lunedì 12 agosto 2013

Minchiate sparse quasi ferragostane



Ma mi faccia il piacere

di Marco Travaglio

Odo Augelli far festa. “Se stiamo facendo melina? Mi sento di escluderlo. Ieri sera abbiamo iniziato la discussione alle 20.15 e alle 21.45 era già chiusa” Andrea Augello, Pdl, relatore sulla decadenza e l'incandidabilità di Berlusconi nella giunta per le elezioni del Senato, il Messaggero, 9-8). Beh in effetti, con ben un'ora e mezza di discussione al giorno, melina è la parola sbagliata. Quella giusta è parèsi.

Stefano 1 a Stefano 2. “Nessun rinvio per favorire il Cavaliere” (Dario Stefano, Sel, presidente della giunta per le elezioni del Senato, la Repubblica, 9-8). “In giunta non faremo gli ultrà” (Dario Stefano, Sel, presidente della giunta per le elezioni del Senato, Corriere della sera, 9-8). Chissà che dirà quando lo intervisterà il Giornale.

Samsonite. “I giudici di Cassazione hanno violato tutti i protocolli, hanno chiamato i giornalisti ad assistere allo show, per spettacolarizzare la sentenza e la propria affermazione di potere... La condanna di Berlusconi - assolutamente discutibile sul piano giuridico – rappresenta anche sul piano simbolico la sconfitta e l'umiliazione della politica. Da oggi il potere della magistratura non ha più nemici. Nella magistratura è la completa vittoria della componente – come dire – 'religiosa'. Composta da quei magistrati che profondamente e in buona fede ritengono di avere avuto un mandato da Dio: punire Berlusconi. L'errore di Berlusconi è stato fatale: non c'è dubbio che è lui, molto più della sinistra, il responsabile della mancata riforma della Giustizia. Nel '97 la riforma era pronta, elaborata dalla bicamerale di D'Alema: Berlusconi la fece saltare per miope calcolo politico. E commise lo stesso errore nel 2008, quando lasciò che De Magistris silurasse il governo Prodi affondando il ministro Mastella” (Piero Sansonetti, 1-8). A parte il fatto che Mastella nel 2008 fu inquisito dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e non da De Magistris, che stava a Catanzaro, il compagno Sansonetti ci dà una notizia preziosa: la riforma della giustizia della Bicamerale di D'Alema vietava ai giudici di condannare i politici colpevoli di frode fiscale. Non è meraviglioso?

Accanimento. “Un piano per il Fisco: dichiarazioni dei redditi a domicilio” (Corriere della sera, 9-8). Oh no, proprio adesso che B. va ai domiciliari! Non gliene va più bene una.

L’estremista. “Renzi sfodera un linguaggio ('le sentenze vanno rispettate') che assomiglia molto a quella parte della sinistra contro cui ha combattuto e che ha sempre auspicato la soluzione per via giudiziaria del problema berlusconiano” (Pierluigi Battista, Corriere, 9-8). In effetti la frase “le sentenze vanno rispettate” è un po' fortina. Nemmeno Che Guevara avrebbe osato tanto. Veda Renzi di temperarla aggiungendovi un'espressione a caso fra le seguenti: “quasi”, “per così dire”, “talvolta”, “forse”, “eventualmente”, “si fa per dire”, “con rispetto parlando”, “stavo scherzando”, “se Battista è d'accordo”.

Il moderato. “Berlusconi attacca la magistratura: 'Regime'” (la Repubblica, pag. 1, 5-8). “Napolitano apprezza il sostegno” (la Repubblica, pag. 7, 5-8). Basta così poco per farlo contento.

Ponzio Pelato. “Sull'agibilità politica di Berlusconi non ho preso alcuna posizione” (Giorgio Napolitano, la Repubblica, 7-8). E se ne vanta pure.

Top secret. “Da Craxi a Berlusconi... Vorrei conoscere la segreta legge in base alla quale chi si oppone alla sinistra è sempre un delinquente” (Marcello Veneziani, il Giornale, 5-8). Magari si potrebbe provare a opporre alla sinistra uno che non rubi.

L'equivoco. “Gli amici del Fatto, dell'Unità, dell'Espresso e di Repubblica sembrano terrorizzati all'idea che Silvio possa solo mettere un piedino dentro una cella... Perdonate la volgarità della questione, cari amici del Fatto: lo volete dentro o fuori?” (Francesco Borgonovo, Libero, 7-8). La prima che hai detto Borgonovo. Ma, se possibile, non chiamarci amici: l'idea che qualcuno ti creda è l'unica che ci terrorizza più di Silvio in cella.

Sing-Sing. “Silvio prepara il tour delle spiagge” (Libero, 7-8). Ecco perchè il governo vuole riaprire l'Asinara.



Tra le solite spiccano le sparate di samsonite-sansonetti,fortunatamente basta non guardare la trasmissione serale dell'insetto su rai uno e questo pseudo giornalismo servile rimane sconosciuto.


Ma fa sempre piacere una tantum leggere minchiate allo stato brado e senza ritegno....

&& S.I. &&

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