sabato 23 febbraio 2013

Tutte le palle da Oscar....Giannino





Super scoop: quando Giannino fece goal al Real

di Alessandro Robecchi

L’istinto suggerisce di non accanirsi, di apprezzare l’autodafé e le dimissioni a metà (cioè da presidente, ma non da candidato), che di questi tempi sono già una gran cosa. E però qualcosa nel caso di Oscar Giannino ci preoccupa. Una laurea inventata, e vabbè. Un’altra laurea di fantasia, e ri-vabbé. Quanto al master alla scuola degli economisti di Chicago, non averlo conseguito è un titolo di merito, se si pensa a che razza di genìa erano quei ceffi nipotini di Milton Friedman, e conosco certi amici cileni che vorrebbero farci una chiacchierata (io li odio, i liberisti dell’Illinois!). Ma farsi smentire dal Mago Zurlì su una vantata e mai avvenuta partecipazione allo Zecchino d’Oro è troppo per chiunque. La pietà è una bella cosa, ma non funziona se si è piegati in due dal ridere.

Il timore, per noi umili cronisti, lo sapete, è sempre quello di prendere il “buco”, di scoprire che domani qualche giornale pubblica notizie che noi non abbiamo. E questo ci obbliga a portarci avanti col lavoro.

Per esempio, non è vero che Giannino assistette da vicino all’omicidio Kennedy, come ha più volte sostenuto: quel giorno era a Viterbo, quindi il suo ruolo di supertestimone della commissione Warren traballa un po’. È vero che nelle foto sgranate di Dallas si vede un tipo vestito come il nonno dell’abate Faria, ma non era lui.

Non abbiamo trovato sue tracce nelle formazioni di Barcellona, Real Saragozza e Atletico Bilbao, dove pur dice spesso di aver giocato in gioventù con buoni risultati (addirittura una tripletta al Real Madrid, sostiene, pur facendo il portiere). Una cosa è sicura, abbiamo controllato accuratamente: non è stato Giannino a inventare il Moplen, anche se se ne vanta spesso con gli amici Napoleone e Giulio Cesare, che gli credono sulla parola quando si scordano di prendere le pillole. Molti dubbi anche sulla sua carriera di chef come assistente del re dei cuochi Ferran Adrià per cui creava – si legge nel curriculum – “la famosa emulsione di cozze e segatura di faggio con l’azoto liquido”. Di sicuro si sa che in passato votò per Berlusconi, attratto dalle sue convinzioni liberali, il che conferma la nota teoria che i mitomani si attirano a vicenda. È invece certamente realizzata con le decalcomanie la pergamena appesa nel suo studio, che certifica il premio Nobel per la chimica vinto nel ’91 per la messa a punto del processo di trasformazione del moscato in idrocarburi. È vero però che scriveva sul Foglio e su Libero, e questo non alleggerisce la sua posizione.

Non è vero, come disse una volta in tivù, che trovò impiego come controfigura di Zorro, a Hollywood negli anni Cinquanta. Dove del resto non interpretò la famosa domestica di colore di Rossella O’Hara in Via col vento, come ha sostenuto durante un comizio a Carugate. Un fax della Nasa smentisce l’accreditata teoria di Oscar Giannino terzo uomo sulla Luna: “Se ci è andato – dicono da Cape Canaveral – lo ha fatto con mezzi suoi, noi non ne sappiano niente, chiedete all’economista Zingales che ha una bella macchina”.

Purtroppo in così pochi giorni non siamo riusciti a controllare tutto, per cui accettiamo con beneficio d’inventario alcuni punti della sua biografia: massaggiatore di Carlos Monzon prima dell’incontro con Nino Benvenuti, paroliere di Fred Buongusto dal ’67 al ’74, guerrigliero ceceno e negoziatore segreto ai tempi del rapimento di Paul Getty Junior. Può essere che sia tutto vero, dannazione, lo scopriranno sicuramente colleghi più bravi di noi. Peccato.



Nonostante la dabbenaggine del candidato premier di fermare il declino,poichè a questo punto non ha potuto ritirarsi dalle imminenti elezioni,la legge non lo permette,anche se ha dichiarato che non occuperà i banchi parlamentari,fortunatamente non arriverà a questo punto,una tantum racconto una storiella positiva nei suoi confronti,anche se il merito lo deve al suo gatto.

Alcuni anni fa quando il giornalista lavorava al "giornale" condivideva l'ufficio con il gatto,e un giorno entrando Sallusti nel medesimo il felino non gradì la sua presenza e gli è balzò addosso con le unghie fuori,è evidente che ha avuto una reazione contraria a quella della Santanchè,direi più che condivisibile considerata l'innata simpatia del fenomeno del giornalismo in questione.

La morale che il gatto è davvero da Oscar!

&& S.I. &&

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3 commenti:

Unknown ha detto...

Dice anche di essere giornalista, ma l'avrà la tessera?
Indagate gente, indagate.
Cristiana

valerio ha detto...

A parte le palle che ha raccontato (non capisco il perchè)qualche proposta non era niente male !!

Ivo Serenthà ha detto...

Succedono le cose più strane in Italia,penso che un candidato premier pallista come costui,non si sia mai presentato in una qualsiasi elezione democratica,perlomeno quelle serie.

E doveva essere il simbolo del liberismo positivo della destra,mannaggia che ventata positiva...

Saluti a voi