lunedì 9 giugno 2014

Minchiate sparse con l'inizio dell'afa




Ma mi faccia il piacere

di Marco Travaglio

Anti. “Contro la corruzione... urge che un intervento decisivo venga immediatamente effettuato con priorità assoluta se non si vuole resuscitare un grillismo mettendo di nuovo in gioco la democrazia che è uscita rafforzata dalle recenti elezioni europee” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 8-6). Quindi la lotta alla corruzione serve a salvare la democrazia non dalla corruzione, ma dal grillismo che, non rubando, mette in pericolo la democrazia.

ProntoPapa. “La corruzione è un peccato del mondo' mi ha detto Francesco” (Scalfari, ibidem). E meno male che gliel'ha detto, sennò magari Scalfari pensava che fosse una virtù.

Parolacce. “E adesso? Adesso la vediamo così: smettetela di rubare, per favore, tregua; oppure la smettano di arrestarvi e vi lascino delinquere in pace” (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 5-6). Se persino Ferrara riesce a scrivere in poche righe i verbi “rubare” e “delinquere” la situazione dev'essere davvero grave.

Prandellofilia/1. “Il processo che si è aperto anzitempo contro Prandelli, più che ingeneroso, è grottesco. Quando mai si è visto un ct della Nazionale costretto a giustificarsi per non aver convocato un calciatore?” (Aldo Cazzullo, Corriere, 5-6). Sempre.

Prandellofilia/2. “Prima di Renzi ho votato a destra, al centro e a sinistra. Ho sempre guardato l'uomo. Da ragazzo mi piaceva Zaccagnini. All'inizio ho creduto in Berlusconi. Poi ho guardato con interesse a Fini. In Veltroni ho trovato passione sportiva e spessore morale” (Cesare Prandelli intervistato da Cazzullo, Sette, 6-6). Gli manca solo Casa Pound.

Beirut,Italia. “Il piano Gemayel: nuova identità a Matacena” (la Repubblica, 31-5). Doveva chiamarsi Dell'Utri, e viceversa.

Malafè. “Nel Pd non si apre alcuna resa dei conti, sia chiaro. Non ve n'è bisogno, sono altri ad essere travolti dai fenomeni corruttivi. Il partito cambia pelle, anzi ha già una pelle nuova” (Simona Bonafè, eurodeputata Pd, la Repubblica, 7-6). Tipo il camaleonte, per dire.

Birra Moretti.“Io non faccio parte nemmeno generazionalmente a quel modo di fare politica. Noi guardiamo a quegli episodi come fossero nello specchietto retrovisore. Gli italiani credono in una generazione capace di rappresentare un nuovo modo di fare politica” (Alessandra Moretti, eurodeputata Pd, La Stampa, 7-6). Quel nuovo modo di essere portavoce di Bersani e poi fedelissima di Renzi, per dire.

Memoria Cortina. “Troppe inchieste, perdiamo i mondiali di sci. La kermesse del 2019 va ai soliti svedesi, sconfitta la candidatura di Cortina” (Libero, 6-6). Peccato, erano già pronte le mazzette sulla sciolina.

Sbagli. “Chi sbaglia paga” (Maurizio Lupi, Ncd, ministro delle Infrastrutture, 6-6). Ma chi paga non sbaglia.

Renzofilia/1. “Ricostruiamo la sinistra. La lista Tsipras è stata una scelta last minute. L'orizzonte è l'alleanza col Pd” (Nichi Vendola, Sel, l'Unità, 1-6). O la ciminiera dell'Ilva, non vedo bene.

Renzofilia/2. “Mi ha nominato il centrodestra, ma mi schiero con Renzi” (Antonio Pilati, già consulente di Gasparri per l'omonima legge sulle tv, membro del Cda Rai, la Repubblica, 4-6). Basta sostituire il “ma” con il “dunque”, e tutto fila.

Renzofilia/3. “Guardo con interesse al progetto di partito che sta costruendo Renzi. Da uomo di sinistra, sono convinto che abbia bisogno di un bilanciamento in quella direzione... È un sindaco, una persona concreta. E poi dà speranza, lancia ponti verso il futuro: ha passione politica, vivaddio. Io ho un grande rispetto per il Pd. Renzi può trasformarlo in un grande movimento di tipo laburista, aperto a certe istanze di indipendentismo, di cultura autonoma, di scelte di ispirazione radicale: un grande partito dove le differenze rappresentano una ricchezza... Ho un rapporto di intesa assoluta con tanti esponenti del Pd” (Luigi De Magistris,sindaco di Napoli eletto nel2011 con la Lista Arancione appoggiata dall'Idv contro Pd e Pdl, IlMattino, 1-6). Povero Giggino, come s'offre.

Renzofilia/4. “Rai, muro dei giornalisti contro lo sciopero. Al Tg3 un no unanime” (Corriere della sera, 6-6). Giusto: trovare qualche giornalista contro Renzi sarebbe ancor più grave che trovare qualche sindacalista favorevole allo sciopero.

Basta. “Napolitano: 'Riforme, basta essere inconcludenti'” (la Repubblica, 2-6). Basta così poco per non fare nulla.

Piccioni & tacchini. “Quando dissi 'meglio un piccione in mano che un tacchino sul tetto' ho trovato davvero singolare che mezza Italia non l'abbia capito” (Pier Luigi Bersani, L'aria che tira, 2-6). Sia pur tardiva, la stringente autocritica sulla sconfitta elettorale del 2013 è finalmente arrivata.

Polli & gallinelle. “La pasta italiana è prodotta per un terzo con grano saraceno” (Filippo Gallinella, deputato M5S, relazione alla proposta di legge per il made in Italy contro i prodotti stranieri, 3-6). E dire che, col cognome che porta, dovrebbe intendersene della materia.

Il Musichiere. “Rai, sciopero verso la revoca. Il governo: ma il taglio resta. Renzi: la musica cambia” (laRepubblica, 3-6). Se lui non si frega pure gli strumenti.

Il Sottomarino. “Per la festa della Liberazione il 2/06 apertura straordinaria dei musei civici” (tweet del Comune di Roma, 30-5). Con appena cinque settimane di ritardo.

Miccichi? “Con la sola pensione di parlamentare da 4 mila euro al mese non si può vivere bene” (Gianfranco Miccichè, FI, appena trombato alle elezioni europee, 4-6). Tranquillo, ora Renzi ti allarga gli 80 euro.



La renzofilia ormai impera in tutto il paese,dovremo abituarci per molto tempo,sperando che almeno qualche promessa "importante" vada in porto.

Quella dell'attuale sindaco di Napoli va tra il surreale e il grottesco.

Manca nell'elenco una delle migliori minchiate,sfiorato dall'autore tramite la volontà di Sel di tornare con i neo democristiani,ovvero il dietro-front della Spinelli,ma ho già trattato ieri del solito autolesionismo della sinistra.

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