sabato 20 febbraio 2016

Jobs Act:Come raccontare menzogne sulle fantomatiche assunzioni

















99 per cento balle

di Alessandro Gilioli


Il Jobs Act ha contribuito a creare solo l'1 per cento dei nuovi posti di lavoro. Lo la detto ieri Bankitalia, in uno studio della sua Struttura economica.

Da giornalista, mi viene subito da pensare alla comunicazione: cioè a quel titolo «effetto Jobs Act» che quasi tutti i quotidiani hanno messo per un anno ogni volta che il governo o Istat davano numeri positivi sull'occupazione. Bene, quei titoli in prima o in homepage erano al 99 per cento balle: ora è appurato. Intanto però hanno inciso sul percepito comune, anche perché la stessa bufala è circolata ovunque, dai talk show a Facebook.

Il leggerissimo aumento dell'occupazione dell'ultimo anno è stato dovuto invece a una serie di cause incrociate, esterne e interne, dice Bankitalia. Tra quelle interne, il provvedimento che ha impattato di più è stato quello delle detrazioni fiscali per le nuove assunzioni: una cosa che peraltro qui si dava come probabile sei mesi fa.

Peccato che le detrazioni fiscali (che non hanno nulla a che vedere con il Jobs Act, nonostante le due cose vengano spesso dolosamente confuse) siano una misura pro tempore, straordinaria e costosa. Non costituiscono una "riforma strutturale" ma esattamente il contrario: un doping one-shot.

Ce lo diranno gli anni, quindi, quali saranno stati i veri effetti del Jobs Act, vista la sua inutilità sotto il profilo occupazionale.

E ci diranno probabilmente la verità: cioè che è servito fondamentalmente a cambiare i rapporti di forza nelle aziende tra datori e lavoratori, a creare un clima più favorevole ai primi intimidendo i secondi, a seppellire il principio di civiltà basilare che se uno fa bene il suo lavoro non lo si può mandare a casa per uzzolo.

Insomma è stato un altro metro guadagnato dai più potenti contro i più deboli, nella lotta di classe dall'alto verso il basso.

In più, è stata una medaglia di chi lo ha voluto, il Jobs Act: una medaglia da esibire con i potenti dell'economia e dell'Europa che lo sostengono.

Infine, è stato l'occasione per una forsennata campagna a diffondere la falsa narrazione secondo cui per creare occupazione bisogna peggiorare le condizioni di chi lavora.

Del resto, si diceva: 99 per cento di balle

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Tanta fuffa per nulla,ed è la verifica di come sia sponsorizzato l'attuale esecutivo mediaticamente.

È quasi inutile ripetere su come dovrebbe cambiare profondamente il paese,la corruzione,l'evasione-pressione fiscale, criminalità organizzata,fino a quando permarranno queste metastasi possono suonarcele e cantarle,saremmo sempre considerati a livello mondiale,inaffidabili.

I.S.

iserentha@yahoo.it

2 commenti:

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Era chiaro fin dall'inizio che fosse una bufala, ma l'abilità da malfattore di Re Cazzone Primo, la sua faccia di tolla, il servilismo dei media di parte e di partito, anche se non ufficialmente, hanno sventagliato sui musi italici la notizia che finalmente "tutto andava ben, madama la marchesa".
Niente va bene, fintantoché una banda di mistificatori dell'ostrega farà con noi il gioco delle tre carte. Siamo turlupinati da dei ladri di strada, malfattori comuni. Alla fine del suo cursus honoris Renzi dovrà essere giudicato da un tribunale comune per truffa, rapina e chi più ne ha più ne metta.
Come la doloross fregnaccia delle tasse che sono diminuite.
Io vivo in Germania, ma mia figlia è rimasta in Italia. Lei e suo marito collezionano i fogli degli stipendi, da cui si enuncia che le tasse non sono diminuite dal 51,6% al 47,4% come sostiene il bellimbusto fiorentino, ma -come sostiene anche chi ha più autorità di me, coè la Frankfurter allgemeine Zeitung- ma aumentate fino a sfiorare il 54%, esattamente il 53,89%. La FAZ di Francoforte spiega anche come sia possibile il trucco: i una divisione esiste un dividendo, un divisore e un quoziente; fermo restando il dividendo, abbassando il divisore il quoziente aumenta. Al contrario aumentando il divisore il quoziente diminuisce. Il gioco viene fatto dividendo la massa delle entrate per il PIL, artatamente e fraudolentemente aumentato, e il quoziente, cioè l'ammontare in percento della tasse diminuisce di valore.
Un tipico giochetto da imbroglioni, sempre partendo dal presupposto che gli italiani siano così coglioni da non sapersi fare due conti.

Ivo Serenthà ha detto...

Lasciando perdere cos'hanno scelto gli italiani elettoralmente da vent'anni a questa parte,il trend non poteva essere diverso,per una moltitudine di opportunisti a cui vanno bene lo stato delle cose,corruzione,evasione fiscale,criminalità organizzata,ed è una fetta del paese "importante",altri si bevono come fosse un bicchier d'acqua cosa sponsorizza la Tv.

Da un caimano all'altro il prodotto non cambia,ciò che è preoccupante sono le mancanze di alternative credibili,lo sporco lavoro è stato "magnifico" nel suo genere.