mercoledì 29 aprile 2015

L'Italicum e gli elettori desaparecidos

















Italicum e fiducia, Faq

di Alessandro Gilioli

Come sempre, le Faq di questo blog non hanno pretesa di oggettività: sono una proposta di interpretazione, un punto di vista. Spero tuttavia che siano utili al confronto e anche a capire qualche pezzo in più di quello che sta succedendo.

Perché Renzi ieri ha messo la fiducia sull'Italicum, nonostante i voti sulle pregiudiziali avessero mostrato che aveva già una maggioranza tranquilla? Non ne aveva bisogno.
Per due motivi, uno mediatico e uno di strategia politica. Quello mediatico è la prova di forza: ha voluto dare, come sempre, l'impressione di un leader determinato, che ama le sfide e le vince; tra l'altro fra poche settimane in diverse regioni si vota e Renzi sa quanto agli italiani piacciano gli uomini forti. Quello di strategia politica è polverizzare la minoranza interna.

Come polverizzare? Si sono tutti compattati contro.
Sì, nelle dichiarazioni di fuoco all'Ansa o su Twitter. In realtà sono completamente divisi tra loro su cosa fare oggi stesso e soprattutto nel futuro a breve. C'è chi vota no alla fiducia mettendosi di fatto all'opposizione, chi a favore nonostante tutto, chi esce dall'aula, chi è per il sì nei voti di fiducia e per il no al voto finale sull'Italicum etc. Soprattutto, c'è chi pensa alla scissione e chi la esclude categoricamente. Un casino totale. La mossa di Renzi - mettere la fiducia - li ha fatti esplodere, altro che ricompattarli.

Qualche esempio?
Francesco Boccia: «Sto riflettendo se votare la fiducia o no». Cesare Damiano: «Voterò la fiducia ma questa forzatura non era necessaria». Pippo Civati: «Se non vado via io mi cacceranno loro». Roberto Speranza: «Non uscirò mai ma questo strappo tradisce valori fondanti». Nico Stumpo: «Non tolgo la fiducia al governo ma non so se voterò la legge». Rosy Bindi, con doppia litote: «Non si può non prendere in considerazione un voto contro una legge resa immodificabile». E così via.

E Bersani?
Ha detto «Vedrò cosa fare». Non esattamente una dichiarazione che palesa determinazione e certezza. Ha aggiunto che vede «molta tristezza in giro» e che «il Pd non è il partito che aveva costruito lui». Anche queste non sono frasi propriamente galvanizzanti, per chi ripone o riponeva fiducia in lui.

Fassina?
Fassina ieri ha detto che l'Italicum "mina alle basi la democrazia". Una dichiarazione molto forte, quasi un'accusa di golpismo a Renzi. A fronte di questa durezza quasi apocalittica non solo sarebbe logico, a buon senso, votare contro la fiducia, ma anche uscire dal partito. Chi starebbe in un partito che considera semigolpista?

E invece?
Invece restano lì a prendere schiaffoni un giorno dopo l'altro e a consolarsi con la prosopopea verbale.

Gli altri partiti? Sel, ad esempio?
Le convulsioni intestinali di Sel sono sotto gli occhi di tutti. In aula parlano di "funerale della democrazia" e gettano crisantemi, intanto in più di una regione appoggiano il candidato governatore del Pd. In realtà anche Sel finora non ha saputo reagire alla slavina renziana. Era nato per portare più a sinistra la coalizione di centrosinistra, ma la coalizione di centrosinistra non esiste più, quindi la sua vecchia ragione sociale è finita e non ne ha ancora una nuova. Tra l'altro, dopo il gruppo di Gennaro Migliore, l'altro giorno un altro deputato si è staccato per votare sì all'Italicum.

Forza Italia?
«Siamo nel comico. Brunetta che parla di 'fasciorenzismo' può solo far sorridere. Tanto più che Forza Italia aveva votato per l'Italicum quando stava ancora in piedi il Patto del Nazareno. E il gruppo di Verdini voterà ancora a favore».

Il M5S?
«Incassa, come Salvini».

In che senso?
Renzi ha l'appoggio, a essere molto generosi, di metà scarsa dell'elettorato. L'altra metà, quella che è contro, oggi può indirizzarsi solo verso Salvini, verso il M5S o verso l'astensione: In ordine di forza crescente. Solo che l'astensione non è un partito. E di fronte alla nullità della minoranza Pd, alla latitanza strategica di Forza Italia e alle convulsioni di Sel, beh, Salvini e i grillini incassano l'opposizione. Infatti il M5S, nonostante tutti i casini che ha avuto, viene ancora dato dai sondaggi sopra il 20 per cento e, se si andasse a votare con l'Italcum, potrebbe essere la forza che alla fine si oppone a Renzi al ballottaggio.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Ma che sia da comparare a un imperatore in un deserto con pochi elettori lo sapevamo già, talmente pochi che le stelle potrebbero dargli qualche grattacapo, ma l'ancora di salvataggio sono gli ex caimano,sono loro a fare la differenza.

Sulla minoranza pd non spreco aggettivi,non se li meritano più, il nulla merita l'oblio.

E così per altri cinque anni avremo l'uomo solo al comando,ma detto tra noi anche lui obbedisce agli ordini,e per noi sono e saranno sempre cazzi.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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