venerdì 21 novembre 2014

Le domande da rivolgere a fonzie











Caro Renzi, forse è ora di farti una domanda

di Alessandro Gilioli

Invece, all’inizio, Renzi godeva di aspettative alte, se non addirittura di una mezza immunità proprio tra quelli che oggi lui accusa di essergli pregiudizialmente contro.

Ad esempio, poco meno di anno fa, Renzi segretario ma non ancora premier, si leggevano paginate e paginate sul feeling con Landini. Ve le ricordate?

E quando, appena entrato a Palazzo Chigi, l’ex sindaco ha subito partorito il decreto Poletti – una cosa che se l’avesse fatta Berlusconi avrebbe innescato subito un casino mondiale – questo è invece passato in commissione lavoro come fosse acqua fresca (Damiano compreso) e dal sindacato niente scioperi (Fiom compresa): solo i grillini e la “sinistra radicale” risolutamente contrari.

Poi sono arrivati gli 80 euro, che Camusso ha accolto come «una misura di giustizia sociale», chiedendone solo l’estensione agli incapienti, ma senza insistere più di tanto. Idem Landini.

Cito anche il virgolettato che in quel periodo Landini mi ha rilasciato per “La Diaspora”: «Questo aumento in busta paga non è un fatto banale, visto che a questi strati sociali finora era stato chiesto di pagare di più. E anche la tassazione delle rendite finanziarie ha un forte significato simbolico. Sono due elementi che hanno un peso, sarebbe sciocco negarlo». Ancora, sempre Landini in quell’occasione: «Negli ultimi vent’anni gli stipendi sono diventati più bassi, la precarietà più alta e l’età pensionabile si è allontanata: se dopo tutti questi disastri arriva uno e dice “voglio cambiare tutto”, beh, è normale che abbia un seguito a sinistra».

E questo è il giudizio che in quei mesi raccolsi – sempre sugli 80 euro – da parte di Stefano Rodotà, il “professorone” che (per altre questioni) si prese poi tanti dileggi dal premier: «Ottanta euro sono tantissimi, per chi ha redditi bassi o bassissimi. Ti consentono di accedere a beni primari, un paio di scarpe, un regalo al nipote. Sono stati un fatto ridistribuivo e il riconoscimento di una condizione sociale».

Per farla breve: se poi è cambiato tutto, cioè se nel giro di nove mesi Matteo Renzi è riuscito a portare in piazza un milione di persone di sinistra pur in mancanza o quasi di un partito alla sinistra di quello di cui lui è leader; se, come il premier stesso dice, ci sono stati più scioperi contro di lui in questi nove mesi che contro il precedente governo in un anno; se in ogni città in cui adesso va trova gruppi di persone che gli lanciano uova, e meno male che sono solo uova; se quando visita le fabbriche i dirigenti devono mettere gli operai in ferie, per evitare che scoppino imbarrazzanti casini; se insomma ha ottenuto il gran risultato di far riesplodere il conflitto sociale, con l’effetto collaterale di aver montato pure una nuova opposizione fascioleghista a destra – beh, forse una domandina Renzi dovrebbe farsela.

Nove mesi di derisione, disprezzo e arroganza verso chiunque non gli si azzerbini – mescolati con monumentali annunci, aumento dell’insicurezza sul lavoro e Paese alle pezze – guarda un po’, questo producono.

DAL BLOG PIOVONO RANE - L'ESPRESSO 

Perché questo paese non vuole fare le difficili riforme che andrebbero contro gli interessi dei vari potentati.

Incentivando le pene su reati dei colletti bianchi,la corruzione la si potrebbe combattere parecchio bene,una lotta durissima contro l’evasione fiscale,purtroppo e al contrario le leggi stanno andando nel verso opposto,vedasi l’ideona di ieri che non prevede il carcere per evasioni al di sotto dei 200mila euro,o per i capitali portati all’estero che se dimostrato che son per ragioni personali non è un reato.

Forti con i deboli e deboli con i forti,ma dove vuole arrivare cosi!

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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