giovedì 20 agosto 2015

Generazioni discount












Adesso un cinese alla Fiom e la Lega al Ku Klux Klan

di Alessandro Robecchi

Notevole lo sconcerto del paese per l’assunzione di sette direttori di museo con cittadinanza straniera. Qualcuno si è stupito: “Ah, cazzo, abbiamo più di sette musei?”. I più colti, invece, non si capacitano che quelli che vengono qui a fare qualcosa di utile non siano solo centrocampisti o schiavi per la raccolta dei pomodori. Il ministro Franceschini incassa lodi e critiche in egual misura, quindi rispetto ai suoi standard le lodi sono raddoppiate. Ma soprattutto un grido si alza dalla popolazione: “Fateci sognare!”. Un incoraggiamento che sottintende un pensiero forte e coraggioso: “Ma perché solo nei musei?”
In effetti la suggestione di un’Italia gestita da stranieri è densa di fascino, anche se non ci sarebbe niente di nuovo: l’economia la dirigono a Berlino, il welfare viene ridisegnato secondo i dettami del Fondo Monetario Internazionale con sede a Washington, e chiunque diventi Presidente del Consiglio per prima cosa va a baciare la pantofola alla signora Merkel, più internazionali di così…
Quanto alle relazioni sindacali, fanno notare a Palazzo Chigi con grande soddisfazione, le indirizza Marchionne, che ha la cittadinanza svizzera, e lavora a Detroit in un’azienda con sede legale in Olanda e sede fiscale in Gran Bretagna. “E’ il cambiaverso – scrive l’Unità – ora non resta che pagare gli operai italiani come quelli polacchi, ci siamo quasi”. Sullo spinoso capitolo del sindacato, anzi, si registra addirittura un deciso entusiasmo negli ambienti del governo: “Alla Fiom vorremmo un cinese, uno che non si opponga al lavoro domenicale, notturno, minorile e, perché no, gratuito e volontario”. Confindustria si dice d’accordo ma chiede sgravi fiscali sugli operai neonati.
La sindrome del direttore straniero, comunque, è contagiosa e ne parlano tutti. Alla Lega, per esempio, si mormora già di un dopo-Salvini: “Ci piace molto il capo del Klu Klux Klan, che però non vuole lasciare l’Alabama”, dicono in via Bellerio. E aggiungono: “I nostri amici di Casa Pound vorrebbero un tedesco, ma quelli che piacciono a loro sono già stati impiccati a Norimberga, o hanno novantanove anni e vivono nascosti in Argentina”.
L’ipotesi di avere una classe dirigente straniera non spaventa per nulla il Pd, che vanta una radicata cultura europeista: a capo della destra berlusconiana, per esempio, al Nazareno si vedrebbe bene il francese Verdin, o l’austriaco Verdinen, o persino lo svedese Verdinson, e purché votino le riforme costituzionali insieme loro, accetterebbero persino il portoghese Verdinho o l’estone Verdinov.
Più complessa la situazione per enti pubblici e grandi aziende di Stato. Alla Rai, per esempio, si valutano le nomine dei nuovi direttori dei telegiornali. Certo, il problema con un direttore straniero sarebbe la lingua, ma alla fine basterà spiegargli come si dice in italiano “Very well, Matteo!”, oppure “Very good, Matteo!” e le differenze con il presente sarebbero minime. La comprensione dell’azione governativa e della ciclopica ondata di riforme, non sarebbe un problema, tanto le scrive Confindustria e sono quasi tutte in inglese, a partire dal Jobs Act. Per Eni e Enel, invece, posti assai delicati nell’equilibrio del potere, si pensa a una pattuglia di manager britannici, tutti nati a Rignan-on-Arn. Un tweet del Presidente del Consiglio ha già dato il via libera: “Why not? #Italyripart”.
E la società civile? Anche lì, fanno notare in molti, servirebbe un ricambio, magari mettere nei giornali direttori stranieri, ma su questo punto a Palazzo Chigi sono più prudenti: “Sarebbe un lavoraccio tradurre tutte le veline che mandiamo ogni giorno, senza contare che la frase ‘Renzi a suoi’ non è traducibile in molte lingue senza vergognarsi”.

DA ALESSANDROROBECCHI.IT

Spassosissime le prese per i fondelli su ogni riga del post,la sua esperienza satirica pluriennale la si può gustare,l'unica inquietudine che ho recepito sono gli "operai neonati",il doppio senso parrebbe paradossale ma nei tempi che viviamo tutto ormai è sdoganato.

In ogni caso questo paese oltre essere ormai diretto dalle lobby internazionali,con bacio della pantofola alla sciura tedesca incorporato,non è sufficiente posizionare direttori artistici esotici un po' qua e là,sgarbi permettendo...Toccherebbe mutare profondamente il dna di una diffusa percentuale di compatrioti,sono i limiti cerebrali con scappellamento scaltro ad essere la pesantissima zavorra del paese.

E la seconda inquietudine,solo di riflesso sia ben chiaro,come faranno le nuove generazioni a comprarsi l'ultimo Iphone con le retribuzioni simil-polacche??? Anche perchè a rate ho idea che si riuscirà a fare solo la spesuccia al discount.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

Nessun commento: