sabato 16 novembre 2019

Come abituare all'età della pietra gli spettatori della Tv











Pur ridicolo, il nazi è nazi: serve da controfigura e utile idiota delle destre

di Alessandro Robecchi

Giunti finalmente ai rastrellamenti di quartiere, almeno dei nomi sui citofoni per vedere chi è straniero e chi no, i nazisti dell’Illinois non sono più tanto dell’Illinois, ma qui in mezzo a noi, a dispetto della solita solfa sulle “ragazzate”, “goliardate” e altre puttanate negazioniste. La storia è nota: un consigliere comunale di Bologna, Marco Lisei, meloniano di Fratelli d’Italia, insieme a un deputato della Repubblica, Galeazzo Bignami, meloniano di Fratelli d’Italia anche lui (ma ex Forza Italia), videocamera alla mano, si sono fatti una passeggiata tra le case popolari di Bologna. Hanno così certificato che sui citofoni molti non si chiamano Rossi o Fabbri, come le nostre radici cristiane ci imporrebbero, ma nomi strambi, anche con delle h o delle k. La cosa ha molto turbato i due, che hanno preso al volo quella china dell’ottovolante che conduce alla cretineria assoluta: invasione, prima gli italiani, l’Emilia da liberare, eccetera eccetera. Non tragga in inganno il fatto che i due caratteristi, nell’irresistibile inquadratura-selfie-comizio, sembrino più Totò e Peppino in piazza del Duomo invece che due camicie brune al lavoro, è la solita questione della storia come tragedia e come farsa.

Quanto alla camicia bruna, il Bignami ce l’ha veramente, esistono foto che lo ritraggono mentre la indossa, con tanto di pugnale e fascia al braccio con la svastica, e ancora nel relax post prandiale con bandieroni della Repubblica di Salò e del partito hitleriano alle pareti. E’ roba vecchia, di quand’era capogruppo di Forza Italia in regione, e lui si difese dicendo… indovinate? Goliardia: era il suo addio al celibato (che bella festa, forse pioveva, se no andava a cercare Anna Frank sui citofoni con gli amici).

Naturalmente i due incursori hanno dovuto togliere il video dai loro social, nonostante avessero detto esplicitamente che della privacy se ne fottevano alla grande (un sincero “me ne frego”, con la retromarcia, però), ma resta l’enormità di un deputato della Repubblica che se ne va in giro a schedare i citofoni.

Piccola storia istruttiva, ma non l’unica. Il fascista tira, produce quel momentaneo, sterile accaloramento che hanno le provocazioni, oppure viene esibito come un tempo la donna barbuta o il mangiafuoco nelle fiere di paese. Paolo De Debbio, per dirne uno che fa quel giochetto lì, esibisce nel suo programma un certo Brasile, energumeno-borgataro-fascista, con duplice effetto. Il primo: minimizzare e fare del nazismo di periferia una macchietta quasi patetica, e al tempo stesso aprire, sdoganare, inserire nella normale dialettica popolar-sovranista un elemento – lo squadrista più o meno ripulito – come se fosse un interlocutore normale. Interessante il sottopancia che scorreva mentre il camerata Brasile in primo piano diceva cose come “Nella borgata mia devi fa’ quello che dico io”; una scritta illuminante, una vera dichiarazione di poetica: “L’odio della sinistra: la destra è fascista”. Un ribaltamento così sfacciato che sembra una rivendicazione, non più sdoganamento di un’ideologia coi suoi maestri e i suoi mostri, ma un fattivo, operoso fiancheggiamento, cosa che fanno ogni giorno i giornali della destra.

La sensazione, insomma, è che ai bravi “liberali” e “sovranisti” e leghisti e meloniani, tutto ‘sto fiorire di volenterosi filonazi (nei comportamenti, nei gesti, nelle parole, nelle scritte sul corpo) non dispiaccia per niente, anzi. E’ come avere delle controfigure per le scene pericolose: gli squadristi dicono cose raccapriccianti su discriminazione, odio razziale, pulizia etnica, e i potentati politici annuiscono con aria pensosa, quando non incoraggiano apertamente il testacoda ideologico (Salvini che si paragona alla signora Segre per minacce, ne è un buon esempio). Il nazi è nazi, poi è goliardo quando lo sgamano, d’accordo, ma è tanto utile, signora mia.

DAL BLOG ALESSANDROROBECCHI.IT

Lei pensa che abbiamo toccato il fondo? Ovviamente no credo,questo è il presente e l’immediato futuro che dovremo subire,e chissà quando ne usciremo,la volontà è questa essendo tramontata la sinistra,ed essendo sul viale del tramonto o perlomeno robustamente ridimensionato il movimento 5S.

Quindi ogni demenzialità,se serve,viene sdoganata abituando a una qualità dai tempi dell’uomo della pietra una buona percentuale di spettatori,penso che si vada verso un fascismo del XXI secolo e pensando a chi si è sacrificato per la democrazia,in montagna o deportato in Germania,ho idea che si stia rivoltando nella tomba.

Qui si sta andando oltre al negazionismo,che risultò ridicolo un po’ come gli odierni terrapiattisti,bensì stanno orchestrando il volto aggressivo con le soluzioni semplici e applicabili,quando mai… ma pieno di buone intenzioni verso i nativi che devono difendersi o in molti casi sfruttare,chi arriva come profugo o semplicemente per avere una opportunità di vita,e che stiano sereni,qui sulle nostre latitudini solo gli sfigati rimangono,la volontà è di recarsi altrove,dove seppure con difficoltà l’integrazione viene praticata.

E per dirle tutte,da questo Paese se ne stanno andando anche molti giovani,quelli che vorrebbero sfruttare le competenze acquisite,senza nepotismi,raccomandazioni,etc,etc.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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