sabato 18 luglio 2015

Il solito nulla alla sinistra di Renzi














Pippo e le pippe

di Marco Travaglio

In Grecia la sinistra di Syriza esce sconfitta dopo aspri combattimenti. In Europa la sinistra socialdemocratica esce sconfitta per aver combattuto in ordine sparso: la Francia di qua,Schulz di là, Renzi non pervenuto. In Italia invece la sinistra-sinistra rischia di uscire sconfitta senza sparare un colpo, se non sui suoi stessi piedi.Da quando Renzi ha trasformato il Pd nella nuova Democrazia cristiana, anzi renziana, si è creato alla sua sinistra un discreto spazio di manovra. Che, per essere occupato,richiederebbe un leader unificatore, o almeno federatore.Invece finora a presidiarlo c’è la solita galassia vociante e cacofonica di microsatelliti l’un contro l’altro armati: la Coalizione sociale di Landini; quelche resta di Sel con quel che resta di Vendola che vaneggia l’ennesimo, “nuovo soggettopolitico”; il movimento “Possibile” fondato da Pippo Civati;gli amici di Fassina e D’Attorre; la minoranza del Pd, con D’Alema che spara a palle incatenate sul Rottamatore che ha rottamato solo lui, Bersani che spara a salve, Speranza che spara col fuciletto a tappo;Enrico Letta disperso chissà dove; i prodiani divisi in mille rivoli; Rosy Bindi che attende le scuse del Pd sugli impresentabili; e naturalmente i disponibili responsabili pieghevoli poltronabili al seguito di Damiano, Martina e forse, a giorni alterni, Andrea Orlando.Un’Armata Brancaleone che sembra messa su da Renzi per ridicolizzare la sua opposizione di sinistra. Da questo quadretto tragicomico, ha messo fuori il capino Pippo Civati depositando otto referendum, ovviamente abrogativi (quelli propositivi sono vietati): due contro l’Italicum, due contro le trivellazioni in mare; uno contro le grandi opere più inutili del decreto Sblocca Italia; due contro il Jobs Act (nella parte negativa: quella sul demansionamento che di fatto cancella l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e quella che consente i licenziamenti collettivi); uno ancora provvisorio in attesa di input dal mondo della scuola contro il preside padrone della “Buona Scuola”. Sono le contro riforme del governo Renzi che la cosiddetta sinistra ha in gran parte contestato votandole e votato contestandole, a causa dell’ambiguità dei suoi esponenti, che peraltro salvo rare eccezioni erano riu-sciti a votare persino le leggi Fornero e il pareggio di bilancio in Costituzione. Dunque ci sarebbe da attendersi che tutti,come un sol uomo, appoggiassero i referendum.
Anche perché riguardano milioni di persone che sarebbero pronte a firmare e a votare. Più ancora che per i referendum del 2010, quelli sul lodo Alfano, l’acqua pubblica e il nucleare, che raggiunsero il quorum contro ogni aspettativa. Invece non è così: ieri Civati ha dichiarato al Fatto che “l’hanno rimasto solo”. O meglio, tutti a parole gli battono grandi pacche sulle spalle, gli raccomandano di andare avanti, lo esortano a non mollare.Ma poi si sa com’è: c’è l’estate,fa caldo, si parte per le vacanze,bisogna organizzare i gazebo e i banchetti, andare a rincorrere gli autenticatori nei comuni, una fatica. Vai avanti tu, Pippo,che a noi ci vien da ridere.“La rivoluzione come diceva Longanesi - è rinviata a data da destinarsi a causa del cattivo tempo”. I Cinque Stelle avrebbero tutte le carte in regola per aderire ai referendum (avendo contrastato, spesso con l’ostruzionismo, tutte le leggi che si vogliono abrogare) e addirittura per metterci il cappello sopra, per la loro forza elettorale e parlamentare e il loro radicamento sul territorio. Invece fanno mille distinguo: preferiscono “andare da soli”. Ma non avevano detto “no ad alleanze a scatola chiusa, sì ad alleanze sui contenuti ”? E che cosa c’è dimeno a scatola chiusa e più contenutistico di una battaglia referendaria? Fra l’altro, la raccolta delle firme è una grande occasione per presidiare le piazze di tutta Italia, per incontrare nuovi potenziali elettori,per dimostrare di esserci e di fare sul serio su temi caldissimi e sentitissimi come il lavoro, la scuola, l’ambiente, la democrazia. Le rare volte in cui, negli ultimi trent’anni, la politica italiana ha subìto qualche sana iniezione di entusiasmo e di partecipazione dal basso è stato proprio in occasione di referendum: quelli elettorali del 1991 e del 1993 con Mario Segni e quelli di cinque anni fa sui beni comuni.Lo stesso discorso vale per la Cgil di Susanna Camusso, che contro il Jobs Act e contro la Buona Scuola ha ritrovato il piglio e lo smalto che pareva avere da tempo perduto. Che cosa rispondono all’appello di Civati i 5Stelle, la Cgil, la Fiom e tutta la galassia delle sinistrine sparse? Sono pronti a impegnarsi? O preferiscono qualche trasferta turistica, tipo quella in Grecia, per saltare sul carro dei referendum altrui?Ad Atene è finita come è finita per i diktat europei e il generoso dilettantismo di Tsipras,ma almeno qualcuno ha osato mettersi in gioco, giocarsi la faccia, provarci. Se gli tsiprioti in fuga di casa nostra non sono convinti all’idea di partire con la campagna referendaria in estate, si mettano d’accordo per spostarla in autunno. Purché dicano e soprattutto facciano qualcosa.Lasciar cadere questa ennesima occasione, lasciar passare quest’ultimo treno per trascorrere anche quest’estate in convegni autoreferenziali ed esercizi di onanismo ideologico, sarebbe un suicidio. Non tanto per la sinistra italiana, che al harahiri è abituata, tanto da averne fatto una professione. Ma per tutti noi cittadini che vorremmo,prima o poi, tornare a contare qualcosa.



C'è poco da commentare sul nulla della sinistra italiana,archiviata la rifondazione bertinottiana,e ciò che era rimasto dei vari Ferrero,Diliberto,etc,etc,con i nuovi depressi fuoriusciti o ancora all'interno del Pd,in aggiunta a una fumosa e interrogativa idea di Landini,rimane un Civati col cerino in mano,staremo a vedere quest'autunno se nascerà una valida organizzazione referendaria contro l'attuale esecutivo,certamente come ha sottolineato l'autore dell'articolo il mancato accodamento da protagonisti del movimento con le stelle,appare nuovamente sconcertante,se ognuno rimarrà nelle sue isole,piccole o grandi che siano,il potere e le leggi che dovremo subire,se lo spartiranno i due Matteo,quelli gli accordi con chicchessia li fanno in cinque minuti.

E nel frattempo la gente subendo qualsiasi nefandezza,quella che potenzialmente vorrebbe vedere altri a comandare,può morire d'inedia osservando il nulla.

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