mercoledì 12 dicembre 2012

Il re della patonza e' di nuovo sul trono




Adotta un Angelino

di Marco Travaglio

Questo non è un articolo: è un'opera buona. Dobbiamo stare vicino ad Angelino Jolie, a costo di fondare il CPAA (Comitato Protezione Angelino Alfano). Mobilitiamo le dame di San Vincenzo, le Misericordie, la comunità di Sant'Egidio, la Caritas, l'Esercito della Salvezza. Adottiamolo a distanza. Facciamo qualcosa. Il trattamento inumano che sta subendo è vietato dalle convenzioni di Ginevra e dei Diritti dell'uomo. Due anni fa, da segretario del Cainano, veniva promosso in pompa magna a segretario del Pdl. E tutti ci credevano, si congratulavano, gli battevano manate sulla spalla. Lui, tutto compreso nella nuova parte, lasciava il ministero della Giustizia (dove peraltro nessuno s'era accorto della sua esistenza),estraeva commosso il suo primo santino elettorale, quello coi capelli veri, esternava filiale affetto al Cainano eleggendolo nientemeno che “mio secondo padre”. Poi, caduto il governo B., veniva addirittura ricevuto al Quirinale per le consultazioni, incontrava clandestinamente nei sotterranei di Montecitorio gli altri due partner della strana maggioranza ABC (Bersani era B, Casini era C e lui, sorprendentemente, era A). Prendeva la parola in Parlamento e, per dirla con Totò, lo lasciavano parlare. I giornali lo assecondavano, illudendolo di essere davvero un leader e descrivendo le sue presunte strategie (di cui lui prendeva puntigliosamente nota dalla rassegna stampa). Per somigliare al padre putativo, aveva persino tentato un trapianto pilifero (ovviamente abortito causa rigetto) e provato a camminare sulle ginocchia. Un giorno che si sentiva particolarmente segretario, intimò a Nicole Minetti di dimettersi da consigliera regionale entro e non oltre 24 ore: non successe nulla. Ma lui tirò diritto e cominciò a pontificare di “Agenda Monti”, “partito degli onesti” e “liste pulite”, ovviamente “senza inquisiti”. Fu allora che B. disse “gli manca il quid”, salvo poi rettificare: “E' il meglio fico del bigoncio”. Lui se ne rallegrò parecchio, non capendo che la rettifica era più beffarda della critica. E annunciò le primarie del Pdl per il 16 dicembre. Già si vedeva a Palazzo Chigi, quando B. lo convocò per comunicargli che era tutto uno scherzo e riconsegnargli il mocho vileda. Il resto l'ha fatto Dell'Utri, che già gli aveva fatto perdere le regionali in Sicilia spostando l'apposito Miccichè, e ora irride ai “fedelissimi cretini” e alla sua congenita mancanza “di palle”, mentre Previti ritrova la favella per dire che, “se ad Alfano je mozzi un orecchio, lui te porge l'artro”. Manca soltanto che gli camminino sulla testa o lo incaprettino all'obelisco di piazza Colonna.



 La foto qui sopra dice tutto: il povero Angelino siede a Montecitorio fra il Cainano che lo distrae con una barzelletta e 'Gnazio La Russa che allunga la mano prensile verso la sua tasca destra. Per fare che? Scelga il lettore l'ipotesi più credibile. 1) La Russa gli sta sfilando l'Agenda Monti. 2) Cerca il suo quid per smentire B. 3) Gli tasta gli zebedei per smentire Dell'Utri. 4) Gli infila un pizzino di Dell'Utri. 5) Lo sta perquisendo a nome del partito degli onesti. Ma si può vivere così?



Sulla mossa di "gnazio" si capisce solo che e' un'altra irriverenza,un po' come nel gioco dell'oca angelino jolie tira i dadi avvicinandosi alla vittoria per ritornare al punto di partenza.

Ma se questo e' lo yes man piu' famoso di quella accozzaglia,gli altri non ne sono da meno,e' stato sufficiente che il sovrano della patonza si sedesse sul trono,e la corte piena di giullari si sono subito ricomposti.

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