sabato 3 maggio 2014

Dieci uomini in Italia più ricchi di 500mila famiglie



Settacinque miliardi di euro. E’ il patrimonio dei dieci uomini più ricchi del Paese ed è pari a quello di quasi 500mila famiglie operaie messe insieme. Lo rileva un’analisi del Censis. Poco meno di 2mila italiani ricchissimi, membri del club mondiale degli ultraricchi, dispongono di un patrimonio complessivo superiore a 169 miliardi di euro (senza contare il valore degli immobili): tradotto in percentuali significa che lo 0,003% della popolazione italiana possiede una ricchezza pari a quella del 4,5% della popolazione totale.

“Le distanze nella ricchezza sono cresciute nel tempo – osserva il Censis – oggi, in piena crisi, il patrimonio di un dirigente è pari a 5,6 volte quello di un operaio, mentre era pari a circa 3 volte vent’anni fa. Il patrimonio di un libero professionista è pari a 4,5 volte quello di un operaio (4 volte vent’anni fa). Quello di un imprenditore è pari a oltre 3 volte quello di un operaio (2,9 volte vent’anni fa)”.

Inoltre, secondo quanto rileva il Censis il rischio di finire in povertà è, per i residenti nel Sud (33,3%), triplo rispetto a quelli del Nord (10,7%) e doppio rispetto a quelli del Centro (15,5%). Nel Sud (18%) i residenti hanno anche un rischio quasi doppio di finire indebitati rispetto al Nord (10,4%) e di 5 punti percentuali più alto rispetto a quelli del Centro (13%).



Nel medioevo poteva esistere una differenza sociale del genere,quella non essendo la società dei consumi e la democrazia un sogno sconosciuto,le ingiustizie sociali potevano svilupparsi senza o quasi problemi.

La forbice tra i guadagni dei grandi manager e semplici lavoratori non può essere così ampia,e non ci sono freni a riguardo,si sta lavorando sui compensi di chi gestisce il pubblico con enormi difficoltà,ma se non provvederanno a delle misure contenitive sul campo privato la vedo parecchio dura.

La società dei consumi globalizzante non può puntare su pochi consumatori e una moltitudine di miserabili,non può funzionare così,l'ignoranza dei secoli scorsi aiutava in questo senso,mentre ora bene o male l'informazione è alla portata di tutti.

La globalizzazione per ciò che rammento agli inizi della sciagurata messa in scena,fu l'estensione del benessere a livello planetario,al contrario prendo atto di schiavismo e di arricchimento per pochi,sarà bene rivedere l'intera organizzazione se non si vogliono rischiare sconvolgimenti sociali parecchio drammatici,poichè quella sarà una realtà dove tutti rischieranno il benessere acquisito.

Concludendo,sento affermare che i guadagni sono legati ai risultati che ognuno porta,sarebbe bene riflettere che non voglio mettere in discussione la meritocrazia,quella ci vuole eccome,ma cosa sarebbero un imprenditore o un qualsiasi manager senza sottoposti che consentono le produzioni?

Riequilibrare dando guadagni sostenibili a tutti,questa è l'unica via per questo pazzo pianeta.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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