martedì 15 luglio 2014

Il mondiale di calcio in Brasile




ManoMessi

di Massimo Gramellini

Agli albori del nuovo Reich, mezzo mondo accusa il piccolo grande sconfitto Lionel Messi di non essere colui che in fondo non è mai stato. Follie moderne, da anime deboli che elemosinano leadership forti. Messi ha sempre avuto più talento che carattere. Del fuoriclasse ha i piedi, non la personalità. Ma bisognava trovare un eroe a cui intestare i Mondiali e gli sponsor e gli appassionati hanno caricato Messi di significati maradonici che non si è mai sognato di possedere. Adesso lo si processa per non avere mantenuto le promesse, dimenticando che erano promesse fondate su un’illusione non suggerita da uno straccio di fatto. Lo stesso cortocircuito dell’assurdo si era consumato anni fa intorno a Obama, un brillante intellettuale di Chicago casualmente di colore che il desiderio collettivo trasformò nel messia destinato a condurre l’Occidente oltre le sabbie della crisi, con i bei risultati che si sono visti.
Questo bisogno disperato di uomini soli al comando su cui scaricare aspettative e responsabilità ricorda il meccanismo di certi innamoramenti, quando l’amante impresta all’amato o all’amata una serie di qualità inesistenti e poi rimane deluso dallo scoprire che in effetti non esistono. I leader sono marchi di riconoscimento che per comodità comunicativa appiccichiamo a un evento o a un’epoca. Con buona pace di politologi e giornalisti attratti dal mito del Capo taumaturgo, ci vuole lo sforzo comune di tante persone per cambiare davvero la realtà. Al Maracanà non ha vinto un leader, ma una squadra.



Sono i media nell'aver insistito a paragonare da anni i due giocatori,le aspettative sono state disattese,rimane un ottimo giocatore alle prese di un male oscuro,e solo per questo motivo ci si deve preoccupare,è da più di un anno che soffre di questa condizione.
Ha vinto la squadra migliore grazie a un formidabile collettivo,inoltre quasi sempre la Germania arriva in fondo alla competizione,a volte pur avendo poca qualità.

Stona e non poco il premio Fifa attribuito al miglior giocatore dei mondiali assegnato alla pulce argentina,Ames Rodriguez o in alternativa Mascherano e Muller avrebbero avuto più meriti,un'altra testimonianza della scarsa credibilità del carrozzone pallonaro.

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