lunedì 10 agosto 2015

Peter Gomez:La risposta del consumatore abusivo di ossigeno allo sceriffo di Salerno






De Luca, ovvero quando il Potere odia la propria immagine allo specchio

di Peter Gomez

Ripensando alle frasi di Vincenzo De Luca, simili a quelle che ci sono state riservate negli ultimi 25 anni da politici di ogni colore, ho scritto le righe pubblicate in fondo a questo testo. Riassumono la mia visione sui rapporti tra stampa e potere.

Ai De Luca di turno, secondo me, si risponde solo coi fatti e con la cronaca. In questo caso con i numeri, che dicono come il governatore della Campania avrebbe perso le elezioni di 2200 voti se la lista Campania in rete, ispirata dal cosentiniano Vincenzo D’Anna, fosse rimasta nel centro-destra.

A mio parere la qualità del consenso non è indifferente per chi si candida. In questo caso poi correva con De Luca anche Tommaso Barbato (l’uomo che sputò in faccia in Parlamento a un collega dell’Udeur che si era rifiutato di votare contro il governo di Romano Prodi). Barbato, che ha ricevuto oltre 4300 preferenze, come è noto, è stato di recente arrestato per concorso esterno in associazione camorristica.

I senatori e i deputati del Pd che hanno applaudito e riso quando De Luca mi definiva “consumatore abusivo di ossigeno” dovrebbero forse riflettere su un punto: certe frasi in alcune regioni d’Italia si prestano a essere equivocate. E De Luca lo sa.

Poco male, comunque. Se avessimo voluto ricevere solo applausi non avremmo scelto di fare i giornalisti. O almeno non lo avremmo fatto a ilfattoquotidiano.it.

Qui di seguito, dunque, le mie riflessioni, pubblicate su Il Fatto Quotidiano del lunedì, sulle regole che dovrebbero disciplinare i rapporti tra i giornali e i potenti.

Leggetele e fatemi sapere che ne pensate. Non condividerle è legittimo. Se non siete d’accordo vi prego di argomentare con educazione il vostro dissenso. La qualità del dibattito e del confronto è importante. Comunque la si pensi.

Grazie

I media indipendenti non debbono né sorprendersi, né lamentarsi. Da sempre in Italia gli attacchi, gli insulti e persino le minacce da parte di chi è al Potere, o pretende di arrivarci, sono l’oscena e ingiusta normalità. Il mestiere del giornalista, in fondo, è solo quello di riflettere, analizzare e (a volte) criticare la realtà. Chi scrive è, o dovrebbe essere, uno specchio. Per questo quando la faccia del Potere è brutta, o peggio ancora sporca, il Potere si guarda e reagisce. Cattivo.

Nei paesi democratici, e il nostro ancora lo è, il giornalismo può però portare a risultati importanti per tutta la collettività. Alla lunga il racconto non edulcorato dei fatti finisce per migliorare la qualità delle classi dirigenti. Le spinge a comportarsi meglio o addirittura contribuisce alla loro sostituzione. Ma l’obbiettivo, per chi come noi tenta (tra molti errori) solo di essere imparziale, non è mai questo. È solo un positivo effetto collaterale del nostro lavoro di cronisti. Un effetto collaterale che un numero sempre più grande di lettori e cittadini si augura essere imminente.



A chi accusa il direttore del Fq online di fare il piangina.

Si,Si,ovviamente,certe riflessioni abominevoli vanno incassate fischiettando,altrimenti si esercita il vittimismo.

Direi che il giornalista ha risposto con eleganza e professionalità a chi esercita il potere nel modo più brutale,oltre tutto l'articolo della risposta al monopolizzatore dell'ossigeno,spiega matematicamente come siano serviti i voti dell'elettorato cosentiniano.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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