domenica 18 agosto 2013

Sallusti e la disperata ricerca di fango salva caimano!




Metodo Tibia

di Marco Travaglio

Qualcuno dovrebbe far qualcosa per Alessandro Sallusti. Stargli vicino, assisterlo nel momento del bisogno, magari visitarlo senza farsene accorgere. Da quando il suo padrone è stato condannato a 4 anni per frode fiscale, vive ore difficili e manifesta costanti segni di peggioramento. Perde colpi persino nell’arte della diffamazione, che lo vedeva primeggiare incontrastato in tutta la categoria. Il suo bersaglio, com’è noto, è il presidente della sezione feriale della Cassazione Antonio Esposito che il 1° agosto ha condannato B. assieme ad altri 4 giudici. L’indomani, come da contratto, Zio Tibia ha sguinzagliato i suoi segugi alle calcagna del malcapitato per scovargli qualche scheletro nell’armadio. I poveretti han setacciato fascicoli, compulsato sentenze, violato la privacy e il segreto bancario, auscultato portoni, interrogato edicolanti, perlustrato bar, importunato passanti, scoperchiato avelli, ispezionato cassonetti. E, col materiale raccolto, riempito una trentina di pagine, nel tentativo di dimostrare che il giudice è un poco di buono, dunque B. è un santo. Peccato che le accuse fossero tutte false. Falso che Esposito abbia barattato la richiesta di archiviazione per suo figlio, scoperto a cena con la Minetti, in cambio della condanna di B. (la richiesta di archiviazione per il figlio è di gennaio, l’assegnazione del processo Mediaset di luglio). Falso che a tavola alzi il gomito (è astemio). Falso che tenga lezioni a pagamento nella scuola della moglie all’insaputa del Csm (insegna gratis con l’ok del Csm). Falso che si appropriasse di processi altrui per finire sui giornali (sostituiva doverosamente colleghi assenti). Falso che faccia vita da nababbo (la presunta prova, una Mercedes, è un ferrovecchio del 1971 acquistato nel ’77 con 300mila km). Falso che fosse odiato per la sua faziosità quand’era pretore a Sapri (era odiato solo dai suoi imputati). Falso che fosse stato trasferito per affari loschi (il Tar annullò il provvedimento perché le accuse erano fasulle).
Ma tutto questo i lettori superstiti del Giornale non lo sanno, perché le smentite del giudice non vengono mai pubblicate. In compenso i lettori sallustiani manifestano evidenti sintomi di labirintite, avendo appreso nel giro di 18 giorni dal loro quotidiano che Esposito è una “toga moderata” non iscritta a correnti, anzi è di destra essendo finito negli anni 70 nel mirino del Pci (“Il magistrato inchiodato pure dalla Camera”), anzi di sinistra (“simpatizza per la corrente del Movimento per la giustizia”), insomma cambia colore a seconda del tasso di umidità. L’altro giorno i segugi di Zio Tibia sganciano l’ultima bomba: “Telefonate tra Esposito jr. e lo 007 in cella. Il figlio del giudice contattato dal prefetto La Motta nei guai per fondi sottratti: voleva un incontro col padre”. Peccato che l’Esposito in questione non fosse il figlio di Antonio, ma suo cugino figlio dell’ex Pg di Cassazione Vitaliano. L’aveva già chiarito in un comunicato la Procura di Roma il 16 giugno, ma i segugi del Giornale se ne infischiano: ieri, querelati per l’ennesima volta dal giudice diffamato, anziché scusarsi con lui, insistevano sul “giallo della telefonata del figlio”. Solo en passant, però, perché sono già passati a bastonare Magistratura democratica e il suo esponente Paolo Mancuso, procuratore di Nola, processato e assolto dal Csm per una battuta di caccia con personaggi poi sospettati di camorra. Un ingenuo dirà: ma che c’entrano Md e Mancuso col processo Mediaset e con Esposito? Assolutamente nulla. Ma è il nuovo metodo Sallusti, che supera d’un balzo sia il metodo Boffo (pestare un nemico di B. con notizie parzialmente vere), sia il metodo Mesiano (pestare un nemico di B. con notizie inutili, tipo calzini turchesi), sia il metodo Esposito (pestare un nemico di B. con notizie false). Si prende un passante a caso e poi si dice: “Visto? È pelato, ha i baffi, porta il 42 di scarpe e si chiama Mario. Dunque Berlusconi è innocente”.



Direi che tra i vari lacchè del caimano,zio tibia sia una delle punte di diamante,tutti costoro possono augurarsi di trovare con tutta probabilità in un prossimo imminente futuro, un altro personaggio della destra a cui porre le proprie referenze...

Il caimano politicamente sta scricchiolando,ci sono i primi segni di scaricamento,dal politico Pera ad alcuni articoli di Libero,tempi duri per il famoso alligatore e soprattutto per gli affezionati più stretti.

Un chissenefrega ce lo possiamo pure permettere,solo una laconica cronaca....

&& S.I. &&

per eventuali notiifiche - iserentha@yahoo.it

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