25 aprile:Il valore e la memoria di una minoranza

L'ultima persona che è stata intervistata con poche parole ha colpito nel segno,chi si è sacrificato per la liberazione fascista settant'anni fa si è immolato per una minoranza che sempre riconoscerà il sacrificio,è un paese che non merita nulla,come ad esempio tutti quei giudici e inquirenti che sono stati uccisi dalla criminalità organizzata,anche per costoro il sacrificio è un valore per una minoranza del paese.

Di questi tempi sono gli omuncoli che hanno successo ad essere presi come modello,siamo senza memoria,senza valori e soprattutto senza economia,un destino assolutamente meritato.

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Il 25 aprile non unisce gli italiani. Pesa l’assenza di una memoria condivisa, ma anche il ridimensionamento dello spirito della Liberazione, tanto che viene da domandarsi se l’antifascismo sia davvero percepito dai più come un valore fondante o non suoni al contrario come un’evocazione retorica. Sembrano propendere per la seconda ipotesi molti dei cittadini che abbiamo intervistati per strada. E voi come la pensate? Avvertite il valore morale della Resistenza e della lotta di Liberazione quale fonte di ispirazione per il presente o invece ritenete che quelle siano parole d’ordine da archiviare nei libri di storia del ’900? Dopo quasi settant’anni di vita repubblicana ha ancora senso, e quale, porre l’Antifascismo a fondamento di una democrazia che peraltro sembra aver tradito molte delle sue promesse? Insomma, la festa odierna vi sembra un rito civile intriso più di valore o di retorica? Dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di più.

di Piero Ricca, riprese Ricky Farina