giovedì 26 novembre 2015

Cosa c'è dietro l'angolo dei micetti in Belgio?











Che belli e che teneri questi micetti paciocconi. A me però fanno paura

di Alessandro Robecchi

Due doverose premesse. La prima: bisogna sconfiggere una volta per tutte e per sempre quelli che vanno sparacchiando per le nostre città (e anche per le loro, peraltro) e si fanno scoppiare vicino a gente che non vuole esplodere per niente. La seconda: adoro i gattini e le foto di gattini. Sono buffi, ispirano tenerezza e – insuperabile motivo di simpatia – sono decisamente matti. Detto questo, c’è qualcosa che stride e nell’operazione “gattini” messa in atto dai media (i social, twitter soprattutto, ma anche giornali, emittenti, agenzie…) belgi nella notte del #BrusselsLockdown. La faccenda è nota: con un’operazione di caccia all’uomo e “repulisti” in corso (che non è stata, a giudicare da fermi e arresti, un successone), la polizia belga ha chiesto ai giornali di non diffondere notizie sull’argomento, chiedendo in pratica il silenzio stampa. Dai social (ma anche dai giornali) è arrivata la risposta: obbedendo all’invito, ma con ironia, ecco spuntare al posto delle notizie migliaia di gattini. Il gattino su Facebook, si sa, appartiene alle piccole cose di pessimo gusto, una specie di statuetta di Capodimonte in plastica da mettere sul comò (pure su quello degli altri, dannazione!). Ma in questo caso aveva un’altra valenza, e qui le letture divergono. Chi dice fosse sarcasmo “Ci vorreste così, a postare gattini…”, chi invece un concreto, rassicurante, ironico stringersi alle forze dell’ordine nel momento del bisogno. La polizia belga ha ringraziato il giorno dopo postando una ciotola di crocchini, dedicata a tutti i gattini comparsi sui media. Cioè a tutti quelli che si sono astenuti dal dare notizie. Tutto molto bello e molto edificante (se anche molto utile non lo sapremo mai).

A farla breve, mettendosi in testa un gattino invece di un elmetto, la stampa belga, Le Soir in testa, è diventata per una notte embedded. Giusto? Sbagliato? Gli esperti di mass media rifletteranno a lungo, e li lasciamo al loro dibattito. Una cosa è certa, però: d’ora in poi all’apparire in rete di una dose di gattini eccedente il normale, a un profluvio di gattini, a uno tsunami di gattini, un brivido ci correrà per la schiena: significa che è in corso qualcosa di cui non dobbiamo sapere, le notizie sono, in qualche modo, vietate.
Come sempre accade nella vita, il precedente è accettabile (andiamo, tra un poliziotto belga e un jihadista pronto a colpire si sta col primo, no?), mentre quello che seguirà il precedente, invece, chissà, speriamo bene. Questioni di tattica, si direbbe. Ma non tanto. Dopo una settimana di comprensibile orgogliosa rivendicazione del nostro “stile di vita” che i terroristi non cambieranno, dopo che tanti intellettuali hanno detto (giustamente) che noi continueremo a bere, ballare, scopare, gioire dell’esistenza, si scopre che invece per le notizie, ecco, magari una piccola moratoria si può fare.
Qualcosa stride, in effetti, e lo capiranno bene giornalisti e lettori di vecchia scuola, quelli ancora fissati con le notizie, se sono notizie, da qualunque parte vengano. Dunque, belli i gattini, teneri, pelosi, placidi o isterici a seconda del loro “stile di vita”, ma non vorremmo in futuro dover attivare uno speciale gattinometro che ci segnali ora questo ora quel silenzio stampa, richiesto da questa o da quella autorità, per questa o quella emergenza contingente. Insomma, sarebbe meglio non abituarsi a un ritmo troppo serrato di gattini, come sono costretti a fare in certi paesi che controllano l’opinione pubblica, meno gentilmente della polizia belga e senza poi nemmeno ringraziare con una ciotola di crocchini.

DAL BLOG ALESSANDROROBECCHI.IT

Ciò che è capitato in Belgio nello scorso weekend a mio parere è da relegare su quelle latitudini,essendo mediamente più ordinati e rispettosi delle regole,al contrario dovessero esserci quelle condizioni qui in Italia,da una parte l’isteria e dall’altra il conosciutissimo caos sociale che ci contraddistingue,l’esperimento risulterebbe mostruosamente diverso.

Mi rendo conto però che con gli ultimi avvenimenti di Parigi e in Belgio in seconda battuta,la consolidata libertà sociale e non solo quella sul web si è trasformata,un pò come giocare a guardie e ladri con i dovuti distinguo,si sta diventando obbligatoriamente più guardinghi,e tutto sommato ai governi globalizzanti con scappellamento bancario-finanziario può essere una gran bella soddisfazione.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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