giovedì 18 aprile 2013

La rassegnazione di un futuro insostenibile





Uomini e simboli

di MASSIMO GRAMELLINI

«Buongiorno, sono un vigile e lavoro a Torino. Lavoro in moto. Venerdì percorrevo una strada nei dintorni del municipio quando dieci anarchici mi sono sbucati davanti, a volto coperto e armati di bastoni. Ci siamo guardati per un tempo che a me è sembrato lunghissimo. Non so dirle perché, non provavo panico. Paura sì, ma non panico. Avrebbero potuto assalirmi con facilità mentre tentavo di spostare la moto. Invece urlavano, gesticolavano, ma stavano fermi. Quando sono riuscito a ripartire nella direzione opposta hanno cominciato a correre, ma era troppo tardi per raggiungermi, mi hanno tirato solo un paio di sassi che non hanno causato danni.

«Esiste un flebile muro che separa, per fortuna, l’intenzione della violenza dall’attuazione della stessa. Un muro di cultura, di istinto, non saprei, forse di pietà. La mia calma ha forse ricordato al cervello di quelle persone che non erano di fronte a uno gnu impazzito dalla paura, ma a un uomo che cercava di uscire razionalmente da una situazione pericolosa. Ripensandoci, avrei voluto scendere dalla moto e avvicinarmi amichevolmente, mostrando alla loro rabbia che dentro la divisa c’era una persona come loro, non molto più vecchia di loro. Vent’anni fa ero anch’io tra quelli che manifestavano ed erano arrabbiati, anzi, lo sono ancora e ancora manifesto, se serve, ma l’opzione della violenza vigliacca non l’ho mai presa in considerazione. Ringrazio i miei genitori, che mi hanno insegnato a vedere le persone dietro i simboli. A pensare che su entrambi i lati della barricata c’è qualche papà che, come me, si preoccupa per il futuro del suo bimbo e non vede l’ora di rivederlo».



Ho la netta impressione che andremo incontro a situazioni sempre più diffuse a quella descritta,quando si sommeranno più generazioni che non potranno intravedere un futuro concreto,bensì al poco più del nulla,l'imbarbarimento avrà terreno fertile,ecco la differenza tra il motociclista contestatore d'un tempo e le nuove generazioni rassegnate.

&& S.I. &&

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