venerdì 8 marzo 2013

No slot machine




PER CHI VUOLE SEGNALARE UN ESERCIZIO COMMERCIALE SENZA SLOT MACHINE

CLICK

C’È CHI DICE NO

Slot? In questo bar non entrano

UN SITO RACCOGLIE I 500 ESERCIZI CHE HANNO MESSO AL BANDO LE MACCHINETTE. CONTRO DI LORO SI SCAGLIA “ASSOTRATTENIMENTO”

di Chiara Daina

Nella saletta del bar Flora di Tursi, in provincia di Matera, al posto delle slot machine oggi ci sono dei libri e delle comode poltrone. Dopo aver visto un uomo perdere d’un colpo il suo stipendio di 900 euro nelle macchinette mangiasoldi, il proprietario Filippo Francolino se n’è sbarazzato una volta per tutte. Anche i gestori del Crazy pub di Casorate Sempione, nel Varesino, hanno fatto lo stesso: dove c’erano slot e video-poker hanno messo uno scaffale con vini e birre artigianali. Luca Boschiroli, uno dei due gestori, si era stancato di assistere a scene pietose di gente che si arrabbiava per le perdite, o mogli che venivano nel locale per riprendersi il marito che passava le giornate a buttare via i soldi. Sono solo due esempi degli oltre 500 bar dello Stivale inseriti nella lista di senzaslot.it  , il nuovo sito online sul quale chiunque può segnalare i locali che hanno detto no al gioco d’azzardo. L’idea nasce dalla mente di due trentenni, Mauro Vanetti e Pietro Pace, che pensano “che il caffè è più buono se il bar è senza slot”. Loro vivono a Pavia, dove esiste una slot ogni dieci abitanti, la ragione per cui vogliono far cambiare mentalità agli italiani che per combattere la crisi si affidano alla dea bendata (che però non è bendata per lo Stato e i concessionari dei giochi).
“ANCHE LA caffeina è una sostanza che dà dipendenza – scrivono sul sito –, ma è una dipendenza leggera attorno alla quale si è costruita nei secoli una cultura positiva che la modera e la sorregge. Questo non è possibile con le macchinette”. L’iniziativa non è piaciuta all’associazione Assotrattenimento, aderente a Confindustria, che rappresenta “gli operatori del gioco lecito” e che con una lettera consiglia loro di lasciar perdere e di impegnarsi piuttosto in altre questioni, come l’alcol servito dopo le 22 o ai minori. C’era da aspettarsela una reazione del genere. Il mercato del gioco d’azzardo ha raggiunto cifre mostruose. Nel 2012 sono 3,8 milioni gli italiani che hanno partecipato a una partita (tradizionale o online), cioè il 47 per cento in più rispetto all’anno precedente. Il valore delle giocate al poker cash su internet è stato di otto miliardi di euro (a gennaio 2013 di 620 milioni, di cui 15,4 sono tornati sotto forma di vincite). Il giocatore tipo viene dal Nord Italia e Milano è capofila nel Paese per giocate online, che rappresentano il 4,7 per cento dell’azzardo.
Ma chi ci guadagna di più è lo Stato. Il 12,8 per cento dell’incasso lordo infatti finisce al Monopolio. Mentre l’1 per cento va ai gestori della rete. Ecco un esempio. In media ogni mese il profitto lordo prodotto da una macchinetta è di 2500 euro, che al netto delle tasse diventano mille euro da dividere a metà tra barista e noleggiatore. Dalla ludomania alla ludopatia il passo è breve. E i dati lo confermano: 800 mila dipendenti e quasi due milioni a rischio. Con la macchinetta il giocatore colma un vuoto. Quando scommette senza la certezza di un tornaconto, si illude di un senso di potenza , che nell’ambiente familiare e nel rapporto con se stesso non vive. In particolare, l’uomo ricerca il brivido della sfida. La donna invece lo fa per recuperare il senso di identità, e un ruolo nella coppia.
INSICUREZZA, sofferenza, gioco d’azzardo, dipendenza. Un circuito che pesa sulle casse dei Comuni italiani, 50 dei quali all’inizio dell’anno hanno aderito a un Manifesto promosso da Legautonomie e Scuola delle buone pratiche della onlus Terre di mezzo. Sul documento i primi cittadini chiedono una nuova legge nazionale per ridurre l’offerta e il contenimento del’accesso al gioco d’azzardo, con tanto di attività di prevenzione e cura (sostenute anche a livello locale). Inoltre, vogliono avere potere di ordinanza per stabilire l’orario d’apertura delle sale e la distanza dai luoghi frequentati da minori, come le scuole. Intanto, all’indirizzo mail noslot@co  mune.milano.it   il Comune meneghnino riceve proposte e buone pratiche contro le ludopatie da associazioni e cittadini in preparazione a un piano di intervento per salvare le vittime.



Primi passi debolissimi nel cercare di arginare la indecente invasione delle terribili macchinette in ogni luogo del paese,con uno Stato che lucra sulla pelle dei cittadini,i quali potranno risultare dei deboli,almeno per chi si rovina e deve affrontare cure psicologiche per superare il disagio che possiede,ma le famiglie che vengono distrutte non solo finanziariamente a chi si dovrebbero rivolgere?

@ Dalida @

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

1 commento:

Tina ha detto...

Bella domanda la tua.

Lo Stato incassa e non si schiererà mai contro, non resta che sperare in una divulgazione dei locali privi di macchinette mangiasoldi, c'è sempre un inizio e questo è lodevole, speriamo si ampli.

Notte buona Ivo ;-))