venerdì 8 agosto 2014

Morire d'ebola,ora l'occidente ha paura e stanzia i fondi per la ricerca



Ebola, l’Oms: ‘E’ emergenza sanitaria internazionale. Possibili casi in ogni paese’

Per l’Organizzazione mondiale della sanità la diffusione del contagio richiede una risposta straordinaria da parte della comunità internazionale perché gli stati africani "non hanno la capacità di gestire un focolaio di queste dimensioni". Simili annunci sono stati fatti prima solo per la pandemia dell’influenza suina del 2009 e per la polio a maggio. L'Ue rassicura: "Basso rischio per l'Europa"

La diffusione del virus Ebola “in Africa occidentale è un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale”. A dare l’annuncio durante una conferenza stampa a Ginevra, è il comitato di emergenza istituito dall’Oms. Il comitato di emergenza si era riunito durante gli ultimi due giorni proprio per discutere se dichiarare l’epidemia della malattia un’emergenza di interesse internazionale. Definire la diffusione del virus un “emergenza sanitaria di portata internazionale”, continua l’Oms, significa avere a che fare con un evento straordinario che può costituire un rischio per la salute pubblica in diversi stati attraverso la diffusione internazionale della malattia. Un’epidemia che “potrebbe richiedere una risposta internazionale coordinata”, aggiunge Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità. ”Tutti i paesi – ha spiegato Keiji Fukuda, vice direttore generale – devono essere pronti ad accogliere potenziali casi”.

Un’epidemia che non riguarda solo gli stati contagiati. In altre parole, spiega l’Oms, “l’evento è grave, insolito o inaspettato“, e le sue implicazioni per la salute pubblica “vanno al di là delle frontiere nazionali dello Stato interessato”. Per determinare un’emergenza internazionale, il direttore generale Chan ha dovuto convocare una commissione di esperti, il comitato di emergenza, che fornisce consulenza sulle misure temporanee da raccomandare agli stati coinvolti per prevenire o ridurre la diffusione internazionale della malattia. Fra gli esperti del comitato di emergenza, ne viene nominato almeno uno per ogni paese nel cui territorio si è sviluppata l’epidemia. Emergenze simili sono state dichiarate prima solo per la pandemia dell’influenza suina del 2009 e per la polio a maggio. L’Oms ha inoltre convocato un comitato di esperti questa settimana per valutare la gravità dell’epidemia iniziata a marzo in Guinea e diffusa in Sierra Leone e Liberia. Il tasso di mortalità è di circa il 50%.

“Serve sforzo internazionale: l’Africa non può farcela da sola”. L’epidemia di Ebola in corso in Africa Occidentale è “la peggiore che si sia avuta in almeno 40 anni”, continua il direttore generale dell’Oms Margaret Chan, ribadendo la necessità di “uno sforzo coordinato per fermare la diffusione del virus”, proprio perché i paesi colpiti finora non hanno la capacità di gestire un focolaio di queste dimensioni e complessità. “Per questo – ha spiegato – esorto la comunità internazionale a fornire un aiuto il più urgente possibile”. La diffusione del virus infatti è tanto più facile quanto le condizioni igieniche e sanitarie sono deboli, come capita nei paesi africani più colpiti. Secondo quando sostenuto da Chan la diffusione dell’ebola fa capire quanto siano importanti sistemi sanitari adeguati e solidi. Secondo gli esperti “le possibili conseguenze di un’ulteriore diffusione a livello sono particolarmente serie“, continua il capo dell’Oms, anche se “non sono necessarie restrizioni ai viaggi per evitare i contagi”, fermo restando che “i paesi dove l’epidemia è presente devono fare test a tutti i passeggeri di porti e aeroporti in uscita”.

Attesa lunedì una riunione sui farmaci sperimentali. “Rispetto al siero sperimentale usato con buoni risultati sui due medici missionari americani, il Comitato di emergenza spiega che “è disponibile solo in quantità estremamente limitata”. Proprio in questi giorni diversi scienziati, tra cui lo scopritore del virus, hanno fatto un appello sul fatto che gli operatori sanitari dovrebbero essere protetti con vaccini e terapie sperimentali, essendo la categoria più a rischio. Proprio una riunione speciale dell’Organizzazione mondiale della sanità sui farmaci non approvati contro l’Ebola si terrà lunedì. L’obiettivo, ha spiegato Keiji Fukuda, “è mettere a punto un quadro di riferimento e possibilmente delle indicazioni”. Il problema dei medicinali non autorizzati contro l’Ebola, che finora non ha una cura, è che “oltre a non essere approvati, sono disponibili in piccole quantità”. Durante la conferenza è stato ricordato che i paesi interessati dall’epidemia di Ebola – Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone – hanno riportato 1.711 contagiati, di cui 932 morti.

Le cinque raccomandazioni per i paesi non colpiti. Nessuna restrizione ai viaggi, ma massima allerta per la possibilità che una persona contagiata arrivi in altri paesi, soprattutto per via aerea. Sono queste due delle cinque raccomandazioni dell’Oms ai paesi dove il virus ancora non è presente. Il primo punto delle raccomandazioni afferma che “non sono necessarie restrizioni ai viaggi” e invita le compagnie aeree a non fermare i voli per i paesi colpiti “per non mettere in ginocchio le loro economie”. Inoltre l’Oms raccomanda di “avvertire tutti i viaggiatori diretti nei paesi a rischio dei pericoli e delle misure da prendere”. Il terzo punto afferma che “gli Stati devono essere pronti a identificare e trattare casi di Ebola nei propri paesi”, e questo comprende “l’organizzazione del trattamento di passeggeri provenienti dalle aree a rischio che arrivino in aeroporti o altri punti di accesso con sintomi febbrili sospetti”. Inoltre “la popolazione deve essere avvertita con informazioni accurate e rilevanti sui rischi” del virus, e infine “gli Stati devono elaborare dei piani di evacuazione e rimpatrio di connazionali, ad esempio operatori sanitari, esposti al rischi”.

L’Ue rassicura: “Basso rischio per l’Europa”. “Voglio rassicurare i cittadini che il rischio di virus Ebola nei territori dell’Unione è estremamente basso”. Parola del commissario europeo alla Salute, Tonio Borg. Il rischio è basso perché, spiega, “poche persone dirette nell’Unione potrebbero esser state esposte al virus e perché Ebola si diffonde solo attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei dei malati”, afferma Borg, che aggiunge: “Nel remoto caso che Ebola arrivasse, siamo preparati a fronteggiare il virus”.

Microbiologi, “nessun pericolo per l’Italia, ma non abbassiamo la guardia”. “L’Italia non corre rischi concreti di diffusione del virus sul territorio nazionale, sia per i ridotti scambi esistenti con i tre paesi africani colpiti, sia perché i tempi di incubazione dell’infezione, che sono al massimo di 21 giorni, sono inferiori a quelli di avvicinamento e traversata verso le coste italiane da parte degli immigrati provenienti dal Centro Africa”. A dirlo è Maria Capobianchi, direttore del Laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale malattie infettive e componente del consiglio direttivo Amcli (Associazione italiana microbiologi clinici). Ma “anche se il rischio è remoto, non bisogna abbassare la guardia”, continua Capobianchi, lanciando un appello affinché “si aiutino le autorità locali a debellare il sospetto con cui queste epidemie sono vissute dalle popolazioni locali, contribuendo a monitorare attentamente l’evoluzione dell’infezione”.

Usa: evacuati familiari ambasciata in Liberia. Il dipartimento di Stato americano sta ordinando a tutti i familiari dei diplomatici statunitensi di lasciare l’ambasciata Usa a Monrovia a causa della epidemia di Ebola che ha colpito anche la Liberia. In una dichiarazioni di questa notte, il dipartimento ammette un’abbondanza di cautela ma preferisce evacuare anche i non addetti ai lavori nell’ambasciata. Già giovedì, i Centri per il controllo delle malattie (Cdc) americani avevano alzato il livello di allerta, la prima volta dalla pandemia di influenza suina nel 2009. Il livello 1 di risposta, il più alto, comporta che un maggior numero di operatori e di risorse saranno dedicate a contrastare la malattia.



Sono decenni che in Africa si muore d'ebola,ma fino a quando sono i "moretti" a morire o qualche missionario nessuno si filava le cure,adesso che l'occidente viene minacciato arrivano gli stanziamenti per la ricerca e s'intravede un possibile vaccino.

Anche in questo caso inserisco il motivetto di questo "splendido" pianeta...



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