giovedì 4 giugno 2015

La coscienza occidentale sui morti del lavoro in Qatar

















#NoQatar2022
di Alessandro Gilioli

Ottenuti con la corruzione e costruiti con lo schiavismo, i Mondiali del Qatar del 2022 non sembrano tuttavia interessare a nessuno in Italia. Tanto meno al governo, che ha una paura boia di toccare un giocattolo di divertimento e consenso come il pallone; ma anche l'opposizione non sembra sveglissima in merito.

Quella sopra è l'infografica pubblicata dal Washington Post sui morti nei cantieri, finora. Secondo il Guardian alla fine le vittime saranno circa 4.000. Una mattanza. Ma sono quasi tutti migranti dall'India e dal Nepal, quindi chissenefrega, no?

Tuttavia il tributo di sangue è solo la punta dell'iceberg di un sistema schiavistico, di quelli che di cui tra cent'anni ci si vergognerà come oggi delle navi negriere. Agli immigrati infatti viene tolto il passaporto, che viene loro restituito soltanto al termine del contratto di lavoro, di solito biennale o triennale. Il lavoro nei cantieri è sei giorni su sette, a circa 140-150 dollari al mese. Il traffico è gestito da Manpower e da altre agenzie di intermediazione. Il passaporto viene loro tolto per prevenire le fughe di quelli che dopo qualche settimana o mese si rendono conto delle condizioni in cui si trovano e vorrebbero tornare a casa. Non possono. I nepalesi non sono potuti tornare nemmeno dopo il recente terremoto, nemmeno se avevano parenti morti o case distrutte.

Questi sono i Mondiali del Qatar, che oggi appaiono un po' sui media per le mazzette dei dirigenti Fifa, la cui assegnazione corrotta è peraltro stata provata da tempo. Un'inchiesta giudiziaria a cui le nostre autorità politiche e sportive hanno finora reagito solo facendo spallucce, assicurando che la candidatura olimpica di Roma 2024 non è toccata da eventi simili, ma in ogni caso non ipotizzando neppure di boicottare quei Mondiali costruiti con la corruzione, con il sangue, con lo schiavismo.

C'è tempo, ancora, perché questo avvenga. O meglio, ci sarebbe tempo se ci fosse una coscienza civile italiana ed europea che affrontasse seriamente la questione, sui media e a livello politico.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Ma quale coscienza occidentale adombra? Lo sanno anche i muri e da decenni, dello sfruttamento delle multinazionali sportive che fanno lavorare i bambini in Asia ottenendo dei profitti mostruosi.

E anche chi compra a maggioranza conosce la storia,ma non fa neppure spallucce.

E per dirle tutte,senza pallone e nei nostri cantieri ci sono 2-3 morti al giorno,ma è il sacrificio del business,alcuni per sopravvivere,e per una minoranza risibile nell'ottenere ricchezze spropositate.

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