giovedì 15 novembre 2012

La contestazione,la violenza in piazza e quella governativa


L’Europa in piazza contro l’austerity. Scontri a Roma: 8 arresti e 50 fermi


I GOVERNI E LA VIOLENZA

di Antonio Padellaro

Spaccare la testa a un poliziotto è criminale. Massacrare con i manganelli chi protesta è criminale. Una triste equazione che serve a poco, perché queste sono le inevitabili conseguenze di una violenta giornata italiana. Ma incendiata da una miscela confezionata altrove. Dove, lo sappiamo troppo bene. Nelle stanze dei governi che a Roma, ma anche a Madrid, Lisbona, Atene, Parigi stanno iniettando massicce dosi di austerità nelle economie di nazioni disastrate. Una spietata religione del rigore, celebrata dai sommi sacerdoti dell’Euro che uccide il lavoro, che non crea sviluppo, che diffonde nei popoli depressione e sfiducia nel futuro. La guerriglia scatenata nella strade della Capitale a pochi metri da Palazzo Chigi (ma anche a Milano, Torino, Brescia) dovrebbe fare riflettere Monti e i suoi ministri. Le politiche più dolorose, le medicine più amare possono essere accettate da una nazione a due condizioni: che durino per un periodo non illimitato e che producano in tempi accettabili effetti positivi nella vita delle persone. Che si possa dire, insomma, è stata dura ma le cose stanno migliorando. No, è sempre più dura e va sempre peggio: questo dicono gli italiani. Non parliamo delle frange estreme della protesta, dei teppisti, degli infiltrati, degli sbandati. Perché ieri le nostre piazze e le piazze d’Europa erano affollate di impiegati, insegnanti, ricercatori, commercianti, espressioni di un ceto medio massacrato dai tagli e mortificato nella propria funzione sociale. C’era soprattutto una massa di giovani senza occupazione. Frustrati, esasperati, abbandonati. A cui nessuno vuole dare una risposta. E allora presidente Monti, non è anche questa violenza? E la peggiore?



La violenza è sempre da condannare,anche se l'aumento della disperazione è in vorticoso aumento,per ciò che riguarda i giovani senza futuro,poichè la stragrande maggioranza di loro non potranno men che mai soddisfare le più elementari aspettative di vita,e via,via su tutte le generazioni,chi ha perso il lavoro e chi lo perderà,ha iniziato l'inferno o lo comincerà.

Di riscontro una casta politica,una casta dirigenziale statale e privata che sia,che letteralmente pisciano sulla testa di tutti noi.

&& S.I. &&

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