sabato 29 novembre 2014

Fonzie annuncia la lotta all'evasione fiscale,andate avanti voi che a me non scappa manco piu' da ridere!











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Un premier d’onore

di Marco Travaglio

L’altroieri, alla Scuola della Guardia di Finanza, Renzi ne ha detta una giusta: “È impressionante il dato di 91 miliardi di evasione fiscale, sei punti di Pil. Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma solo con l’adempimento con onore e disciplina di tutti e ciascuno, partendo da chi ha incarichi di governo fino al cittadino comune, riusciremo a cambiare il Paese. Chi sbaglia va stangato senza scappatoie. Ma le norme vanno rese più semplici, la semplicità è presupposto per il contrasto alla criminalità”. Trascuriamo per un attimo il dato sbagliato sull’evasione (che è il doppio di 91 miliardi l’anno), la giaculatoria inascoltabile del “cambiare l’Italia” e la favoletta della semplificazione come antidoto alla criminalità (nessuno diventa mafioso, corrotto, corruttore o evasore perché le leggi sono confuse, ma perché delinquere paga) e concentriamoci sulla parte sana del discorso. Due paroline: “onore” e “disciplina”. Al Giornale di Sallusti si sono bagnati tutti perché han subito pensato al fascismo (“Così parlò il Duce”, “Gli slogan di Matteo, fascista a sua insaputa”) e han tirato in ballo “Mussolini, Starace e Farinacci”. Ci è cascato persino Riccardo Barenghi nella sua “Jena” su La Stampa: “Motti. Il Duce ne ha detti anche di meglio”. Il Foglio, che per vent’anni ha beatificato i peggiori corrotti e mafiosi di Stato, ha colto l’occasione per dare un’altra leccatina al figlioccio del padrone: “Chi chiede ai cittadini di adempiere a obblighi spesso pesanti (fiscali, per esempio) deve sentire questo come un servizio, da prestare con spirito civico e senza arroganza, proprio con quei caratteri di onore e disciplina che sono stati richiamati, con l’impiego di una retorica che riesce a riproporre tematiche apparentemente superate inserendole però in un contesto rinnovato che proietta su di loro una luce diversa e più convincente”. Insomma: “Onore e disciplina. Bravò”. Slurp. Chissà se questi signori hanno un vago sospetto della fonte d’ispirazione dell’endiadi renziana. Che non è il Duce, e nemmeno la retorica su tematiche apparentemente superate. È la Costituzione repubblicana, nata non dopo e contro il Fascismo e la sua retorica. Articolo 54: “... I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore...”.
Il guaio è che certe cose non basta predicarle. Bisogna poi praticarle. A noi ottimisti per natura piace pensare che quello del premier sia il segno della svolta, del cambia-verso, del saggio ritorno dal famigerato izneR oettaM al compianto Matteo Renzi. Il quale ora richiamerà indietro la delega fiscale appena licenziata dal suo governo per raddoppiare le pene per evasione e frode, inserirvi il reato di elusione e cancellare le doglie di non punibilità. Poi varerà un decreto per punire l’autoriciclaggio, senza se e senza ma. Poi chiamerà B. (incontrarlo per la nona volta sarebbe troppo) e gli dirà: “Caro Pregiudicato, siccome ho scoperto l’articolo 54 della Costituzione, il Patto del Nazareno è stracciato: capirai che i doveri di disciplina e onore mi impediscono di accordarmi con un frodatore fiscale sulla legge elettorale, la nuova Costituzione, la riforma della Giustizia, e pure eventualmente del codice della strada e della pesca. Quindi salutami Verdini e a mai più rivederci”. Poi convocherà il viceministro Bubbico (imputato) e i sottosegretari Barracciu, De Filippo e Del Basso de Caro (indagati) per degradarli sul campo e privarli delle deleghe, a tutela della disciplina e dell’onore del governo. Pregherà il neo-parlamentare europeo Soru di dimettersi, per via del processo per evasione fiscale. Spiegherà al plurimputato De Luca che non può correre alla carica di governatore della Campania. Giurerà solennemente che le liste del Pd in Emilia Romagna e in Calabria, piene di inquisiti, non si ripeteranno mai più e chiederà scusa agli elettori superstiti e fuggiti. Infine chiamerà Emma Marcegaglia e le leverà la presidenza Eni, essendo il patteggiamento del gruppo Marcegaglia per tangenti all’Eni poco compatibile con la disciplina e l’onore. Ma anche con il comune senso del pudore e del ridicolo. Secondo voi, lo fa o non lo fa?



La risposta non gliela comunico,tanto pare scontata,con tutto l'ambaradan che ha organizzato fino a questo momento,atto a salvare le chiappe di questo e di quello,forse se sbatte la testa potrebbe invertire la rotta,si tratta della solita annuncite con scapellamento opportunistico mediatico,dirne tante lascia il segno,quel 30-40% che va ancora a votare,ha le mani in pasta o e' incapace d'intendere e volere.

E poi,ma chi ci sarebbe dietro l'angolo a salvare un paese ormai marcio e in decomposizione!

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

2 commenti:

Unknown ha detto...

mi risulta che matteo e' stata condannato per problemi fiscali caro marco il vs lavoro e' esemplare ma ora dobbiamo tutti insieme agire per salvare il non marcio che ancora rimane salutoni

Ivo Serenthà ha detto...

Il non marcio come lo definisce lei e' apparso,peccato che a grandi linee si siano mossi come dei dilettanti allo sbaraglio,e pare che l'esperienze negative non vengano corrette,anzi.

Saluti