domenica 22 novembre 2015

Famiglie e razza italica a rischio d'estinzione,io non mi preoccupo



















I nemici della famiglia

di Alessandro Gilioli

Nelle ultime settimane sono usciti un libro e un film che trattano della famiglia, in Italia, nel presente.

Del libro ho già scritto; il film l'ho visto ieri ed è "Gli ultimi saranno gli ultimi" di Massimiliano Bruno, con Paola Cortellesi e Alessandro Gassman, tratto da un testo teatrale dello stesso Bruno.

Il film mi è sembrato a tratti un po' manierista, oltre che con un finale sbagliato, ma tutto sommato gradevole. Non sono un cinefilo professionista e quando parlo di film non faccio critica cinematografica: parlo invece delle riflessioni che un film può aiutarci a fare dal punto di vista sociale e politico. In questo caso, come nel libro di Fornario, sulla famiglia e i nemici della famiglia.

In entrambe le opere, il principale nemico della famiglia è non solo la povertà, ma soprattutto l'insicurezza sul futuro e la liquidità del presente. In soldoni: non sapere se domani si avrà modo di far campare decentemente i figli che si vorrebbe mettere in cantiere. Tutta la pellicola di Bruno, in particolare, è incentrata sull'impossibilità per la protagonista di mettere insieme un salario e una gravidanza. Fino a che la situazione non esplode.

Forse non è del tutto un caso che libri e film italiani recenti parlino della questione. Abbiamo un tasso di natalità che nel 2014 è stato dell'8,3 per cento, il più basso da quando viene registrato. Nel 2015, secondo i primi dati, batteremo il record negativo dell'anno scorso. Se la popolazione è in decrescita ma tutto sommato "tiene", lo si deve solo all'allungamento della vita media e all'immigrazione. Senza la quale saremmo un Paese in via d'estinzione.

Non si fanno più figli perché in Italia non ci sono garanzie di continuità di reddito per le donne senza un lavoro stabile e perché (cito da una ricerca di Cittadinanzattiva) «il nostro Paese è lontano dall’avere un sistema di servizi per l’infanzia diffuso, accessibile e capillare su tutto il territorio, mentre solo il 19% dei Comuni prevede agevolazioni tariffarie in caso di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione».

Questo film, così come il libro citato, ci raccontano come questa stia diventando una grossa piaga sociale.

Ripeto: mancano garanzie di continuità di reddito per le donne che non hanno un lavoro garantito; e mancano asili nido, ma anche quelli che ci sono spesso costano troppo.

Direi che questa è una priorità politica, se si vuole rendere un po' più civile il nostro Paese.

E già che ci siamo, forse a qualcuno bisognerebbe spiegare che il nemico della famiglia è questa drammatica mancanza di welfare, altro che il matrimonio gay.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Se la priorità è il welfare non trascurerei anche semplici diritti presenti altrove,abbiamo una classe politica tra le più pagate al mondo,e non vedo tra costoro men che mai l'efficienza che ne dovrebbe derivare.

La stra conosciuta coperta corta del welfare e degli scarsi servizi sociali verso chi dobbiamo puntare il dito sulle responsabilità? Sulla mastodontica evasione fiscale forse? O sulle enormi risorse sociali bruciate in appalti faraonici,che si pappano i soliti delinquenti che si intrecciano tra politica e finanza.

Sulla scomparsa della razza italica tra alcuni secoli cosa ci possiamo fare se il trend è questo,la sostituzione è già in atto,tra comunitari e extracomunitari che comporranno l'Italia nel corso dei decenni che verranno,e chissà se sarà un male tutto sommato,poichè a parte la globalizzazione che ci ha ammazzato rispetto ad altre realtà,mi pare che tutto il resto sia nè più,nè meno che farina del proprio sacco.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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