venerdì 29 giugno 2012

Stanare i clandestini del Fatto quotidiano:Parola di Luciano Violante




Memento Mori

di Marco Travaglio

Pensavamo di averla fatta franca, invece ci hanno sgamati proprio sul più bello. Tutto era pronto per l’agognato golpe. Da mesi ci riunivamo in cantina con un pugno di giornalisti e toghe rosse per rovesciare le istituzioni. Grillo era collegato via skype, Di Pietro aveva promesso i mezzi di locomozione (il trattore rosso di Montenero), Padellaro aveva messo a disposizione uno sgabuzzino per deportati ed enucleandi. Ci aveva raggiunti pure il colonnello Automatikos dopo la missione compiuta in Grecia. Poi purtroppo Luciano Violante, infallibile segugio e indefesso smascheratore di trame golpiste (leggendaria la sua inchiesta su Edgardo Sogno, uno che non sarebbe riuscito a rovesciare neanche la moglie, arrestato da Violante e naturalmente assolto), ci ha scoperti: “Di Pietro, Grillo, Travaglio e parte del suo giornale sono un blocco politico-mediatico che gioca sul disagio popolare”, “aggredisce il Quirinale” ai “fini della conquista del potere” e “usa una parte del mondo giudiziario come una clava per realizzare un progetto distruttivo” e “abbattere i pilastri istituzionali”: “un serio problema democratico” che minaccia “la tenuta economica dell’Italia”. La denuncia, essendo uscita sul Foglio, è ancora clandestina. Ma qualcuno prima o poi se ne accorge e comunque il danno è fatto. Il golpe – lo diciamo a tutti i patrioti coinvolti – è rinviato a data da destinarsi. Restano le parole di Violante che, malgrado l’imbarazzante omonimia, non è nemmeno parente del Violante che nel '94 tentava di abbattere un pilastro istituzionale per via giudiziaria: “Il nucleo di interessi che si aggruma intorno a Forza Italia è in profonda continuità col sistema di potere che ha causato tanti lutti e danni all’Italia... Forza Italia è un manipolo di piduisti e del peggio del vecchio regime. Con la chiamata alle armi contro il comunismo, Berlusconi ripete la parole d’ordine del fascismo, del nazismo e della mafia che uccideva i sindacalisti. È una chiamata alla mafia la sua”. E ancora: “Le proposte di Berlusconi rispondono alle richieste dei grandi mafiosi” (2002), “c’è un giro di mafia intorno a Berlusconi” (2006). Quel Violante lì non avrebbe mai attaccato i pm di Palermo, tantomeno sull’house organ di chi fa chiamate alla mafia, fa gli interessi della mafia e ha un giro di mafia. Quello del Foglio invece dice basta alla “personalizzazione dei processi” e al “rapporto servo-padrone fra certe procure e certi giornali” (quell’altro fece carriera politica sulla personalizzazione mediatica dell’inchiesta Sogno). Poi finalmente sputa il rospo: “Una volta Ingroia mi ha interrogato con un altro pm. Uscito dal suo ufficio mi ha telefonato la mia segreteria: ‘La tua deposizione è già tutta sulle agenzie’. In quella stanza eravamo in tre e io non avevo parlato coi giornalisti. Ebbi l’impressione di un ufficio giudiziario prigioniero dei giornalisti”. Ora, quel 23 luglio 2009 Violante uscì dalla Procura alle 12.45. Parlò coi giornalisti, infatti le agenzie riportarono le sue dichiarazioni, ma non pubblicarono una riga della sua deposizione. Solo un accenno al contenuto (e solo alle 21.38, non quando lui uscì dalla Procura): Mori nel '92 voleva portargli Vito Ciancimino. Naturalmente Violante non dice, e l’intervistatore genuflesso non obietta, che fu lui a correre in Procura dopo che Massimo Ciancimino l’aveva tirato in ballo nella trattativa e allora gli era tornata la memoria su un fatto di 17 anni prima: Mori insisteva, chissà come mai, perché Violante vedesse Ciancimino in segreto; ma lui rispose che l’avrebbe visto solo in una pubblica audizione in Antimafia che però, chissà come mai, si guardò bene dal convocare. Un fatto che, chissà come mai, s’era sempre scordato di raccontare ai pm che da dieci anni indagano su Mori. Così, mentre lui ebbe l’impressione di una Procura prigioniera dei giornalisti, la Procura e i giornalisti ebbero l’impressione di un Violante prigioniero del Ros. Appena facciamo il golpe, magari approfondiamo.



Come da fastidio al potere un giornale come il Fatto,nato due anni fa a mietere successi di vendite,poichè pubblica informazione senza farsi intimidire o condizionare dal potere,in aggiunta non fa sconti a nessuno sul palcoscenico politico,pubblicare senza pietà badando alla libera informazione si diventa più unici che rari in Italia.

&& S.I. &&


per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

Nessun commento: