lunedì 22 febbraio 2016

Riflessioni sulla Europa delle banche e della finanza













La meglio Europa, la peggio Europa

di Alessandro Gilioli

Se c'è qualcosa che nel Novecento ha caratterizzato la miglior Europa è stato il maggiore welfare rispetto a quasi tutto il resto del mondo: salute, istruzione, magari anche casa e sussidi.

Certo, talvolta, era solo una concessione alle classi deboli per evitare che queste fossero attratte dal comunismo sovietico; altre volte invece assumeva aspetti clientelari e di scambio, come nei Paesi mediterranei.

Insomma era tutt'altro che perfetto: tuttavia ha consentito non solo una lunga crescita economica del vecchio Continente ma anche una condizione di sempre maggior decenza e coesione sociale per milioni di persone. Specie se confrontato con l'individualismo proprio del capitalismo americano o con quello, di indicibile brutalità, della post comunista Cina.

Oggi, si sa, le istituzioni europee traballano: fondamentalmente perché quei sistemi nazionali di welfare sono stati travolti dalla mondializzazione dei mercati e dalla ideologia sottostante, di cui la Ue si è fatta concreta vessillifera. La conseguente divaricazione della forbice sociale e l'impoverimento della classe media hanno portato quindi al crollo di consensi verso l'Europa, poi ai litigi tra i rappresentanti degli Stati ciascuno proteso a un "si salvi chi può" locale, che quindi va a scontrarsi con ogni ipotesi di integrazione.

In tutto questo, forse, l'unica speranza di qualsiasi idea d'Europa è quella di reinventarsi un welfare: federale, universale, senza frontiere.

Bene, quello che hanno firmato l'altro giorno per evitare la Brexit va esattamente dall'altra parte: nella bozza di riforma del regolamento Ue 492 del 2011 si stabilisce che ai cittadini europei che vanno a vivere in un altro Stato dell'Unione, per un certo numero di anni (fino a 7) possano essere negati i servizi di welfare garantiti ai suoi cittadini da quello Stato.

È meraviglioso.

È meraviglioso come le istituzioni europee vadano nella direzione esattamente opposta all'unica che potrebbe rilanciare l'unità culturale, storica, etica e sentimentale dell'Europa.

Ma è meraviglioso anche come nella Ue sia sacra e intoccabile la circolazione di merci e capitali, mentre il welfare si ferma alle sue frontiere interne. Che impongono a ognuno di tornare a essere straniero appena passato il confine del suo vecchio Stato nazionale.

La peggior Europa - e l'Europa suicida.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Sono dell'idea che se tutta la macelleria sociale vista sino ad ora non sia sfociata drammaticamente,é perché momentaneamente resiste il welfare familiare,quello che riesce a sostenere la precarietà dei figli dandogli assistenza.

Altrimenti ormai intere generazioni e quelle che verranno a maggioranza sopravviverebbero malissimo,e la bomba sociale sarebbe già realtà o starebbe per iniziare.

Sulle pessime politiche europee globalizzanti,interessate solo alle banche e alla finanza non ho nulla da esprimere,questa è la granitica realtà,tutto verrà messo in discussione quando finirà l'unico welfare esistente.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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