sabato 2 gennaio 2016

Verso le elezioni comunali di primavera


















Passata la festa, gabbata la sinistra

di Alessandro Gilioli

Calpestata e derisa, ma soprattutto malmessa e divisa, la cosiddetta "sinistra radicale" italiana si trova all'alba del 2016 nella paradossale condizione di essere decisiva nelle prossime elezioni amministrative di molte città.

Non tanto i suoi leader (oddio, leader...) il cui prestigio già scarsino da tempo si è ulteriormente assottigliato con il penoso spettacolo del "tavolo costituente" del nuovo partito (una prece). Quanto i suoi elettori: che a dispetto delle pessime rappresentanze esistono - per valori, ideali, interessi - e tutti insieme valgono una cosa che sta almeno tra il 5 e il 10 per cento. E non sto parlando degli elettori potenziali di sinistra che poi si frantumano tra astensionismo, M5S e abbrivo piddino (quelli sono molti di più): sto parlando proprio di quelli che si ostinano a votare e a votare qualcosa di dichiaratamente di sinistra e a sinistra di Renzi. Per capirci, sto parlando di quelli che all'ultimo giro hanno scelto Luca Pastorino in Liguria o Tommaso Fattori in Toscana, rispettivamente il 9,4 e il 6,2 per cento.

Ecco, questa fetta di pervicaci che Renzi percula da un anno adesso viene riscoperta: e da settimane il Pd sta mandando il poliziotto buono Matteo Orfini a cercare di riportarla all'ovile.

Ultima puntata, l'intervista del presidente del Pd a "il Manifesto" di oggi. Nella quale ci spiega che «alle amministrative si possono avere maggioranze tra forze che nazionalmente hanno posizioni diverse», «le condizioni per tenere vivo il centrosinistra ci sono», «spero che la sinistra resti più unita possibile» etc etc.

La ragione di questo prodigarsi del Pd alla sua sinistra è semplice e si chiama Movimento 5 Stelle.

Il caso più eclatante è Torino: dove la candidatura di Giorgio Airaudo potrebbe bastare per impedire a Piero Fassino la vittoria al primo turno; e se l'ex segretario Ds sarà costretto al ballottaggio, la probabilità di essere superato al secondo turno da Chiara Appendino è tutt'altro che remota.

Qualcosa di simile potrebbe succedere a Roma: dove la popolarità del fu centrosinistra, dopo la cacciata di Marino, è ai minimi storici; e il M5S avrebbe buone probabilità di arrivare al ballottaggio anche candidando il gatto di Casaleggio.

In questi casi si sa come fa Renzi, di volta in volta: strizza l'occhio a chi gli è più utile. Del resto è l'uomo che ha fatto il patto del Nazareno per cambiare la Costituzione e poche settimane dopo ha messo Forza Italia fuori dai giochi per il Quirinale, illudendo così tutta la sua minoranza interna. Invece, ovviamente, non c'era niente da illudersi: c'era solo da prendere atto che il premier è uno spregiudicato giocatore su più tavoli, a seconda della convenienza del momento.

E la convenienza del momento ora è riportare quel 5-10 per cento nell'alveo del centrosinistra - pur essendo questo stato seppellito dal partito della nazione, dal Jobs Act e da tutto il resto.

Sebbene questa dinamica d'opportunismo sia evidente anche a un bambino di cinque anni, c'è una parte della sinistra cosiddetta radicale che ci crede o finge di crederci: nel primo caso per un misto di ingenuità e nostalgia del 2011, nel secondo sperando probabilmente in qualche strapuntino - assessorati, Asl, consigli di zona e altre briciole.

Per carità, ciascuno faccia come crede, a sinistra: e capisco anche che in alcune realtà locali (tipo Milano) possa prevalere negli animi l'onda lunga del tempo che fu (il 2011, appunto) e la speranza che non ci sia risacca a destra.

Ma almeno cerchiamo di non nasconderci dietro un dito e di averne piena contezza, nel decidere: passate le amministrative, le sirene piddine verso sinistra cesseranno magicamente di cantare.

Anche perché poco dopo ci sarà il referendum costituzionale, sul quale Renzi punta invece di fare il pieno di consensi al centro e destra.

E qui a sinistra saremo ricacciati tutti nel girone mediatico dei gufi, dei frenatori e dei professoroni.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Non so come andrà a finire a Torino,il personale interesse direi che è un conflitto d'interesse,si fa per dire ovviamente,ma piuttosto di favorire il filiforme sindaco che si ripresenta,preferirei rimanere a casa come ho fatto la scorsa elezione.

Al contrario proverò la candidata delle stelle,Chiara Appendino,dopo tutto ciò che fa ingurgitare il toscano a livello nazionale e il filiforme pro tav a Torino,mi pare il minimo.

Aria nuova,seppure con tutti i dubbi del caso,considerato le perplessità di alcuni sindaci in Italia pentastellati,meglio un sano dilettante rispetto a un consolidato ingranaggio maleodorante.

Giorgio Airaudo fa bene a presentarsi,ma non dia consigli sull'eventuale ballottaggio,davvero non si meritano questo interesse iper opportunista di un orfini qualsiasi a raccattare voti e dare sberle all'indomani dell'elezione.

Anche a Torino va per la maggiore il detto napoletano

a cca nisciuno è fisso.almeno spero

I.S.

iserentha@yahoo.it

2 commenti:

giovanotta ha detto...

non dirmi Ivo che sei tentato dal voto pentastellato, non conosco bene la situazione torinese, ma io avrei votato senz'altro Airaudo, non tanto in quanto Sel, ma perché ex Fiom: l'ho sentito a Roma e credimi ha le idee moolto chiare.
Su Roma siamo ancora al caro amico, il PD dopo lo sgarro a Marino beccherà una botta che se la ricorderà e se Marino si ricandida io lo voto.
Stiamo a vedere. Intanto un abbraccio virtuale e tanti auguri di Buon Anno!!

Ivo Serenthà ha detto...

Eh cara Gio,mi spiace deluderti ma sto saltando troppe elezioni ultimamente,e d'avercelo automaticamente in saccoccia mi sono stancato,a Torino verrebbe naturale dare credito ad Airaudo,ma non rischio che diventi per certi versi la stampella del filiforme inguardabile,lui insieme ai renziani.

Anche se non mi convincono le stelle,perlomeno a livello locale dovessero prendersi il comune vorrò vedere come si comportano,se fosse negativa l'esperienza come si sta verificando in altri comuni italiani,ciò vorrà dire che mi metto nuovamente in pausa,fino a quando avrò nuovi stimoli.

Buon anno a te