sabato 4 ottobre 2014

La cura che ha sconfitto la leucemia di Carl June




Medicina e futuro Il dottor Carl June

“Così ho inventato il serial killer che uccide la leucemia”

di Beatrice Borromeo

In America lo chiamano “il demolitore”, perché la sua terapia – nel 90 per cento dei casi – elimina ogni traccia di leucemia da pazienti in fase terminale. Al meeting che Google ha organizzato quest’estate in Sicilia, il dottor Carl June è stato presentato come “l’uomo che ha trovato la cura per il cancro” e accolto con una standing ovation (riservata a pochissimi altri ospiti) da premi Nobel per la pace, scienziati e big della Silicon Valley. Il professore della prestigiosa University of Pennsylvania, che durante questa intervista al Fatto Quotidiano ha avuto un momento di forte commozione, ci dà due notizie: la prima è che la sua terapia entrerà in commercio negli Stati Uniti già a partire dal 2016. La seconda è che proprio in questi giorni, June e il suo team (oltre 200 persone tra medici e ricercatori) hanno cominciato a testare la cura su altri tipi di tumore, a partire dalle tipologie più aggressive: il cancro al cervello, al pancreas e alle ovaie.

Professor June, partiamo dal principio.

Lavoro a questa cura ormai da 25 anni. All’inizio della mia carriera mi ero specializzato proprio nello studio della leucemia, poi però, durante la guerra del Vietnam, mi sono arruolato nella Marina che non mi ha permesso di portare avanti la ricerca. Gli Stati Uniti pretendevano che noi militari ci concentrassimo su altri fronti, come la cura dell’Hiv. Ho imparato tantissimo sul virus e ammetto che, alla fine, è stato molto utile: ho tentato di applicare quel bagaglio di conoscenze alla leucemia. Ma ci sono voluti oltre dieci anni per arrivare ai risultati straordinari che vediamo oggi.

Cosa ricorda del primo paziente su cui ha sperimentato la terapia?

Era il 21 aprile 2010. E lui era un marine in pensione, affetto da leucemia cronica. Aveva perso 40 pounds, pensava di essere sul punto di morte. Aveva addirittura ricevuto l’estrema unzione. Ma la cura ha funzionato molto meglio di quanto ci aspettassimo. Dopo un mese la leucemia era completamente sparita. E oggi, quattro anni dopo, quell’uomo è ancora in remissione: la sua foto era sulla prima pagina del NYTimes.

Poi siete passati ai bambini.

Negli Usa le terapie sperimentali non si possono testare sui bambini prima che sugli adulti, anche se noi avevamo concentrato la ricerca sulla leucemia. Dopo aver trattato con successo tre pazienti maggiorenni, abbiamo avuto il via libera per sperimentare sui bambini. Il 16 aprile 2012 l’abbiamo fatto per la prima volta con una piccola paziente di cinque anni, Emily Whitehead, che non aveva più tempo per aspettare un trapianto di midollo osseo.

Come ha reagito alla cura?

Ha avuto la febbre a 41 per tre giorni. I suoi organi, per esempio i reni, hanno cominciato a cedere. È quasi morta. Io ero convinto che sarebbe morta.

Poi cos’è successo?

Ho scritto una lettera al rettore della scuola di medicina della UPenn per avvertirlo che Emily sarebbe morta. Le terapie sperimentali, sui bambini, attraggono molta attenzione. E se la piccola non ce l’avesse fatta, l’intero studio medico si sarebbe arenato. L’università aveva il diritto di sapere che stavamo fallendo. Dopo tre giorni in stato comatoso, ero certo che sarebbe morta.

Ne parla ancora con la voce commossa.

Vede, Emily era figlia unica. Io ho una bambina che ha più o meno la stessa età. Puoi immaginare di perdere il tuo unico figlio? È stato incredibile quello che è successo dopo. Senza troppe aspettative, le abbiamo dato una medicina che solitamente si usa per l’artrite. Ha funzionato: la febbre è scesa da 41 a 37, e lei si è svegliata. Abbiamo poi capito che la febbre è un passaggio fondamentale: significa che il sistema immunitario si attiva. I pazienti cui non viene la febbre non rispondono alle cure. Infatti ormai quando la febbre comincia a salire, i pazienti sorridono. Oggi Emily è viva, ha 9 anni, ed è sana.

E la sua vita ha avuto un forte impatto sulla storia della medicina.

Sì. Se fosse morta lo studio si sarebbe fermato. La medicina funziona così.

Anche se i pazienti adulti erano sopravvissuti?

Sì. E poi anche il primo paziente su cui abbiamo sperimentato la cura, che all’epoca aveva 60 anni, è quasi deceduto. Poi, invece, si è ripreso. Ma i bambini si ammalano di più degli adulti, sono meno forti fisicamente. Anche se c’è da dire che su di loro i linfociti T modificati funzionano meglio che sugli adulti. Sono piu attivi, più rapidi, cosa che non sapevamo. Con Emily, la leucemia è sparita in 10 giorni.

Qual è la percentuale di loro che guarisce?

Ora che abbiamo capito come trattare la febbre, abbiamo in cura oltre 40 bambini. Circa il 90 per cento è completamente guarito. Sono dati che pubblicheremo il prossimo mese, ora che abbiamo numeri sufficienti per fare statistica.

Si aspettava di ottenere risultati così entusiasmanti?

Non è mai successo prima che una terapia funzionasse meglio sugli umani che sui topi, nonostante migliaia di esperimenti tentati negli anni. Nemmeno io, per la verità, ci credevo davvero. Questi risultati sono assolutamente al di sopra di ogni speranza. Qualche volta li sognavo, ma pensavo fossero solo sogni.

Quali sono i prossimi passi?

La svolta sta arrivando adesso. Ora che abbiamo testato la terapia sulla leucemia e abbiamo la conferma che funziona su diverse categoria di persone, pronti per prossimo obiettivo: curare altri tipi di tumore.

Si aspetta un successo analogo?

Anche se i dettagli saranno diversi, la terapia di base, in teoria, dovrebbe funzionare allo stesso modo per ogni tipo di cancro.

È però molto costosa, circa 600mila dollari per ogni paziente. Si potrà rendere la cura accessibile a tutti?

Pensi che l’alternativa, oggi, è il trapianto di midollo osseo, che costa quasi il doppio: circa un milione di euro negli Usa, e cifre simili in Italia. La nuova cura potrebbe sostituire in toto il trapianto, e con costi molto più bassi. Il prezzo dipenderà da molti fattori, legati alle case farmaceutiche. Un po’ come i computer, che inizialmente erano inaccessibili e oggi sono in ogni casa.

Quanto manca perché entri in commercio?

Joseph Jimenez, il capo di Novartis (la casa farmaceutica che sta sviluppando questa terapia, ndr) ha annunciato che la cura sarà disponibile negli Stati Uniti, per la leucemia, già nel 2016. È una tempistica straordinaria che dipende da risultati così eccezionali. Novartis si sta impegnando per aprire altri laboratori dedicati a questo in Europa. Ci vorrà un po’, perché ogni Paese ha regolamenti diversi, ma non molto. Siamo in tanti, finalmente, a concentrarci su un obiettivo comune. E quando le terapie non si sviluppano più solo in centri specializzati, i costi si abbattono.

E quand’è che comincerete a sperimentare la cura su altri tipi di tumore?

Proprio in questi giorni! Abbiamo appena cominciato a sperimentare la terapia per curare il tumore al cervello, alle ovaie e al pancreas. Avremo i primi risultati già nei prossimi mesi. All’inizio si procede lentamente perché bisogna aspettare che un paziente guarisca prima di trattare quello successivo. Ma ormai ci siamo, è solo questione di tempo.



Quanti anni impiegano i ricercatori nel trovare la cura su cui puntano con i loro sforzi,e quando come in questo caso la cura risulta positivamente sconvolgente meriterebbero tutte le fortune possibili,riuscire a debellare malattie come quelle che ha trattato l'articolo con delle prospettive a brevissimo termine,viene alla memoria per chiunque di noi parenti,amici,conoscenti che hanno perso la vita con le malattie incurabili citate,ed è l'unico rammarico che questa notizia può lasciare.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

4 commenti:

cristiana marzocchi ha detto...

Speriamo in bene!
Nota pf. il cambio d'indirizzo.
Cristiana

Katrina Uragano ha detto...

E' bello leggere di questi risultati incoraggianti. Speriamo in bene, come dice cristiana nel commento precedente. Mi permetto di condividere questo tuo post su facebook.

Fabrizio ha detto...

Non si tratta di una cura delle CAUSE della leucemia!
A cosa serve ammazzare le cellule tumorali, se la causa che le ha generate continua ad agire ?

Questo si chiama: fidelizzazione occulta del cliente, che fà fare molti soldi alle case farmaceutiche.
Come ?

Io casa farmaceutica, Novartis, o altre, faccio così:
1. Scopro un metodo per curare o eliminare le cellule malate (es. Carl June), guadagnando tanto denaro,
2. Dichiaro che quel paziente è stato curato dalla mia terapia (es. Carl June), così guadagno meriti
4. Non dico a nessuno che conosco le cause che hanno portato le cellule ad ammalarsi, blocco la ricerca in questo senso, controllo l'informazione, ecc,
3. Lascio che le cause della leucemia ammalino altre cellule nello stesso paziente, prima dichiarato curato, spingendo sulla disgnosi preventiva (altro businness)
5. Quando le cause della leucemia avranno generato cellule malate, le scoprirò attraverso i miei strumenti di diagnosi,
6. Quindi i medici cureranno il paziente per la secponda volta con la mia terapia (secondo guadagno di denaro),
7. Quindi si torna al punto 2)

Questo si chiama Business della medicina commerciale !

Ivo Serenthà ha detto...

Me ne intendo nulla in materia,le sue argomentazioni le potrebbe controbattere qualcuno del laboratorio americano,o perlomeno qualcuno che se ne intende.

Ma sono dell'idea che se la malattia sarà provato la bontà della cura,anche Stoccolma avrà il suo peso nel premiare questa ricerca,altrimenti le sue tesi saranno una realtà.