mercoledì 11 settembre 2013

I lacchè del caimano scatenati



La Puttanata

di Marco Travaglio

Col massiccio ritorno dei talk show vecchi e nuovi, praticamente un accerchiamento, riciccia puntuale come le foglie d’autunno “La Puttanata”. La Puttanata non è soltanto una bugia, una cazzata, uno sragionamento, un’analisi disinformata, una negazione dei fatti e delle carte, un atto di servilismo, un’arrampicata sugli specchi, un diversivo per parlar d’altro: è tutte queste cose insieme. Dunque è facilissima da pronunciare e difficilissima da smentire. Per almeno due motivi. 1) Il tempo in tv è sempre scarso e invece ne occorrerebbe molto per entrare nei particolari, tantopiù che i produttori di puttanate ne sfornano a decine in pochissime frasi, di solito pronunciate mentre parlano gli altri tentando di smontare le precedenti. 2) Prima di riuscire a replicare alla Puttanata, occorre sempre superare qualche istante di stupore misto a smarrimento, durante il quale la mente ti si affolla di interrogativi (ma che sta dicendo questo? ma che c’entra col discorso che stiamo facendo? ma cosa crede di dimostrare? ma starà bene? ma si droga? ma chi gli scrive i testi, il mago Otelma?). Qualche esempio.
Paolo Mieli, a Piazzapulita, sostiene che a Berlusconi (e alla sua ditta) converrebbe dimettersi da senatore. Replica la Santanchè: “Ma Mieli nel '96 ha scritto che votava Prodi quindi non è imparziale”. Cioè: per essere imparziale, un giornalista non deve votare mai, oppure votare di nascosto, travestito da un altro.
Nello stesso programma, viene fatto notare alla Santanchè che la legge Severino, a suo dire incostituzionale, l’ha votata anche il Pd e lei ne aveva menato pubblicamente un vanto. Risposta: “Anche il lodo Alfano fu bocciato dalla Consulta che lo ritenne incostituzionale”. Già, ma a chiedere di bocciarlo furono i giudici, non il Pdl che l’aveva scritto e approvato.
De Gregorio racconta di aver ricevuto da B. 1 milione dichiarato per il suo movimento e 2 milioni in nero, tramite Lavitola, per il suo passaggio dall’Idv al Pdl. Telefona Verdini tutto piccato: “Non vedo perché avremmo dovuto pagarlo in nero, quando altri come Rotondi hanno ricevuto ancora di più, ma legalmente e ufficialmente, per il loro patto federativo con noi”. Ma da quando le alleanze politiche si fanno a pagamento? In quale codice penale le tangenti diventano lecite se messe a bilancio?
A Porta a Porta, Vespa annuncia uno scoop: “La testimonianza, non messa agli atti del processo Mediaset, di Agrama davanti a Ghedini”. Segue imbarazzante filmato di Agrama che risponde a Ghedini leggendo le risposte da un foglietto sostenendo che B. non lo conosce, non gli risulta, forse non esiste. Schifani s’illumina d’immenso: “Una prova testimoniale importantissima”. Naturalmente, come tutte le indagini difensive, anche quella è agli atti del processo Mediaset. Ma non è una testimonianza, né tantomeno una prova testimoniale: Agrama è un imputato (poi condannato con B. e altri due) che esercita la facoltà – peraltro unica al mondo – di mentire.
Peter Gomez lo fa notare, ma interviene Sallusti, noto giureconsulto della famiglia Addams: “Leggi la Costituzione! La verità degli imputati vale esattamente quanto quella dei pm”. Deve trattarsi della Costituzione di Disneyland: nella nostra il pm ha il dovere di cercare la verità, mentre l’imputato e il suo avvocato han diritto di mentire. Gomez ricorda che i fondi neri sui diritti Mediaset furono usati per corrompere politici, giudici e finanzieri. Vespa interrompe: “Invidio le tue certezze”. Ma non sono le certezze di Gomez: sono le sentenze definitive dei processi Mills e Mediaset. A Otto e mezzo la senatrice avvocata Maria Elisabetta Alberti Casellati Vien dal Mare sostiene fra le altre amenità che B. è innocente perché la gente l’ha votato e “tutti quelli che incontro per strada sperano che B. resti a continuare la sua attività politica”. Problema: posto che bastano 8 milioni di voti per rimanere senatori con una condanna a 4 anni per frode fiscale, quanti voti bisogna prendere per commettere un omicidio e restare in Parlamento?

Il documento filmato dell'arroganza lacchè verso il caimano


Prendere atto ogni giorno quanto sia corrotto il paese risulta avvilente e mortificante,da un lato lacchè proferire delle puttanate inverosimili e una opposizione costantemente con il cappello in mano.

Solo un manipolo di giornalisti legati al Fatto quotidiano parlare chiaro di come stanno le cose.

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