venerdì 18 settembre 2015

Morta da 22 mesi in casa,l'umanità si esercita con dello scotch sulla porta

















Roma: la mummia di Ponte di Nona

di Veronica Gentili

Una donna di 63 anni è morta 22 mesi fa, a novembre del 2013, nel suo appartamento di 40 mq al quarto piano di un palazzo in via Francesco Caltagirone, a Ponte di Nona, e fino a ieri non se n’è accorto nessuno. O meglio, qualcuno di qualcosa si è accorto, perché se le anime non lasciano fastidiosi residui e le puoi dimenticare in un soffio, i corpi hanno questa fastidiosa abitudine di non dissolversi nel nulla e di costringerci a fare i conti con la realtà che rimane: così, Maria Carmela Privitera, ex insegnante della scuola media Moscati, in pensione dal 2007, donna dalla salute cagionevole e dall’indole solitaria, che in vita non dava noia a nessuno, da morta ha cominciato a decomporsi e a puzzare.

A differenza della vita che ha trovato mille stratagemmi per rendersi asettica, la morte non è riuscita nell’impresa e porta con sé umori e sbavature che attentano ancora all’imperturbabile apatia collettiva. L’odore è uno dei pochi che riesce a scavalcare il muro chiodato della noncuranza: così i vicini di casa di Maria Carmela, per ordine delle loro papille olfattive, hanno sollecitato l’intervento delle autorità affinché venissero ad accertare l’origine di quell’odore mefitico che alterava la quiete condominiale. Niente da fare, nessuno si è preso la briga di buttare giù la porta dell’interno 17.

E allora a mali estremi estremi rimedi, i dirimpettai hanno deciso, senza porsi troppi dilemmi esistenziali, di sigillare l’uscio con lo scotch. Occultamento involontario di cadavere per legittima difesa dell’aere condominiale. Avendo murato dentro il fetore e ripristinato così la quiete pubblica, il condominio di via Caltagirone ha serenamente rimosso la signora del quarto piano che, con le stampelle e la tuta blu, vedevano spesso scendere al primo piano dal suo medico di base per prendere le ricette. Il medico stesso non ha avuto in due anni il tempo o la voglia di domandarsi che fine avesse fatto quella malandata paziente del piano di sopra.

Il destino di Maria Carmela sarebbe stato dunque quello di mummificarsi, senza neanche l’ausilio di una piramide a scenografare il tutto, se non fosse stato per l’unica leva che move sempre il sole e l’altre stelle: i soldi. E’ stato infatti il proprietario dell’appartamento a chiamare l’ufficiale giudiziario perché sfrattasse la donna ormai morosa da quasi due anni; ed è stato, ironia della sorte, proprio quest’ultimo assieme ad un fabbro a salvare la mummia di Ponte di Nona dall’oblio eterno. L’ex preside della scuola in cui la signora Privitera insegnava ha detto di lei: “Era una donna che aveva paura di tutto”. A guardare questa storia e il mondo che ne è protagonista come darle torto.



Una donna con seri problemi di salute e che viveva in solitudine non ha destato quasi nessuna reazione tranne che dello scotch nell'evitare il fetore,quindi in quel condominio tutti sapevano che all'interno c'era la donna morta.

Se questo è uno degli aspetti di questa società moderna,mi piacerebbe possedere una macchina del tempo per tornare nel passato,una colpevole indifferenza di questo tipo non esisteva,anche nella diffusa ignoranza di quei tempi.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

3 commenti:

Unknown ha detto...

Di preferenza, così gli umani giocano coi vivi

Katrina Uragano ha detto...

Sono schifata da tutto questo. Mi spiace per la donna e mi chiedo come sia possibile agire in questo modo, da parte dei condomini.

Ivo Serenthà ha detto...

Eppure questa è stata la cruda realtà,pare impossibile ma è così

Saluti