giovedì 17 marzo 2016

Jobs act:Solo fuffa spalmata a piene mani sulla pelle dei lavoratori

















Proposta a un renziano, in attesa di risposta

di Alessandro Gilioli

Ieri, su Fb, ho condiviso l'articolo del sito di Repubblica sul crollo delle assunzioni di gennaio, facendo notare come l'aumento di posti di lavoro del 2015 non avesse evidentemente a che vedere con il Jobs Act e fosse invece il frutto degli incentivi, che avevano provvisoriamente "dopato" i contratti.

Un amico renziano mi ha scritto, con gentilezza, che la mia polemica era insensata, perché anche gli sgravi erano opera del governo Renzi.

Il mio amico aveva perfettamente ragione. O meglio l'avrebbe avuta se il centro dell'universo (e quindi il senso della questione) fosse il governo Renzi. Quando invece il punto focale è: ridurre le tutele dei lavoratori, renderli più licenziabili e flessibili, fa aumentare o no l'occupazione?

Con tutto il rispetto per il governo in carica, la questione di cui sopra è un po' più importante.

Anzi, è fondamentale.

Perché riguarda tutti gli ultimi trent'anni (dal punto di vista del senso comune, della convinzione diffusa) e le molte norme che in Italia sono state fatte ben prima di Renzi sulla base del postulato secondo cui più flessibilità vuol dire più occupazione: a partire dal pacchetto Treu del 1997, quindi la cosiddetta legge Biagi del 2003, la riforma Fornero del 2012, il decreto Poletti del 2014. Norme quindi fatte da governi di centrosinistra, centrodestra e larghe o larghette intese e tutte basate sull'assunto che la riduzione delle tutele dei lavoratori avrebbe favorito la crescita delle assunzioni. Esattamente lo stesso principio e la stessa narrazione che ha giustificato il Jobs Act.

Bene: i numeri statistici Inps di ieri e gli studi ultimi Bankitalia dimostrano (anche questa volta, come le precedenti) che questa correlazione non c'è. O è insignificante.

Mi sembra un'evidenza di verità abbastanza rilevante e che trascende il governo Renzi.

A cui si può serenamente e in onestà intellettuale accreditare il successo (pur provvisorio, dopato e già agli sgoccioli) degli sgravi sulle assunzioni: ma che ha la responsabilità di aver diffuso ulteriormente nell'ultimo anno il falso storico assoluto secondo il quale la maggiore licenziabilità contenuta nel Jobs Act fosse una causa efficiente di maggiore occupazione. Contribuendo non poco a creare la convinzione farlocca (ma ormai entrata nelle coscienze di tanta gente) che tanto più si rendono licenziabili i lavoratori, quanto più crescono le assunzioni.

Una bugia che origina dai pupari della comunicazione renziana ma di cui portano una gravissima corresponsabilità tutti i media - giornali, tivù etc - che in questo anno hanno parlato di "effetto Jobs Act" ogni volta che uscivano dati Istat sull'aumento dei contratti, mentre questi aumenti non avevano a che fare con la maggiore licenziabilità prevista dal Jobs Act ed erano da mettere in relazione agli sgravi sulle assunzioni previsti dalla legge Finanziaria (oltre probabilmente ad altri fattori, esogeni, come il Quantitative easing della Bce; più in generale, come noto, la questione occupazionale ha concause multiple complesse che vanno dai consumi all'export, dall'istruzione alla robotizzazione, dalla competizione internazionale alla corruzione diffusa che ostacola l'afflusso di capitali in Italia etc etc).

Alla fine, quindi, al mio amico piddino ho proposto: guarda, io - che sto con l'opposizione - scrivo pubblicamente volentieri che gli sgravi decisi da Renzi sulle assunzioni hanno creato posti di lavoro, nel 2015; ma tu - che stai con il governo - scrivi pubblicamente che la maggiore licenziabilità prevista dal Jobs Act invece non ha avuto alcun effetto significativo sull'occupazione, e che quindi la maggiore licenziabilità è soltanto una scelta politica, una declinazione della lotta di classe dall'alto verso il basso, gabellata con l'alibi falso che produce maggiore occupazione.

Sono entrambe affermazioni di verità, basate su dati, in reciproca onestà intellettuale.

Sto ancora aspettando una risposta.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

L'hanno capito anche chi è di coccio,che tutte le riforme sul lavoro da una ventina d'anni a questa parte,non sono nient'altro che la vendetta dopo anni di conquiste dei lavoratori,a proprie spese con gli scioperi,sui diritti fondamentali che mancavano fino agli anni sessanta dello scorso secolo.

Ma quale facilità all'impiego contro la disoccupazione,stanno creando un esercito di precari ricattabili in ogni ora della giornata lavorativa,pagati una fame e con prospettive da poveracci per l'intera vita.

Così tanto nel far capire chi comanda,e se poi a tutto ciò non si muove foglia o quasi,staremo a vedere l'involuzione in atto,oppure vedranno le nuove generazioni fino a quale punto potranno tirare la corda.

I.S.

iserentha@yahoo.it

2 commenti:

Vincenzo Iacoponi ha detto...

In Italia lo stato sociale, così come era, è ormai in stadio avanzato di smantellamento.
Io comunque non mi sono mai illuso che irrenzi potesse fare una qualsivoglia riforma intelligente. Penso che in nessuno Stato civile in questo pianeta si butti una famiglia in strada senza un tetto sulla testa, senza uno stipendio minimo che garantisca l'esistenza e ci si vada a pavoneggiare all'estero -dove la situazione sociale itaiana è estremamente nota e arcinota- venendoci poi a raccontare, complice la stampa e la TV servile al punto giusto, che si è ottenuto questo o quel successo politico.
Questo governicchio di leccaculo e di mediocri non farà mai niente di veramente buono.
Non vedo purtroppo nessuna base politica da nessuna parte che possa sostituire in meglio questa gente. Ci vorrebbe un movimento popolare fortemente ingaggiato con la classe più debole del paese -tipo Podemos- con alla testa un sindacalista, che potrebbe essere Landini, per coagulare istanze e probabilmente voti.
Questo è il mio augurio.

Ivo Serenthà ha detto...

Quel movimento iberico che hai accennato è unico nel suo genere in Europa,ce ne sono di altra natura nel vecchio continente,e sono perlopiù xenofobi,quello italiano è un'anomalia poichè è stato ideato da due personaggi,ed è questo il suo limite,non può funzionare ed è una iattura essendoci il nulla in alternativa.

Landini momentaneamente non pervenuto,ed è molto strano da ciò che aveva affermato un anno fa,e il resto della sinistra costantemente con l'encefalogramma piatto.