martedì 29 dicembre 2015

Pm10,ovvero il boomerang del nostro sviluppo












Noi,gli obesi metropolitani

di Alessandro Gilioli

Se soffriamo di obesità grave, non mangiare per un paio di giorni può essere una buona idea: così, per provare, e magari sentirsi un po' meno ingolfati nell'intestino. Ma, obiettivamente, al fisico porterà scarsi risultati.

Ancor meno ne otterremo se - anziché digiunare - per quei due giorni ci limitiamo a saltare il pranzo, salvaguardando le consuete quantità della cena e magari aggiungendovi qualche pomeridiana razzia di nascosto al frigo.

La metafora dietologica è quella che può meglio a aiutarci a capire la ridicola polemica natalizia su Milano e Roma, che pur soffrendo di conclamata e cronica bulimia automobilistica hanno scelto di curarsi rispettivamente con 48 ore di blocco totale e parziale del traffico privato a combustibili fossili, con l'ottimo effetto collaterale di offrire ai capiredattori centrali dei quotidiani qualcosa con cui titolare la prima pagina anche nel vuoto festivo di notizie.

Ma, appunto, è puro ed estemporaneo hype mediatico, destinato a svanire nel giro di pochissimi giorni: alla prima pioggia, alla prossima e-news di Renzi, alla ripresa del campionato. Quando noi, gli obesi gravi, ci dimenticheremo di tutto e riprenderemo ad abboffarci di CO2 e polveri sottili, ma anche di mobilità resa impossibile dal traffico, di gimcane con la carrozzina del bimbo tra le auto parcheggiate a capocchia e di clacson come colonna sonora della nostra esistenza, nonché di un panorama urbano in cui le lamiere nascondono ogni bellezza.

Insomma, la solita vita di qualità scarsa. In cui la scarsità è data dalla dipendenza patologica da qualcosa che ci fa malissimo: l'auto privata a combustibili fossili.

Il nostro junk food di obesi gravi.

Ecco: se per caso avesse il coraggio di affrontare la realtà, qualsiasi obeso saprebbe che - per stare meglio - saltare un pranzo o una cena non serve a molto, e quindi allo scopo potrebbe più utilmente trasformare i suoi stili quotidiani di alimentazione e di vita.

Il che significa, traslocando di nuovo fuor di metafora, semplicemente fissare una data per la fine della commercializzazione di auto a combustibili fossili; e un'altra data per l'inizio del loro divieto di circolazione; utilizzando il tempo in mezzo per la transizione verso tutto il resto: lo sharing, Uber, i taxi, le due ruote, i mezzi pubblici e comuni e tutto quello che la tecnologia e la creatività ci offriranno per sostituire quel velenoso e ingombrante oggetto del secolo scorso che è l'auto privata fossile.

La cui obsolescenza ormai è talmente evidente da rendere perfino imbarazzante il fatto che non ce ne siamo ancora liberati.

Questo farebbe, oggi, uno statista decente: fissare una data, anzi due. Fissare insomma l'obiettivo per l'uscita di scena definitiva dell'auto privata a combustibili fossili. E lo farebbe senza aver avuto bisogno di leggere né Rifkin, né Viale né Bergoglio, ma soltanto guardando la città da una finestra a pian terreno e poi aprendo i vetri per sentirne i rumori e gli odori - chiedendosi quindi se è così che vuole far vivere i suoi figli.

Come un obeso che finalmente si guarda nudo allo specchio, e all'improvviso capisce quanto è assurdo pensare di tornare in forma saltando un pranzo.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Ritengo la sua analisi magnifica nella sua drammaticità,e nello stesso tempo un'utopia che ho il piacere di condividere con lei.

Ieri ho pubblicato sull'argomento

Come il calendario propone ogni anno in modo seriale,eccoci alle prese del rinnovato appello sull'aria irrespirabile delle metropoli,c'è chi propone il blocco del traffico,Milano,e chissà quanto resisterà,la Capitale propone targhe alterne,e Torino l'incentivo del biglietto molto conveniente sui mezzi pubblici.

Tutto ciò è possibile solo nel periodo delle feste di Natale e fine anno,quando la macchina produttiva e commerciale si avvierà nuovamente il tutto sarà azzerato a prescindere dalla qualità,pessima,dell'aria,poichè tutto il sistema è stato organizzato da decenni sulla mobilità privata a quattro ruote,se utopicamente si negasse alle auto di circolare l'intero sistema si paralizzerebbe,essendo i mezzi pubblici appena sufficienti per chi ne usufruisce abitualmente.

Per ciò che riguarda il riscaldamento delle abitazioni,essendo il responsabile del 50% dell'aria irrespirabile delle città,qualcosa s'è mosso grazie al teleriscaldamento,alle centrali a condensazione e le valvole termostatiche,le quali possono essere importanti avendo di base la possibilità di economizzare direttamente sulla bolletta dei termosifoni,lo scorso anno nella prima gestione della personale abitazione ho risparmiato il 50% di quattrini.

Pare che tra qualche giorno le previsioni del meteo cambieranno,dovrebbero arrivare perturbazioni che aiuteranno il calo delle micidiali polveri,e chissà se l'emergenza fino a primavera non tornerà ai medesimi livelli,ci sarebbe bisogno di una rivoluzione delle abitudini,ma non è possibile,salute o meno tutto il sistema rimarrà tale,la volontà non c'è ed è effettivamente un'impresa titanica modificarlo.

P.s.

Un discorso a parte e sul genere demenziale sono i veicoli Suv,sempre più diffusi nelle città quasi come se fossero da utilizzare tra le praterie,montagne e strade sconfinate,direi dei percorsi che pochissimi praticano in Italia,gli altri seguono una moda idiota dimenticandosi dei propri polmoni e sopratutto delle vie respiratorie del prossimo.

Oggi ho letto della prova "scientifica" dell'inutilità del provvedimento a Milano,e lei pensa che cambierà qualcosa da domani?

I.S.

iserentha@yahoo.it

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