martedì 12 giugno 2012

Aspettando Balotelli che non c'e'




Aspettando Balot

di Massimo Gramellini

Passiamo la vita ad aspettare chi non arriva mai. Da anni leggo articoli che auspicano la maturazione di Sua Indolenza Balotelli e la annunciano come imminente, sicura o altamente probabile. Ogni volta che segna uno dei suoi rari ma bellissimi gol c’è qualcuno che dice: ci siamo. Ogni volta che sfascia l’auto in un fosso o si addormenta davanti al portiere c’è qualcuno, magari lo stesso, che si contraddice: non ci siamo, ma ci saremo. Pochi hanno il coraggio di ammettere che Balotelli resterà sempre quello che è: un talento senza carattere, un eterno immaturo, una magnifica occasione perduta.

Trovo folle che un mezzo campione guadagni certe cifre ed è probabile che il guadagnarle renda ancora più difficile il bagno di umiltà che forse gli permetterebbe di compiere il salto evolutivo. Poi mi guardo intorno e penso: ma chi lo ha fatto davvero, quel salto? Quanti amici, parenti e colleghi parlano, pensano e vivono esattamente come venti o trent’anni fa? Eppure ci si continua a illudere, aspettando la svolta che ci rassicuri sulle possibilità di cambiamento dell’essere umano. Credo sia per questo che al cinema e nei romanzi amiamo le storie dove il protagonista si trasforma e cambia. Perché nella vita non succede quasi mai. Si resta aggrappati alle proprie granitiche incertezze, al trauma infantile (Balotelli ne avrà più d’uno), alla reazione automatica che ti induce a comportarti sempre allo stesso modo, a pensare sempre le stesse cose, a nutrire sempre le stesse aspettative: per esempio che gli altri possano cambiare, mentre spesso il primo che non riesce a farlo sei tu.



Anni fa Balotelli sarebbe finito nel dimenticatoio molto in fretta seppure abbia poco piu' di 20 anni,la serieta' era appunto una cosa seria,oggi tra nani,ballerine con fidanzatine cambiate spesso,il gossip vale anche una convocazione in nazionale.Al City non ne possono gia piu',chi sara' il prossimo?

&& S.I. &&


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2 commenti:

Unknown ha detto...

Certo è che i 18 anni berlusconiani hanno aperto le porte ai peggiori difetti della nostra società.
Cristiana

Ivo Serenthà ha detto...

Non ho idea se lo "splendido" periodo abbia influenzato questo fenomeno della dabbenaggine,chi lo ha conosciuto da giovanissimo non è tanto sorpreso delle cazzate sparse di costui!

Ciao