo di tutto il mondo ha fatto nascere anche una rete. Così, quando i riflettori sono spenti e nessuno guarda, i contadini afgani di Herat se ne vanno a Marsala a vedere come i loro colleghi siciliani fanno essiccare l´uvetta. Chi paga? Il pubblico dei fan, che nel solo 2008 ha già versato un milione di euro in contributi, spesso molto piccoli, per consentire a donne e uomini che altrimenti non sarebbero mai usciti dal loro paese di incontrare persone come loro. Settecento volontari, in prevalenza torinesi e piemontesi, lavorano per rendere possibile l´incontro dei seimila delegati e delle loro 1.700 comunità, solo trecento delle quali riescono a portare sotto le volte del Lingotto anche i loro prodotti.
«In molti casi è impossibile far attraversare i confini a certi cibi - spiega il presidente nazionale di Slow Food, Roberto Burdese - Quindi concentriamo il nostro sostegno su trecento prodotti che arrivano dai luoghi dove è già nato un Presidio del Gusto e aspettiamo che gli altri siano pronti a mano a mano per affrontare il mercato». Già, perché nel popolo dei farmer venuti a Torino c´è anche chi è del tutto disinteressato all´export, e a Terra Madre ci viene per imparare, non per vendere. «Aspettavamo da due anni questo momento - racconta Roberta, 35 anni e due bambini piccoli, volontaria cuoca nella grande mensa che ogni giorno a pranzo sfamerà i delegati con piatti diversificati, che tengono conto delle diverse tradizioni alimentari e religiose - La scorsa edizione i miei figli erano troppo piccoli per apprezzare, ora invece li farò venire almeno una volta a mangiare qui, perché si rendano conto di quanta gente lavora ogni giorno nel mondo per "fare" la farina, il caffè, il latte, tutte quelle cose che per loro sono soltanto confezioni negli scaffali del supermercato».
All´esercito dei volontari si intreccia quello degli studiosi e dei professionisti che a Terra Madre si accreditano per seguire i forum. C´è Darcy Rea, il dirigente americano che guida un ospedale di veterani dove «si applicano i principi di Slow Food», e Serenella Rosas che gestisce un ristorante in Venezuela e a Torino è arrivata per sapere come fanno gli altri a rendere i clienti sempre più felici: «Per me - racconta - il meglio è quando mi dicono che la mia crema dolce ricorda quella della loro nonna». Rosa Guerzì, insegnante, è anche lei una volontaria, e non nasconde la sua revisione ideologica: «La politica mi ha stufato, la terra no. Una delle ragioni per le quali vengo qui a lavorare per la seconda volta è che moltissimi ospiti non parlano inglese, sanno esprimersi solo nella loro lingua d´origine. È davvero una Babele di suoni, dove alla fine si capiscono tutti, il contrario delle frasi stereotipate della globalizzazione». Ektara, prem juri, chenda, horse fiddle (il violino con la testa di cavallo che i pastori mongoli hanno dedicato al loro animale-simbolo), gadulka e tupan - tutti strumenti che verranno suonati nei prossimi giorni per far sentire al pubblico la musica delle feste contadine - sono altrettante prove di quel che Rosa racconta. «Ma non è vero che gli appassionati di Terra Madre siano ispirati da principi diversi da quelli del Salone - analizza Burdese - Fino a qualche anno fa, in effetti, al Salone veniva un pubblico indifferenziato, ora chi ci entra condivide la filosofia di fondo: mangiare meglio e in modo più consapevole tutela la biodiversità sul nostro pianeta, che è appunto ciò che fanno, un raccolto dopo l´altro, i contadini invitati qui. Il visitatore tipo? Una coppia giovane con un bambino».
E Burdese invita tutti «a vedere e assaggiare i prodotti di Terra Madre come quelli del Salone, due facce di una stessa medaglia». Non solo i privati, del resto, hanno aperto le loro porte al popolo di Terra Madre: i delegati dal Tajjkistan e dal Kirghizistan, ad esempio, saranno ospiti del Gruppo Abele. E per orientarsi tra le decine e decine di appuntamenti, musicali, culturali e scientifici della manifestazione, a ogni visitatore verrà consegnata una mappa e il programma quotidiano di ciò che accade tra Oval e Lingotto.

[articolo tratto dall'espresso ]

L'intervento di Carlin Petrini all'inaugurazione




Un appuntamento annuale quello del salone del gusto,al contrario Terra Madre si organizza ogni 4 anni,nell'happening del palaIsozaki con i coltivatori di moltissimi paesi del mondo si intrecciano culture e dell'arte culinaria,mentre nell'area espositiva del Lingotto,il pala Oval per la precisione,le prelibatezze da veri gourmet potranno soddisfare i palati più fini,compreso nel prezzo d'ingresso sono possibili moltissimi assaggi delle varie gastronomie internazionali.

Come lavorare la terra non più con l'idea globalizzante,ma rispettando gli aspetti socio-culturali di ogni popolo,il futuro dell'uomo del resto.

Ingresso 20 euro ed entrata libera sotto i 12 anni.




@@ post inserito da Dalida @@

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