mercoledì 13 novembre 2013

La vera storia di Gigi Meroni






La Farfalla sbagliata

di MASSIMO GRAMELLINI

Come tanti innamorati del Toro, l’altra sera ho pianto davanti al televisore. Ma non per la storia di Gigi Meroni. Per come l’avevano ridotta. La tv ha trasformato la Farfalla Granata del libro di Dalla Chiesa nell’ennesimo santino senz’anima. Del resto lo aveva appena fatto anche con Adriano Olivetti. Sarà pigrizia o disprezzo per il pubblico, ritenuto sensibile solo alle brodaglie sentimentali, ma in televisione il protagonista di ogni biografia diventa il personaggio di un fotoromanzo. Invece che dentro la breve vita di Meroni sembrava di stare a Centovetrine. Nessuna traccia del suo essere un artista imprestato al calcio, un tipo sghembo, una curva in mezzo ai quadrati. Quando l’epica è rispettata, il telespettatore può anche sopportare incongruenze e sciatterie che per un tifoso sono altrettante pugnalate al cuore: per esempio che nell’ultima partita prima di morire facciano segnare a Meroni un rigore che nella realtà non tirò mai. Ma in questa fiction insulsa le invenzioni non emozionano e le emozioni reali non vengono raccontate. Chissà se il regista Paolo Poeti, un cognome che almeno stavolta indica un vano auspicio, sapeva che la domenica successiva, dopo il quarto gol di un derby vinto 4 a 0 con le lacrime agli occhi e la bava alla bocca, il sostituto di Meroni alzò il pallone al cielo mentre uno stadio intero gridava «Gigi, Gigi». In ogni caso si è guardato bene dal mostrarcelo.

Nelle note di regia, Poeti scrive di avere preferito porre l’accento sulla «grammatica generativa ormonale». Posso solo immaginare cosa gli avrebbe risposto Meroni.



Non ho visto la fiction ma ho letto qua e là solo stroncature,e dire che la storia della farfalla granata nella sua originalità pare semplice,un ragazzo con due piedi ottimi ma soprattutto fuori da ogni schema e rivoluzionario nel suo genere,un esempio per tutti,andò in giro nel centro di Torino con una gallina al guinzaglio,una dimostrazione dissacratoria dello snobbismo di quei tempi.

Al di là della fiction la leggenda del personaggio rimane ancora del tutto integra.

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2 commenti:

Tina ha detto...

Insomma, ho ragione nel dire che staccare la spina è l'unico modo per non intossicarsi.
Lunedì sera dopo la Gabanelli è andato in onda SFIDE, la nazionale di calcio, erano almeno 5 anni che non guardavo un programma televisivo, (la tv è alle mie spalle), bene, ho spento il PC e mi sono girata a seguire Alex Zanardi che raccontava Italia Germania 4-3.
Ho letto la stroncatura del film sulla Farfalla Meroni, mi chiedo con quale coraggio la rai chiede il canone per proprinare monnezza a ripetizione.
Buon pomeriggio Ivo ;-))
Tina

Ivo Serenthà ha detto...

La Tv di stato rappresenta il paese,i programmi non possono essere diversi da ciò che produce la politica di questi tempi.

Il consiglio è di dedicarsi ad altro a parte qualche momento didattico,per altro sempre più difficile da reperire,almeno quello di un certo livello.

Ciao Tina,buona giornata a te