martedì 11 dicembre 2012

La nuova Ruby Mubarak desaparecidos





Viva la fuga

di Marco Travaglio

Il Cainano non è ancora riririririsceso ufficialmente in campo, e già ci riserva le prime frizzanti novità e clamorose sorprese. Per esempio, pare – ma si tratta di mere voci di corridoio – che intenda rallentare i suoi processi con la scusa della campagna elettorale per far slittare le sentenze, buttare tutto in politica e accusare la Boccassini di fare campagna elettorale. La nota toga rossa, ieri, ha addirittura osato insinuare che l’improvvisa latitanza di Ruby, convocata come teste dall’on. avv. Ghedini, sia complice delle tattiche dilatorie della difesa. Immediato e comprensibile lo sdegno dell’On. Avv., che mai avrebbe solo pensato a certi mezzucci da azzeccagarbugli per allungare i tempi, anzi è noto per averli sempre accelerati: memorabili le sue corse contro il tempo nei sette processi a B. sventuratamente conclusisi con la prescrizione del reato, nonostante i suoi sforzi titanici per scongiurarla. Eppure il venticello della calunnia non cessa di lambirlo: una volta, per dire, insieme al collega Pecorella, fece saltare un’udienza perché aderiva a uno sciopero degli avvocati contro la politica giudiziaria del governo B. di cui lui e Pecorella erano gli artefici, e ci fu persino qualcuno che ironizzò sul fatto che i due scioperavano contro se stessi. Roba da non credere. Ora però bando alle illazioni diffamatorie: se Ruby si è resa irreperibile è perché aveva da fare in Egitto per cambiare i fiori sulla tomba dello zio. Del resto, l’improvviso stop del processo è un fatto inaudito, mai visto, da cui nessuno è autorizzato a trarre conclusioni affrettate. Come pure è un unicum l’editto berlusconiano di Milanello contro l’intera magistratura “irresponsabile”. Infatti il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli non se l’aspettava e gli ha replicato visibilmente stupefatto: “Respingiamo gli attacchi offensivi e inaccettabili che evocano un vecchio clima di tensione che non giova alle istituzioni, nuoce al Paese e all’interesse dei cittadini alimentando un dannoso senso di sfiducia. I magistrati, fra molte difficoltà, continueranno a svolgere con responsabilità la funzione loro affidata dalla Costituzione”. Parole che sarebbero perfette per gli attacchi del Quirinale e dei corazzieri alla Procura di Palermo, ma siccome non vengono da B. lasciano muta l’Anm, che anzi plaude all’incredibile comunicato della Consulta: così ieri il pm Di Matteo s’è dimesso da presidente della sezione di Palermo. Gli è andata male: se l’avesse attaccato B., magari una parolina di solidarietà sarebbe arrivata anche a lui. Ma le novità dal fronte B. non sono finite. Qualcuno insinua che voglia candidare Dell’Utri, incurante degli appelli di Alfano per il “partito degli onesti” e le “liste pulite”. Anche qui si tratta probabilmente di pure maldicenze, specie dopo che Dell’Utri si è permesso di svillaneggiare Angelino Jolie in un’intervista sui “fedelissimi cretini”. È chiaro che, fra un peone qualsiasi come Dell’Utri e il segretario del Pdl, B. alla fine sceglierà il secondo e dirà il fatto suo al primo. Sarebbe la prima volta che si lascia condizionare dall’amico palermitano che gli portò in casa quel po' po' di stalliere. Molto più probabile che le liste le lasci compilare in assoluta autonomia da Angelino, che di autonomia ha dato prove rocciose, soprattutto nell’ultima settimana. È vero che Libero dà per certe le candidature di Braida, Doris, il medico Zangrillo, l’architetto Gamondi, Maldini, Baresi, Querci, Adreani, Gerry Scotti, forse Sallusti, ma dev’essere l’ennesimo depistaggio: sono tutti suoi dipendenti e lui ha sempre tenuto ben distinta l’azienda dal partito. Ora però prepariamoci per la sorpresa delle sorprese: pare che il nostro uomo, per sottolineare definitivamente la discontinuità della sua ririririridiscesa in campo da tutte le altre, abbia in serbo di depositare alla Siae un marchio davvero rivoluzionario: Forza Italia.






Tutto cio' che sta accadendo pare simile alle gesta della serie televisiva della famiglia addams,mancando un fondamentale particolare,ovvero la parte ironica e ridanciana,nella realta' della saga del caimano si concretizza la disgregazione sociale d'un paese andato in malora,la rabbia,la tristezza e il senso di impotenza alla marcescenza civile ormai ha toccato punte insopportabili.

&& S.I. &&

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1 commento:

giovanotta ha detto...

Ghedini ha la faccia come il cu. non a caso è stato scelto da B.
ma Ilda la Rossa non gliela farà passare liscia. E neanche Travaglio se è per questo..
ciao