sabato 8 dicembre 2012

La destra italiana fondata sui lacchè





Il servo serve

di Marco Travaglio

Ieri, mentre il suo leader Piercasinando parlava alla Camera per dirci ancora una volta quanto è bravo e quanto è bello lui, l’on. Paola Binetti, comprensibilmente, dormiva. Tramonta così, in una scena impietosa, il Grande Centro che per mesi ha turbato i sonni di politici di destra e sinistra, occupato chilometri quadrati di carta stampata, intasato le tv, arrapato politologi e sondaggisti elettrizzati dall’eccitante prospettiva del Monti-bis. Resta da trovare qualcuno che, con delicatezza, salga al Colle e comunichi la ferale notizia a Napolitano: il partito di Monti, o di Monti-zemolo, non vincerà, per mancanza di tempo, ma soprattutto di elettori. La famosa Agenda Monti resterà impilata e invenduta sugli scaffali dei negozi Buffetti. I presunti elettori moderati, casomai esistessero, sfuggono ai radar: Casini più Fini più Luca Cordero, sempreché si mettano insieme e la smettano di litigare, rischiano di non superare nemmeno il quorum del Senato (l’8%). E soprattutto il Pdl non seguirà la linea di Alfano, Schifani e Ferrara, che speravano di nascondere la propria nullità sotto il loden del Prof: al segnale convenuto del Cainano (il fischietto a ultrasuoni) terrorizzato dall’asta delle frequenze tv, dal decreto (peraltro finto) “liste pulite”, dai conti della ditta, dall’arrivo delle sentenze Ruby e Dell’Utri, i due noti statisti siciliani sono prontamente rientrati nei ranghi, mentre il direttore del Foglio vive ore drammatiche. Del resto Monti l’aveva capito fin da quando Ferrara annunciò l’adesione all’agenda Monti di B. e del Pdl tutto, da lui medesimo sapientemente consigliati, che le cose si mettevano male. L’altroieri il padrone ha fatto convocare Angelino Jolie a Palazzo Grazioli da un giardiniere, e al suo arrivo gli ha lanciato l’osso: “Tu adesso terrai una conferenza stampa e annunci che io sono il candidato premier” (e le tue primarie sai dove te le devi mettere). Il segretario da riporto l’ha prontamente restituito: “Berlusconi ha manifestato la volontà di tornare in campo. Del resto nel 2008 fu lui a vincere, ad alzare la coppa e il detentore del titolo ha tutto il diritto di farlo”. Perbacco, ci mancherebbe altro. Anche Schifani, dopo una fugace libera uscita, torna a cuccia. Il 7 giugno tuonava contro i “troppi errori” di B., incapace di “emarginare gli amici che sbagliano o di allontanare quelli che remano contro o lo portano fuori strada. Il nostro elettorato è frastornato. Un giorno il Pdl approva l’Imu e il giorno dopo la parte più chiassosa del Pdl minaccia di scendere in piazza contro l’Imu. Un giorno il Pdl approva i decreti, anche i più duri, di Monti e il giorno dopo la parte più colorita e populista del Pdl propone lo sciopero fiscale. Un giorno si ascoltano le più con-vinte dichiarazioni di B. a sostegno di Monti e il giorno dopo, sui giornali berlusconiani, si leggono titoli improntati al grillismo più avventato”. E lanciava Alfano, l’uomo “che ha segnato una svolta e ha dimostrato di sapere fare politica”, prendere le redini del partito, ma solo “se sarà in grado di guadagnarsi l’autonomia necessaria”. Giovedì sera la rivolta di Renato Spartacus si è conclusa con un trillante comunicato: “B. ha il sacrosanto diritto di scendere in campo. Ha pieno titolo a rivendicare la propria candidatura in una sfida democratica in una democrazia sana per il nostro Paese”. Corbezzoli, perdindirindina. Tutt’intorno si udiva un coro di “arf arf”, uno sbavare di osanna, un agitarsi di codine, uno sgomitare per arrivare primi all’Ansa col peana al “nuovo sacrificio” (Ravetto), all’“ennesimo atto d’amore” (Cesaro), al “fiat lux” (Biancofiore). Scene così imbarazzanti da indignare persino un professionista come James Bondi, mai mossosi da sotto la scrivania: “Chi, nella penombra del Transatlantico, tramava contro ora è lì a spellarsi le mani e a gridare evviva”. Non c’è più la servitù di una volta.



Come ho potuto commentare in altre occasioni,siamo un paese visibilmente alla deriva ma lo spettacolo grottesco che ci offrono gli omuncoli della politica pare davvero straordinario,penso che verremo studiati a fondo dagli storici per spiegare alle future generazioni cosa sia stata la pseudo democrazia in Italia,ivi compresa buona parte degli elettori che hanno permesso la completa distruzione economico-sociale italiana.

&& S.I. &&

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