giovedì 19 ottobre 2017

Ci risiamo con il valzer tra Pd e Mdp

















Fiori, cene, posti in lista: il cavalier Matteo torna dall’amata (?) sinistra

di Alessandro Robecchi

Ora che per sapere dove si trova Matteo Renzi basta consultare l’orario dei treni, è forse il momento di fare il punto sulla situazione sentimentale del nostro eroe, impegnato in questi giorni in una faticosa riconquista. Siamo a un passo dal canto medievale, con il principe che corre lancia in resta alla riconquista dell’amata (la smorfiosa principessina Sinistra), sempre che l’amata dimentichi tutti gli schiaffoni ricevuti, di essere stata rinchiusa nella torre, di essere stata derisa e umiliata davanti alla corte, periodicamente abbandonata, tradita con Verdini, e altro ancora.

Del resto, inventarsi una legge elettorale che premia le coalizioni senza avere nessuno con cui coalizzarsi denota un certo sprezzo del pericolo, tipico di certi cavalieri delle fiabe, per cui recuperare la sinistra diventa una specie di mossa obbligata: l’amata non è amata per niente, anzi al nostro eroe sta parecchio sulle palle, ma bisogna riconquistarla lo stesso. “Cambio di strategia”, “indubbiamente una svolta”, ci dice il Corriere della Sera annunciando la nuova Chanson de Matteo. Ecco alcuni consigli, e le cose che possono andare storte.

Mandare fiori. E’ una mossa scontata ma fa sempre piacere. Purtroppo le reazioni non sono univoche. D’Alema è allergico, Bersani dice “Non fiori ma opere di bene, tipo togliere il ticket sulla sanità”, Civati fa un convegno coi verdi sulla floricoltura. Sul bigliettino ci doveva essere scritto, “Cara, vediamoci, parliamo”, invece l’ha scritto Ernesto Carbone e insieme alle rose è arrivato: “Ciaone”. Pensarne un’altra, subito!

L’invito a cena. Cosa c’è di meglio che parlarsi guardandosi negli occhi? Peccato che alla cena di riconciliazione, Matteo stia tutto il tempo attaccato al cellulare cercando citazioni colte per far colpo. Dopo aver citato De Maistre, il film Dunkirk, Recalcati, Tom & Gerry, Obama e Rita Pavone se ne andrà dimenticandosi di pagare il conto. Dannazione! Ritentare!

Il week end a Parigi. Quella che rimane l’arma fine-di-mondo della riconquista amorosa va maneggiata con cura. Andiamo, chi non cederebbe a un fascinoso fiorentino passeggiando sul lungosenna, mano nella mano tra le viuzze romantiche del quartiere latino? “Ah, proprio vicino a dove insegna Enrico Letta!”, dice Bersani, e così scappa tutta la poesia. Ognuno torna nel suo albergo, solo e triste. Provarne un’altra, subito!

Posti in lista. Più dei fiori, più dei gioielli, ecco un omaggio che dovrebbe funzionare. Una manciata di posti in lista per l’amata che fa la preziosa e non vuole tornare. Del resto dopo aver piazzato i fedelissimi, i millenials offerti da un’agenzia specializzata, gli yesmen, Veltroni perché è andato al compleanno, soci e amici, qualche posto per la sinistra in collegi in cui si perde di sicuro si troverà. E’ come regalare vetri di bottiglia in una scatoletta con scritto Tiffany, ma magari qualcuno ci casca.

Se no vince la destra. Secondo alcuni esperti, è la frase amorosa che funziona meglio, anche più di “Ti ho sempre amato” e “Per me esisti solo tu”. Siamo alla fase “in ginocchio” della riconquista amorosa, quando il nostro eroe passa all’implorazione ed evoca scenari apocalittici: se l’amata non tornerà con il principe vinceranno le forze del Male, cioè quelle che hanno votato con lui il Rosatellum. Matteo si è pure portato il discorsetto scritto su “Se non torni con me vince la destra”, ma mentre lo estraeva dal portafoglio gli è caduta sul tavolo la foto di lui abbracciato a Marchionne. Che disdetta! Pensarne un’altra, subito!

Potrei non fare il premier. E’ l’ultimo stadio dell’amor cortese: l’amoroso si annulla per amore dell’amata. “Se tu torni a casa, io smetto di fare il candidato premier”, è un po’ come Lancillotto che vende il cavallo: non ci crede nessuno, ma fa molta scena e commuove il pubblico più sensibile.

DA ALESSANDROROBECCHI.IT

Siamo al grottesco,conosciamo il coccodrillo toscano e le lacrime dopo aver sbranato le vittime,e conosciamo Bersani,D’Alema & company,che sono come quello che torna a casa tumefatto dalle botte prese e dice alla moglie,lo sai quante gliene ho dette…

Mi spiace ma su questo argomento non riesco a sorridere amaramente,è il solito teatrino della presa per i fondelli,di coloro che sbattono la testa quotidiamente per sopravvivere e c’è qualcuno da sopra che gli urina addosso.

Il che si fottano tutti insieme,mi pare più che legittimo!

I.S.

iserentha@yahoo.it

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