domenica 30 dicembre 2012

Ma chi sono i nuovi Fantozzi dei nostri giorni?




Paolo Villaggio oggi compie 80 anni

Vi rispondo una volta per tutte: Fantozzi oggi è solo uno stronzo

di Paolo Villaggio

Quasi ogni mattina al mercato rionale semi deserto dove mi avventuro, venditori di “fettine”, “fruttaroli” e massaie rurali mi chiedono: “Come sono i Fantozzi di oggi?”. Quasi ogni pomeriggio mi telefonano intervistatori di giornalini provinciali: “Scusi se la disturbo, ma le faccio la domanda che forse le fan tutti: che differenza c'è tra i Fantozzi dei suoi tempi e quelli di oggi?”. Rispondo una volta per tutte. Quelli degli anni ’60 non erano soddisfatti della loro riuscita nella vita, ma si credevano parte di un miracolo economico e uscendo dalla Finsider o dalla Finmeccanica, pensavano di uscire dal grattacielo di vetro di un “colosso”, da una impresa moderna e “galattica” (oggi siamo una pura colonia di compagnie multinazionali).
È anche vero purtroppo che i politici degli anni ’70 avevano la vivacità del “furbetto”, di colui che mette il banchetto delle tre carte in qualche sottopassaggio di una stazione. Quelli di adesso, invece, sono terribilmente opachi. Dei gentiluomini o delle signore a modo, lontanissimi da quell'aria rallegrante di “bauscia” e da quel coro di persone di bell'aspetto o di “pompinare”. Al confronto questa nuova casta ha vagamente l'odore di una nuova “destra” giustificata da una grande competenza tecnica. La Fornero sembra la caricatura di una signorina per bene di una certa vecchia Torino, e quando parla del lavoro subordinato sembra un'Alice caduta a Mirafiori anziché a Wonderland. Monti sembra un professore gentile, che fa la spesa in un supermarket a 200 metri da casa mia. Il problema è che, come aprono bocca, tutti questi signori parlano come i personaggi letterari creati da De Amicis. Sono piccoli patrioti, piccoli scrivani, maestrine dalla penna rossa.
I FANTOZZI di quegli anni si vestivano nelle maniere più disparate: spigati siberiani, pantaloni ascellari, cappotti che rendevano difficile le entrate e le uscite negli ascensori (molti dovevano quasi denudarsi per raggiungere il posto di lavoro). Avevano tutti degli odori diversi: di conigli, topi grigi e di cani bagnati in una giornata di pioggia. In ascensore, degli aliti come se avessero appena tracannato una tazza di merda. Quelli di adesso sono lampadati nei solarium dal barbiere sotto casa. Hanno capelli a riccio, alla Balotelli, orecchini ad anello: quattro o cinque per orecchio, piercing sulla lingua, tatuati definitivamente come tutti i calciatori italiani e stranieri. Ovviamente tutti hanno comperato in centri specializzati i jeans stracciati sulle ginocchia, alle volte unghie con i colori dell'arcobaleno, con ascelle sudate devastanti. Sono tutti “presenzialisti” e vanno nel mese d'Agosto a lbiza a vedere i vip, credendo di farne parte. Con quelli di un tempo hanno in comune degli aliti tipo fogna di Calcutta nella stagione monsonica.



Non esistono paragoni tra le simpatiche macchiette d'un tempo e certe figure sbiadite dei nostri giorni,meglio ridere su qualche pellicola da rivedere,quelle di oggi non fanno manco piangere...

&& S.I. &&

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